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Giochi antichi

Tocatì Patrimonio mondiale dell'umanità: il primo sì dall'Unesco

Si accorcia la strada verso il prestigioso riconoscimento. Zaia: "Dossier eccellente"
Nel palcoscenico di piazza Erbe durante l’edizione di quest’anno del Tocatì
Nel palcoscenico di piazza Erbe durante l’edizione di quest’anno del Tocatì
Nel palcoscenico di piazza Erbe durante l’edizione di quest’anno del Tocatì
Nel palcoscenico di piazza Erbe durante l’edizione di quest’anno del Tocatì

Si accorcia la strada che potrebbe condurre il programma delle attività del Tocatì a Patrimonio mondiale dell'umanità con l'ingresso ufficiale nel Registro delle buone pratiche Unesco per la salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale. Il dossier di candidatura inviato dall'Ufficio Unesco del Ministero della Cultura ha infatti ricevuto il parere favorevole da parte dell'Organo di valutazione del patrimonio culturale immateriale. Lo ha annunciato nella tarda serata di ieri il presidente del Veneto, Luca Zaia, rendendo nota la valutazione positiva degli esperti arrivata al termine di un procedimento durato quasi due anni.

 

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«Voglio complimentarmi con gli esperti internazionali, presieduti dall'italiano professor Pier Luigi Petrillo (che però non ha partecipato alla valutazione della candidatura, ndr), per aver evidenziato nella valutazione l'ottimo lavoro di squadra posto in essere da tutto il comitato promotore, capace di realizzare un dossier eccellente, con il forte coinvolgimento della cittadinanza veronese e di tutte le comunità coinvolte nel processo di candidatura e nella rivitalizzazione dei giochi antichi», ha sottolineato Zaia.

Ora i... giochi non sono finiti, poiché, per quanto positivo, il parere favorevole dell'Organo di valutazione è soltato un primo passo. Infatti, per l'iscrizione ufficiale nel Registro occorre attendere che si esprima il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, il quale si riunisce in Marocco, a Rabat, dal 28 novembre al 3 dicembre. A ogni buon conto si tratta senz'altro di una soddisfazione per l'Associazione Giochi Antichi di Verona (Aga) che ha ideato il Festival internazionale dei giochi in strada Tocatì - la più grande manifestazione al mondo dedicata ai giochi tradizionali - e da vent'anni la organizza con la collaborazione del Comune e il patrocinio del ministero della Cultura, della Regione del Veneto e della Provincia.

Quasi vent'anni di storia

Il Tocatì è nato nel 2003 proprio con l'intento di valorizzare i giochi e gli sport tradizionali quale patrimonio immateriale dell'umanità.I protagonisti sono i giocatori che arrivano da tutto il mondo per riempire le strade e le piazze di Verona, portando con loro costumi e usanze e trasformano per qualche giorno la nostra città nella capitale mondiale del gioco tradizionale. Con gli anni sia la manifestazione che l'Associazione giochi antichi sono diventate un punto di riferimento anche per chi studia e fa ricerca nell'ambito del gioco tradizionale. La stessa Aga è impegnata dal 2016 nella promozione del percorso di candidatura «Tocatì - Programma condiviso per la salvaguardia dei Giochi e Sport Tradizionali», comprensivo di un'ampia gamma di attività che si svolgono durante tutto il corso dell'anno ed è riconosciuto a livello internazionale da una rete di comunità e istituzioni che coinvolge, oltre all'Italia, la Francia, il Belgio, Cipro e la Croazia.

L'Ufficio Unesco del Ministero della Cultura italiano ha coordinato, come capofila, l'attività istruttoria di candidatura in collaborazione con gli altri Ministeri stranieri e le comunità di pratica direttamente interessate.

 

Un registro per la condivisione di buone pratiche

Il Registro delle buone pratiche di salvaguardia consente agli Stati parte e alle comunità di condividere esperienze positive di salvaguardia ed esempi di come hanno superato le sfide affrontate nella trasmissione del proprio patrimonio vivente, della sua pratica e della conoscenza alle generazioni future. Per essere iscritto, il programma o il progetto candidato deve rispondere a una serie di criteri, fra cui aver provato la sua efficacia in termini di contributo alla vitalità del patrimonio culturale immateriale interessato, essere stato messo in opera con la partecipazione della comunità e servire da modello, secondo i casi, ad altre attività analoghe di salvaguardia

.Per ora il Registro contiene 29 buone pratiche. Durante l'ultima sessione annuale, a dicembre scorso, il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale ne ha iscritte quattro: la Scuola delle tradizioni viventi delle Filippine, il patrimonio culturale del popolo kirghiso, il programma nazionale per la salvaguardia dell'arte tradizionale della calligrafia in Iran e una storia di successo riguardante la promozione e la salvaguardia dei cibi tradizionali in Kenya.

Laura Perina

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