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Belle arti

Tinè non è più il sopraintendente di Verona. Ma ancora non c'è un erede

Trasferito a Padova, ma non è stata fatta la nuova nomina per Verona
Vincenzo Tinè (secondo da destra) durante una vista agli scavi dell'ex Astra
Vincenzo Tinè (secondo da destra) durante una vista agli scavi dell'ex Astra
Vincenzo Tinè (secondo da destra) durante una vista agli scavi dell'ex Astra
Vincenzo Tinè (secondo da destra) durante una vista agli scavi dell'ex Astra

Al momento non si può ancora dire «cambio della guardia», alla soprintendenza ad archeologia, belle arti e paesaggio di Verona. Già, perché di certo per ora c’è che il soprintendente Vincenzo Tinè, che operava qui da tre anni, è stato trasferito a Padova, da cui proveniva prima di giungere a Verona e dove prende il posto di Fabrizio Magani che tre anni fa lasciò il posto di Verona allo stesso Tinè. E Magani diventerà soprintendente a Venezia. Il ministero della cultura, guidato da Gennaro Sangiuliano - con sottosegretari Vittorio Sgarbi e il veronese Gianmarco Mazzi, deputato di Fratelli d’Italia - ha assegnato varie sedi. Verona però, per ora, non ha un nuovo soprintendente.

 

Chi sarà il nuovo sopraintendente di Verona?

Ma che cosa succederà? Le ipotesi, per la sede di Verona che si occupa anche di Vicenza e Rovigo, potrebbero essere tre. Una è che il direttore generale della cultura, il massimo dirigente del ministero, avochi a sè Verona, individuando poi un funzionario delegato. L’altra è che venga nominato un funzionario che temporaneamente svolga l’incarico di soprintendente. L’altra che venga assegnato ad interim a un altro dirigente, cioè soprintendente, e tra i nomi gira anche quello dello stesso Magani.
Tutto questo in attesa che venga nominato un nuovo soprintendente. Sempre che questo avvenga. Ma una sede prestigiosa come quella di Verona - e con Vicenza e Rovigo - città con l’Arena, il Teatro Romano per citare soltanto i due monumenti simbolo della città romana, senza un soprintendente potrebbe apparire come sminuita? Rispetto ad altre? Al momento la risposta, negli ambienti legati alla cultura, non c’è. E comunque sono stati completati, a livello ministeriale, i concorsi per l’assunzione di nuovi dirigenti ministeriali, a cui verranno assegnati sedi di soprintendenza. Per ora, comunque, Tinè non ha un vero e proprio sostituto.

 

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Sgarbi lo aveva anticipato

Che Tinè fosse destinato altrove lo aveva lasciato intendere nei giorni scorsi anche Sgarbi, parlando a L’Arena degli scavi archeologici all’ex cinema Astra, che hanno portato alla luce l’albergo romano. Sgarbi - critico d’arte, in passato alla Soprintendenza scaligera - aveva detto che Tinè aveva sottoposto la questione al ministero. Per fare in modo che si possa valorizzare lo scavo, con un sostegno nazionale, in uno spazio di proprietà privata quale è l’ex Astra, destinato a una riconversione edilizia in case e negozi. «Ma se ne occuperà il prossimo soprintendente», aveva detto sul tema. Discusso anche nell’incontro con Sangiuliano del sindaco Damiano Tommasi con l’assessore alla cultura e al turismo Marta Ugolini, presente lo stesso sottosegretario Mazzi. In quell’incontro si è parlato anche di un possibile interessamento del ministero ad acquisire la Domus Mercatorum, in piazza Erbe, messa all’asta dalla Camera di Commercio, oltre che delle mura e dell’accesso al cortile e alla Casa di Giulietta - ne parliamo nelle prossime pagine - dove il Comune ha sperimentato, con successo, l’ingresso da piazzetta Navona, dal Teatro Nuovo, con uscita da via Cappello, per evitare calca e assembramenti in via Cappello, dove sinora da sempre c’è stato l’ingresso al cortile.
Potrà però Verona, che ha un sottosegretario, Mazzi, restare senza un soprintendente archeologico? Si vedrà nei prossimi giorni la decisione del ministero. Tinè, archeologo, dunque, lascia Verona e torna a Padova. Già soprintendente archeologico del Veneto dal 2009 al 2015, occupandosi anche della provincia scaligera quando l’archeologia era scorporata dagli altri due ambiti, Tinè, 59 anni, prima di giungere a Verona era stato nuovamente soli tre mesi a Padova, dopo quattro anni a Genova, sua città d’adozione, lui nato a Reggio Calabria.

 

Il commento

Intanto il sindaco di Soave Matteo Pressi, leghista, già Capo di Gabinetto della Provincia e già con un incarico al Governo, dice in una nota che «la partenza di Tinè non lascia indifferente il territorio, soprattutto i Comuni che condividono con le soprintendenze funzioni e progetti». Il sindaco di Soave, cittadina nota per il castello e le mura scaligere, nel tempo oggetto di interventi di manutenzione da parte del Comune e della Soprintendenza, spiega che «il trasferimento di Tinè priva il territorio di un punto di riferimento. Le sue indiscusse doti professionali hanno consentito di creare un rapporto di grande collaborazione con gli enti locali. Personalmente, non posso che ringraziarlo per l’eccellente lavoro svolto».

Enrico Giardini

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