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L’EMERGENZA

Siccità, arriva il commissario. Ecco gli interventi da realizzare quanto prima

La decisione al termine della cabina di regia con Salvini e altri ministri. L’incaricato sarà operativo fino al 31 dicembre
Il vertice La cabina di regia che si è tenuta a Roma
Il vertice La cabina di regia che si è tenuta a Roma
Il vertice La cabina di regia che si è tenuta a Roma
Il vertice La cabina di regia che si è tenuta a Roma

Ci sarà un commissario nazionale per l’emergenza siccità, per accelerare gli interventi nelle aree a rischio.

 

Il vertice

La decisione, di cui si parlava dal primo marzo, ma che solo qualche giorno fa non pareva più essere così scontata, e stata presa ieri al termine della cabina di regia sulla crisi idrica presieduta dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e alla quale erano presenti i ministri Lollobrigida, Agricoltura, Musumeci, Protezione civile, Calderoli, Affari regionali, il viceministro Gava e i sottosegretari Mantovano e Morelli. Al commissario competeranno le azioni da effettuare nel breve periodo.

 

I compiti

L ’individuazione del commissario non c’è ancora ma le funzioni sono state delineate. Quelle legate, appunto, all’emergenza. Per questo sarà titolato ad agire sino al 31 dicembre, con incarico rinnovabile, ed avrà, come precisa una nota della Presidenza del Consiglio, «un perimetro molto circostanziato di competenze».

Ovvero: «In particolare», precisa il comunicato, «il commissario potrà agire sulle aree territoriali a rischio elevato e potrà sbloccare interventi di breve periodo, come sfangamento e sghiaiamento degli invasi di raccolta delle acque, aumento della capacità degli invasi, gestione e utilizzo delle acque reflue, mediazione in caso di conflitti tra regioni ed enti locali in materia idrica, ricognizione del fabbisogno idrico nazionale».


La visione

Il coordinamento della pianificazione degli interventi di medio e lungo periodo sarà invece affidata ad una cabina di regia. Su come formalizzare queste scelte, precisa la Presidenza del Consiglio, «sono in corso valutazioni tecniche».

 

Le decisioni

Adesso sarà quindi necessario arrivare alla formulazione di un provvedimento, sulla cui natura non si hanno indicazioni. In ogni caso, uno dei dati più rilevanti che si sono appresi al termine della riunione di ieri è il fatto che il commissario avrà anche il compito di intervenire nel caso in cui si inneschino quei contrasti sull’utilizzo delle acque di cui si sono già visti i primi possibili segnali in questi giorni. Soprattutto per quanto riguarda l’uso dell’Adige. Un tema in merito alla quale ci sono state prese di posizione diversificate in seno alla Provincia di Trento, ma anche tentativi di arrivare a delle intese, con il presidente veneto Luca Zaia e quello trentino Maurizio Fugatti che in questo senso si sono spesi pubblicamente.

 

Il presidente

Proprio Zaia ieri è tornato ad intervenire sul tema siccità, affermando che è necessario trovare delle soluzioni al problema della scarsità d’acqua investendo sulle nuove tecnologie. «Il Veneto», ha detto, «potrebbe diventare un faro in questa grande ricerca e costituire un polo di innovazione, puntando su nuovi sistemi tecnologici all’avanguardia ed utilizzando anche quelli sviluppati da tempo in altri Paesi».

 

Il futuro

«Le nuove tecnologie», ha aggiunto il governatore, «potrebbero riguardare l’irrigazione, il monitoraggio satellitare delle fonti idriche e le produzioni agroalimentari a più basso consumo d’acqua, anche se la sfida principale resta quella di contenere ogni spreco».

Luca Fiorin

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