<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
AL TEATRO NUOVO

Sfida a tutto campo per i sei candidati sindaco: dal nuovo stadio a musei e turismo

di Enrico Giardini
enrico@giardini@larena.it
Per la prima volta i sei a confronto diretto. Con fair play
«Quale Verona?» I sei candidati sul palco: da sinistra Tosi, Sautto, Tommasi, Zelger, Barollo, Sboarina FOTO MARCHIORI
«Quale Verona?» I sei candidati sul palco: da sinistra Tosi, Sautto, Tommasi, Zelger, Barollo, Sboarina FOTO MARCHIORI
Diretta: confronto tra candidati al Teatro Nuovo

Da un centro più vivibile a un turismo sostenibile, dalle strategie sugli asset al nuovo stadio, fino al traforo delle Torricelle e al filobus elettrico. È stato un confronto a 360 gradi quello che al Teatro Nuovo per la prima volta ha messo di fronte i sei candidati sindaco in corsa alle elezioni del 12 giugno, protagonisti del dibattito “Quale Verona vogliamo“, promosso dal Gruppo Athesis, condotto dal direttore de L’Arena Massimo Mamoli e da quello di Telearena Mario Puliero, con il vignettista Luca Garonzi nel ruolo di “battitore libero“ a bordo campo.

Flavio Tosi, candidato di Fare!, Lista Tosi, Ama Verona, Forza Italia, Movimento Difesa Sociale, Tosi c’è, Prima Verona, Csu Veneta, Pensionati Veneti, ha esordito sul traforo: «Noi aggiudicammo la gara nel 2013 del passante nord con traforo delle Torricelle, a due corsie per senso di marcia, poi fino Ca’ di Cozzi e Verona. Poi erano cambiate le condizioni della finanza e le imprese ci chiesero di cambiarlo. E lo facemmo. Ripartiremo da lì, con i 53 milioni della A4, quindi faremo la galleria fino a Ca’ di Cozzi, con 150 milioni, a pedaggio, poi con fondi Pnrr che un’amministrazione capace sa prenderle. Poi ci sarà un altro confronto con l’autostrada per altri contributi».

Anche Federico Sboarina, sindaco uscente e ricandidato per Sboarina sindaco-Battiti, Fratelli d’Italia, Lega, Verona Domani-Coraggio Italia, Veneta Autonomia-Noi con l’Italia, Verona al Centro, punta ancora sul traforo: «Confermo di aver detto nel 2009 che volevo un traforo con il minore impatto ambientale possibile, quindi il progetto su cui abbiamo impegnato centomila euro di studio di fattibilità prevede una galleria sotto le Torricelle di 2,2 chilometri da Poiano a Ca’ di Cozzi, a due corsie. Lavoreremo anche con la A4 e con la A22 per le risorse. Si può fare, anche con opera compensativa a ponte Pietra, con la passerella, poi con una rotatoria a San Giorgio, in modo da sgravare il traffico».

Anna Sautto, candidata sindaco del movimento 3V Verità e Libertà. «Di traforo si parla dagli anni ’80 io avevo dieci anni, di filobus dal 1992 e avevo vent’anni. Quindi ora lo vedrò, forse... Per noi conta prima di tutto il benessere economico e sociale dei cittadini. I progetti devono rispettare il vivere dei cittadini nei quartieri e anche il tessuto economico. Non deve esserci il profitto a ogni costo. La nostra visione è incentivare il trasporto pubblico elettrico e aumentare il car sharing. E piste ciclabili veramente protette».

Alberto Zelger, di Verona per la libertà, Zelger sindaco Libertà nelle scelte senza discriminazioni, Il Popolo della Famiglia. «Il traforo è importante se si decongestiona il traffico est ovest nord, ma finora c’erano delle pecche per quanto riguarda le risorse. Ci sono altri progetti, come il traforo breve, ma i punti critici sono l’entrata e l’uscita e serve concertazione. Il filobus: si poteva interrompere, ma si profilavano penali. Io però non vedo un filobus su via Mameli, perché avrebbe un impatto devastante». Paola Barollo, di Costituzione Verona Libero Pensiero, parla delle motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi: «Ho accettato la sfida perché credo che tutte le persone andate in difficoltà a livello sociale, dagli anziani a persone con disabilità, non vadano dimenticate. E poi c’è il caro bollette...».

Damiano Tommasi, candidato di Damiano Tommasi sindaco, Pd, Traguardi, Europa Verde-Demos-Volt, Azione Più Europa, In Comune per Verona Sinistra Civica Ecologista, parla delle competenze: «C’è piena convergenza nella coalizione: dovrebbero essere al centro della gestione pubblica, cosa che finora non sempre è stato e così purtroppo tante competenze vanno lontano da Verona. Il Pnrr? Oggi mancano ingegneri che fanno progetti, si deve fare molto di più per investire in risorse e formazione perché solo così potremo accedere a queste risorse. L’amministrazione comunale dovrebbe avere gli stessi tempi celeri dell’imprenditoria». Tosi interviene sul tema Pnrr: «Nel Pnrr ci sono 4,3 miliardi per il Trasporto pubblico di massa, dal tram al filobus. Padova prese i soldi come noi nel 1993, ma ora si è portata a casa 335 milioni a fondo perduto per il suo tram. Verona zero, perché non ha partecipato al bando. Ci vorrà un assessore alla transizione ecologica e al Pnrr e un ufficio che vada a prendersi i soldi disponibili. Competenze? A Veronamercato e alla Fiera noi nominammo alla presidenza imprenditori, e questa dovrà essere la filosofia».

Un argomento di stretta attualità in questi giorni è la parità di genere. Il caso Fiera è diventato di dominio nazionale... Zelger dice: «È un falso problema, servono persone competenti in posti di responsabilità, e il vero problema è la meritocrazia, che in Italia non c’è. Sul gender? La famiglia naturale è riconosciuta fondata sul matrimonio e addirittura in Baviera si dice per legge che i figli sono il bene più prezioso. Il vero welfare è la famiglia. Contro i gay? Ai bambini non facciamo certi discorsi, gli adulti facciano quello che vogliono». Anna Sautto replica: «Una donna nel mondo del lavoro deve dimostrare il doppio di un uomo e lo dico perché lo ho provato. Sono d’accordo che serve le meritocrazia, ma la discriminazione è negli occhi di chi ti guarda e va tolta. Anche a me ha fatto riflettere che in un cda non ci siano donne: serve quindi il rispetto, per tutti». Paola Barollo parla della vivibilità del centro storico: «Va rivista la mobilità e l’accesso al centro, poi ribadisco il concetto dell’accessibilità e delle barriere architettoniche che creano impedimento. Una migliore fruibilità sarebbe un vantaggio per tutti, residenti ed esercenti».

E si arriva a parlare di cultura e di turismo. Sboarina: «C’è una fondazione del turismo, avviata dalla Camera di Commercio, e questo ci ha fatto capire che il territorio va promosso insieme da città, lago di Garda e tutte le aree. Quanto al centro storico, va trovato un equilibrio tra turisti e residenti. La cultura? Noi abbiamo già messo in rete i musei, ma ci sarà il museo dell’Arena, dall’epoca dei romani al camerino dei Maneskin. Sulle mostre investiremo sicuramente». E Tommasi quanto investirebbe come budget nell’assessorato unico di cultura e turismo che ha proposto? «Dipende dai progetti e da come si riescono a coinvolgere i privati. Un dibattito da approfondire. Verona poi non accede ai soldi dei bandi strutturali, legati anche alla cultura, dove Verona per mancanza di progettualità non riesce a raggiungere fondi». Zelger interviene: «Servono nuovi filoni di attrazione turistica. Dopo due anni di gestione della pandemia folle, la ricettività alberghiera è andata in crisi. Il 30 per cento di aziende veronesi ha chiuso, il 70 per cento nella Bassa. Ma serve ora una economia che riparta senza vincoli, e le sanzioni alle Russia hanno dato il colpo di grazia. I nostri bambini nelle scuole stanno soffrendo molto e vanno sostenuti perché sono il nostro futuro. Invece hanno sofferto molto e il sindaco, che è responsabile della sanità, può evitare che i bambini portino la mascherina».

Per i giovani, «valorizzare le iniziative che partono dal basso», dice Paola Barollo, mentre Sautto «dopo due anni di chiusure, di didattica a distanza, di crisi, di caro bollette, credo che gli utili di Agsm Aim debbano andare ai concittadini in difficoltà». Tosi, ma le aggregazioni di aziende di servizi servono? E lo stadio? «La penso come Sboarina quando era mio assessore allo sport. Lo stadio non si tocca, lì dov’è, e se le società di calcio lo vogliono fare che lo facciano altrove, alla Marangona o altre parti. Agsm Aim? L’integrazione la iniziai io ma non la completai. L’Amministrazione Sboarina oltre ad Agsm Aim voleva aggregarla ad A2a Milano e Brescia, ma parte della maggioranza si oppose. Bisogna allora parlare con Mantova e con Bolzano e continuare percorso aggregativo con aziende simili».

Sboarina: «Agsm Aim noi l’abbiamo fatta. Nessuno da fuori deve comandare in casa nostra. Poi ho fatto le sottoaziende di servizi. Aggregazioni? Verso nord. Con Dolomiti Energia si può fare. Stacchiamo utili sulla città, come 1,5 milioni per le bollette. Lo stadio? L’attuale non può andare avanti. Ne serve uno nuovo. Ma da quando il privato ha presentato una manifestazione di interesse, nel 2019, c’è stato il Covid. Poi una delle due squadre, il Chievo, non c’è più. Poi c’è stato il caro materie prime, quindi vanno ritarati i costi».

Tommasi: «Le aggregazioni delle aziende sono strategiche e penso all’area del Garda, Brescia, Trento, Mantova. Anche per Agsm Aim servono le grandi competenze e la sostenibilità è fondamentale. Stadio? La licenza Uefa non ce l’ha... Bergamo ha fatto un nuovo stadio, ma serve una squadra all’altezza, ma anche un business plan per un impianto che sia di livello regionale e possa ospitare una partita della Nazionale». Finale all’insegna del fair play nel rilevare un punto positivo di un avversario. Tosi: «Mi sono piaciute le candidate donne per la passione al bene comune che hanno dimostrato». Sautto: «Apprezzo che da parte degli uomini ho trovato un fair play nei nostri confronti». Zelger: «Apprezzo l’entusiasmo dei giovani». Tommasi: «D’accordo con Zelger che dice, sul traforo, che prima di fare le opere bisogna capire a cosa servono». Sboarina: «Per la prima volta d’accordo con Tosi, apprezzo chi si mette in gioco». Barollo: «Ho apprezzato Sboarina che ha detto di guardare al futuro».•.

Suggerimenti