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specialisti al servizio dei giovani

Psicologo, mediatore e poliziotto: a scuola le squadre «anti-disagio»

In tre per i casi «problematici», entreranno in azione su segnalazione del dirigente scolastico. Zivelonghi: «Lavorare sui ragazzi e cercare il contatto con i genitori»
Ragazzi delle scuole: una task force aiuterà a intercettare segnali di disagio giovanile
Ragazzi delle scuole: una task force aiuterà a intercettare segnali di disagio giovanile
Ragazzi delle scuole: una task force aiuterà a intercettare segnali di disagio giovanile
Ragazzi delle scuole: una task force aiuterà a intercettare segnali di disagio giovanile

Tra prevenzione e repressione. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica rinsalda picchetti operativi già fissati. Non più solamente interventi formativi di rappresentanti delle forze di polizia nelle classi per portare «educazione alla legalità». Il piano d’intervento, su proposta dell’amministrazione comunale, si sposta ora anche nell’azione concreta, rivolta agli istituti scolastici. «Per evitare che un eventuale segnale di criticità da parte di uno o più giovani possa compiere il “salto“ verso atteggiamenti che possano sconfinare nell’ambito del reato», spiega il prefetto, Donato Cafagna. Lo strumento operativo sarà una squadra con tre «punte», composta da psicologo, mediatore ed un rappresentante delle forze dell’ordine.

Task force in classe

Il Comune, con il sindaco Damiano Tommasi e l’assessora alla Sicurezza, Stefania Zivelonghi lancia la proposta. «Condivisa pienamente dal Comitato», conferma il rappresentante del Governo. «I dirigenti scolastici, peraltro già oggi in contatto costante con gli apparati di sicurezza, potranno segnalare», spiega, «le situazioni di rischio potenziale, legate a disagio o bullismo, su cui cercare di intervenire prima che il problema assuma ben altra rilevanza».

Il termine «task force», a dispetto del suono e del significato militaresco, individua al contrario un lavoro di mediazione, flessibile ed a più mani. Di «disinnesco», volendo rimanere nella metafora. «Si tratterebbe soprattutto di avvicinare i ragazzi, per cercare di individuare i fattori di disagio, trasmettendo nel contempo anche un messaggio di legalità e tranquillità».

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Le divise entreranno comunque, come già pianificato, anche nelle classi. Per trasmettere gli elementi di base dell’«educazione alla legalità». Un’azione parallela e complementare a quella della squadra di prevenzione del disagio. «Proprio (l’altro, ndr) ieri si è svolto un incontro di programmazione degli interventi, da attuare in tutti gli istituti scolastici del Veronese», conferma il prefetto.

Fare squadra per la prevenzione

«Ciò che è stato proposto e condiviso con grande sensibilità da parte del prefetto e delle forze dell’ordine è un primo strumento operativo che consentirà, soprattutto, di inquadrare alcuni fenomeni», spiega l’assessora alla Sicurezza, Stefania Zivelonghi. La quale rilancia, e preferisce a «task force», il termine «gruppo di lavoro, squadra». «Metodo utile soprattutto perché talvolta», osserva, «si verifica una sorta di “disallineamento“ tra ciò che viene descritto e la realtà dei fatti».

Si gioca dunque sul piano della prevenzione, «coinvolgendo diversi altri dipartimenti amministrativi, dall’Educazione ai Servizi Sociali». La prevenzione, tra le parole d’ordine nel corso della campagna elettorale dell’attuale Giunta, si prepara dunque ad entrare nel territorio fisico delle scuole, incluse le medie del primo grado. «L’obiettivo è di dialogare con ragazzi ma anche, ed è sicuramente il passaggio più complesso, con le loro famiglie», conferma Zivelonghi.

Controlli e vigilanza dinamica

Sull’altro fronte, quello repressivo, la strategia non cambierà. La cosiddetta «vigilanza dinamica», annunciata nelle settimane scorse e concentrata sulle zone centrali e della periferia cittadina, mostra i primi frutti. Operazioni condotte da Carabinieri e Polizia di Stato hanno prodotto i primi effetti. «Vi sono stati dei fermi. E sono stati repressi anche episodi delittuosi», spiega Cafagna.

Si andrà avanti così, soprattutto nei fine settimana «quando maggiore è l’afflusso di persone». Quello prossimo, con il «ponte» legato alla festività di Ognissanti, si profila particolarmente impegnativo. Il successivo, nel pieno di Fieracavalli, potrebbe essere di impatto ancora maggiore se si rivelasse corretta la stima di circa 190mila persone pronte a riversarsi in città per la manifestazione che torna, dopo gli anni di pandemia, ai fasti del passato: «Con numeri previsti pari a quelli del 2019». «Riproporremo costantemente i servizi di controllo», conferma Cafagna. Perché i risultati arrivano. E perché «viene così trasmesso ai cittadini un preciso segnale in termini di sicurezza».

Non esiste più la bassa stagione

Resta, diversamente dal passato, la realtà di una città che non si svuota per «bassa stagione». «L’economia non piò che trarre beneficio, dopo gli anni difficili per la pandemia, da questi grandi flussi, aiutati anche da una condizione meteorologica quanto mai favorevole», conferma il prefetto Cafagna. Ma i grandi flussi di persone, legati a turismo ed eventi, equivalgono anche ad un’estensione del massimo livello di sicurezza da garantire. Ed anche su questo fronte la lunga estate.

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Paolo Mozzo

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