<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
LE LEZIONI AL VIA senza mascherine e dad

Scuola, ritorno sui banchi a caccia di normalità

La psicopedagogista: «I ragazzi hanno bisogno di vivere le relazioni». Intanto il caro energia riaccende il dibattito sull’ipotesi settimana corta
La prima campanella: l'anno inizia nel segno del ritorno alla normalità
La prima campanella: l'anno inizia nel segno del ritorno alla normalità
La prima campanella: l'anno inizia nel segno del ritorno alla normalità
La prima campanella: l'anno inizia nel segno del ritorno alla normalità

«Dopo due anni e mezzo di pandemia, che ha innescato profondi disagi psicologici, è fondamentale che i nostri bambini e ragazzi tornino a vivere la scuola in tutti i suoi aspetti. La didattica a distanza è stata una grande risorsa nel momento dell'emergenza, ma ora i giovani hanno bisogno di relazioni. E a loro volta le relazioni hanno bisogno di volti e di sguardi, per questo è importante anche che l'uso della mascherina non sia più obbligatorio per tutti». Lo afferma la psicopedagogista Antonella Elena Rossi, collaboratrice del ministero dell'Istruzione, ideatrice e responsabile del Progetto Benessere di Opera, l'Osservatorio per l'educazione al rispetto e all'autostima del Comune di Verona.

Addio a mascherine e Dad

Oggi la scuola riparte ed è una ripresa all'insegna della normalità, come ha ribadito anche il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi nel suo messaggio di auguri agli studenti. Addio mascherine, stop agli ingressi scaglionati, basta Dad per gli alunni positivi, niente distanziamento e si potrà perfino riavere il compagno di banco con cui condividere ansie e gioie. Viene naturale chiedersi se e quanto tutto questo durerà, ma intanto, come precisa l'esperta, un avvio «felice» dell'anno scolastico è determinante per la salute psico-fisica dei ragazzi. «Una delle lezioni lasciateci in eredità dal Covid è che la scuola è un punto focale per le relazioni, oltre che per l'apprendimento e l'educazione. E se ora queste relazioni non vengono tutelate, c'è il forte rischio che bambini e ragazzi non recuperino mai quello che hanno perso in questi anni», osserva Rossi. E avanza una raccomandazione: «Quei minuti che passeranno in classe non siano puntati esclusivamente sulla disciplina, ma anche sulla socializzazione».

Leggi anche
Al via l'anno scolastico: nel Veronese 1.600 studenti in meno. Superiori: ecco dove calano e dove aumentano

Disagio crescente

Lo stress provocato dall'isolamento sociale, spiega, ha fatto rilevare un aumento significativo dei disturbi del comportamento alimentare, dell'ansia e dell'insonnia, dei comportamenti autolesivi. «Gli adolescenti», sottilinea la psicopedagogista, «sono stati privati di colpo del loro orizzonte di senso e ora sono in grande difficoltà nel ritrovare i loro progetti». Invece negli alunni più piccoli, aggiunge, «lo sconvolgimento della routine, che normalmente li spinge a stare insieme e li aiuta a interiorizzare le regole del vivere comune, ha comportato una regressione». Ecco allora che le nuove disposizioni stabilite dall'Istituto superiore di Sanità per l'anno scolastico 2022/23 rivelano un tentativo di soluzione al disagio che bambini e adolescenti hanno manifestato. «La Dad è stata e sarà ancora una buona opportunità, ma sicuramente l'utilizzo su larga scala è da scongiurare. Lo stesso discorso vale per le mascherine: per alcuni ragazzi più fragili dal punto di vista psicologico sono state una sorta di corazza, ma il loro uso prolungato può far emergere delle insicurezze ancora più forti. Per questo è un bene che siano destinate soltanto a chi ha problemi di salute e adoperate da tutti solo in caso di nuove ondate del virus», commenta Rossi. In questo panorama, «è importante che il sostegno psicologico a scuola diventi una priorità. Ma ancora più importante», precisa, «sarebbe introdurre una equipe psico-pedagogica, con anche degli educatori all'interno e perché no, pure uno sportivo, che lavori in sinergia con gli insegnanti».

Leggi anche
Settimana corta sui banchi, la preside: «Da noi funziona, ma capisco le riserve dei licei»

Una delle proposte su cui si ragiona in questo periodo per il risparmio energetico è la settimana corta, che però andrebbe ancora una volta a gravare sugli studenti. «Questa soluzione va progettata», commenta Rossi, interpellata sull'argomento, «perché non può essere semplicemente una soluzione tecnica legata alla crisi energetica. Ma una settimana scolastica più corta con giornate più lunghe, specialmente se arricchite da attività creative ed artistiche, può rappresentare un'opportunità per ritrovare quel rapporto tra pari che è un fattore essenziale per lo sviluppo sociale e la crescita dell'autostima, e dunque costituisce una base per la salute mentale».

Leggi anche
Al via l'anno scolastico: nel Veronese 1.600 studenti in meno. Superiori: ecco dove calano e dove aumentano

Laura Perina

Suggerimenti