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OTTO DOMANDE PER VERONA - 4

Scuola, ricerca, edifici: in cosa si deve investire? Le risposte dei candidati veronesi

In alto da sx Perrelli, Nalin, Fontana e Occhipinti
Al centro da sx Sterchele, Fantinati, Salzani e Maschi
In basso da sx Sautto, Morgante, Zambon e Floridia
In alto da sx Perrelli, Nalin, Fontana e Occhipinti Al centro da sx Sterchele, Fantinati, Salzani e Maschi In basso da sx Sautto, Morgante, Zambon e Floridia
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Scuola, università, ricerca: dalle strutture alle nuove tecnologie, dai fondi per nuovi programmi alle nuove frontiere della didattica anche post Covid, durante il quale è stata sperimentata quella a distanza. Quali e quante risorse si possono o vanno intercettate per questi pilastri della vita dei cittadini, dagli studenti agli insegnanti? Sono i temi della quarta puntata di «8 domande per Verona» - l’iniziativa de L’Arena in vista delle elezioni politiche del 25 settembre - che abbiamo posto a candidati alla Camera e al Senato, a Verona. Eravamo partiti dall’energia e dal caro bollette, per poi andare all’ambiente, all’acqua, al problema della carenza di risorse idriche, quindi alle infrastrutture. Le altre quattro domande, relative ad altrettanti ambiti della politica e della vita sociale ed economica, saranno sul Pnrr e la ripresa: come accelerare per avere risultati? E ancora: lavoro e capitale umano, quali possono essere le misure per sciogliere i tanti nodi, dopo la crisi seguita al Covid? I prossimi ambiti che saranno oggetto di discussione in campagna elettorale saranno quello del turismo, che va a braccetto con quello della cultura: quale modello per l’economia della bellezza, legata all’arte? E infine sanità, medici di famiglia e liste d’attesa: come si può intervenire, viste le carenze di personale sui territori? Sono le «8 domande per Verona», ai candidati al Parlamento. 

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Ecco cosa ci hanno risposto sul tema proposto oggi.

LORENZO FONTANA (Lega) - Investire su ricerca e nuove tecnologie, per essere al passo con le evoluzioni. È anche fondamentale garantire la libertà educativa, perché le famiglie devono poter scegliere l’istituto migliore per i figli, il che aiuterebbe le statale e le paritarie a rinnovarsi. Spesso nella scuola manca la meritocrazia, per gli insegnanti e gli studenti. Anche all’università: Verona è una eccellenza e spesso i soldi, anche del Pnrr, vanno altrove.

MADDALENA MORGANTE (FdI) - Rimettere il merito al centro del sistema scolastico e anche di quello universitario, sia per gli alunni e gli studenti sia per il corpo docenti. Inoltre è necessario valorizzare gli istituti tecnici volti all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. E ancora: bisogna riconoscere la libertà di scelta educativa delle famiglie. Servono poi sportelli di ascolto e di tutorato per gli studenti con disabilità.

ANNA MARIA STERCHELE (Pd) - Formazione continua e l’adeguamento delle retribuzioni degli insegnanti a quelle europee. Scuola gratuita e obbligatoria fin dai tre anni. Implementare percorsi di integrazione per abolire le disuguaglianze e arginare la dispersione scolastica. Oltre allo psicologo, nelle scuole, affiancare un mediatore linguistico-culturale già da primarie e asilo, per contrastare violenza di genere e bullismo. Più fondi per la ricerca.

ANNA LISA NALIN (Più Europa) - Aumentare dell’1% del Pil la spesa per l'istruzione in cinque anni. Serve una reale cooperazione fra scuola, università e del lavoro introducendo nuove materie e percorsi, come capacità relazionali e comunicative, empowerment, intelligenza emotiva, competenze digitali, economiche, finanziarie e civiche. Connettere di più università e prospettive lavorative, investire sulla ricerca fino all’1,5% del Pil.

MARIAFRANCESCA SALZANI (Azione-Italia Viva) - Per la scuola promuovere una nuova missione e organizzazione, un nuovo ruolo sociale. A partire dai territori. Il ruolo dei Comuni è fondamentale e serve il favore dalla politica centrale: adeguamenti sismici e di efficientamento energetico per i plessi a cui dare una funzione più inclusiva; cambi di destinazione d’uso per i plessi svuotati dal calo delle iscrizioni; riformare i centri di formazione professionale.

MAURA ZAMBON (M5S) - Aumentare i fondi per università e ricerca, riscattato gratuito della laurea, adeguamento degli stipendi degli insegnanti ai livelli europei. Aumentare il benessere a scuola con più psicologia e investire nelle competenza tecniche avanzate e imprenditoriale. “Ius scholae” per aumentare l’integrazione e migliorare le infrastrutture scolastiche, che devono essere sicuri e sostenibili.

NADIA MASCHI (FI) - Investimenti per mettere in sicurezza degli edifici e dotarli di nuove tecnologie. Va rivalutata la professionalità degli insegnanti. Aprire le scuole anche in tempi non scolastici, per farne centri culturali, per approfondire e sostenere il ruolo della scuola come centro di crescita civile umana e valoriale. Affiancare gli insegnanti con équipe di medici e psicologi. Fondi per la ricerca a Verona e finire il campus alla Passalacqua

GIULIANO OCCHIPINTI (Noi Moderati) - Rivedere in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico, eliminando il precariato dei docenti, investendo su formazione e aggiornamento. Valorizzare e promozione delle scuole tecniche professionali. Allineamento ai parametri europei degli investimenti nella ricerca e incentivare i corsi universitari per le professioni Stem. Più sostegni agli studenti meritevoli e incapienti.

AURORA FLORIDIA (Alleanza Verdi - Sinistra) - Aspiriamo a una scuola e università inclusiva e plurale, vettore di mobilità sociale, in cui anche gli studenti partecipino di più alla vita e organizzazione della scuola. I finanziamenti vanno allineati alla media europea del 6% del Pil. Va superata la piaga del precariato degli insegnanti, garantendo un lavoro stabile e ad alunni e studenti la continuità didattica. Abbassare i costi a carico delle famiglie.

MATTIA FANTINATI (Impegno Civico - Di Maio) - Fondi per ammodernare le scuole, valorizzarle e renderle sempre più competitive. Riformare e potenziare gli istituti tecnici. Formare premiare di più i docenti: valorizzando i migliori come media management. Un’altra nostra proposta molto interessante riguardante la scuola è la possibilità di riscattare la laurea con un taglio di almeno del 50% del costo complessivo. Questa è una cosa per me importante.

MARIA ROSARIA PERRELLI (Unione Popolare) - Cancellare le recenti riforme e investire in scuola e Università come beni pubblici che costituiscono il futuro del Paese. Cancellare le classi “pollaio” e creare condizioni di lavoro più serene per chi insegna e e per chi studia. Reperire spazi adeguati che facciano dimenticare la Dad, per individualizzare la didattica, venendo incontro alle esigenze di formazione adeguate. No al docente “esperto” e no ai Pcto.

ANNA SAUTTO (Vita) - Scuola, università, alta formazione artistica e musicale devono essere luogo di formazione e crescita basata sui modelli pedagogici di libertà, non violenza e sviluppo dei talenti. Stop alla formazione scolastica veicolata con tecnologie digitali , come Dad o robotica. Tutela della libertà di scelta didattica alternativa e di homeschooling e stop all’indottrinamento gender. La scuola non sia presidio sanitario.

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Enrico Giardini

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