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Sboarina e Tommasi l’ultima «partita» sui progetti per la città

In diretta Lo studio del faccia a faccia fra Damiano Tommasi e Federico Sboarina FOTOSERVIZIO DI GIORGIO MARCHIORIFair play Stretta di mano fra i due sfidanti negli studi di TeleArenaSocietà civile e categorie Da sinistra Luisa Ceni, Andrea Falsirollo, Alessandro Tapparini e Giuseppe Riello
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Il confronto durato 90 minuti inizia con le inevitabili metafore calcistiche. Federico Sboarina, sindaco uscente e candidato del centrodestra, confessa che lo chiamavano Swarovski «perché mi rompevo spesso». Ma i cinque anni da sindaco, aggiunge, «con i due e mezzo di pandemia sono stati una vera fatica». Damiano Tommasi, candidato della coalizione Rete! di centrosinistra, non si scompone quando gli chiedono un giudizio sulla partita elettorale. «Ho sempre pensato in maniera zemaniana: fare il nostro gioco, essere convinti di quello che proponiamo e poi la gente deciderà». Al confronto tra o due candidati sindaco, moderato dal direttore de L’Arena Massimo Mamoli e dal direttore di TeleArena Mario Puliero, svoltosi a poche ore dal voto nella sede del Gruppo Athesis, intervengono Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio, che pone il tema della competenza amministrativa e degli incentivi all’economia, Andrea Falsirollo, presidente dell’Ordine degli ingegneri che chiede rapidità di risposte ai professionisti da parte della macchina amministrativa, Alessandro Tapparini, presidente della Cooperativa albergatori Verona Booking che solleva la tematica della regolamentazione delle strutture di accoglienza, e la presidente dell’associazione Protezione della giovane, Luisa Ceni che si sofferma sulle politiche sociali e di lotta alla povertà. Ecoomia «L’obiettivo», afferma Tommasi, «è trattenere le grandi risorse di Verona: i giovani e le imprese con il coinvolgimento dell’università, che significa innovazione, campo sul quale Verona è ancora troppo indietro. Poi», aggiunge il candidato sindaco di Rete!, «bisogna dare alle aziende la possibilità di trovare un’amministrazione comunale efficiente con tempi di risposta adeguati alle esigenze del mondo produttivo. So che è una sfida difficilissima, ne ho affrontate tante, ma il mio obiettivo è allineare la concezione del tempo dell’amministrazione con quella delle imprese, solo così saremo attrattivi. Infine bisogna essere visionari e guardare all’Europa. La nostra città ha perso negli ultimi anni parecchie risorse legate ai fondi europei». «La mia visione», gli risponde Sboarina, «è fatta di progetti concreti non di suggestioni, e il futuro dell’economia deve passare attraverso le infrastrutture, aspetto sul quale Verona è ferma dai Mondiali di Italia ’90: questa è una città che sta rifacendo i caselli autostradali, l’aeroporto, per non parlare dei nostri asset. E poi gli aumenti di capitale per Fiera e Catullo, scelte fatte per supportare l’economia. Inoltre», assicura il sindaco, «stiamo portando a casa decine di milioni di euro in tutti gli ambiti, dal sociale alla rigenerazione urbana e Verona è ai primi posti a livello nazionale per la digitalizzazione dei servizi». Traforo e stadio È più strategico il traforo delle Torricelle o il nuovo stadio? «Più strategico», risponde Sboarina, «è il Traforo sul quale abbiamo già rimesso in moto la progettazione. Lo stadio è un’opportunità perché abbiamo un investitore privato con un piano a costo zero per la città comprensivo di riqualificazione del quartiere». «C’è un dato di fatto», afferma Tommasi, «lo stadio è di proprietà del Comune, mentre il Traforo è nei sogni: su quest’opera finora ho visto vari progetti, ciascuno con delle criticità, ed è stato argomento di campagne elettorali, anche di questa e forse pure della prossima. Sullo stadio c’è un tema di sicurezza, di visibilità della città rispetto a una struttura che può e deve ambire a una dimensione europea». Restando sul tema Bentegodi, il sindaco assicura che il progetto di nuovo stadio «procede speditamente» e che «nel giro di un anno e mezzo partiranno i lavori». Tommasi non la vede così: «Non mi pare che il presidente del Verona Setti voglia investire sull’infrastruttura e il fatto che non ci sia più una seconda squadra a dare sostenibilità al progetto rallenta senz’altro l’operazione». Filobus «Ora», dice Sboarina, «si è già avviato un percorso per arrivare a una sorta di autobus elettrico e con la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo ci sarà il collaudo del primo tratto da Verona Sud allo stadio». Un botta e risposta va in scena sui parcheggi scambiatori. «A bilancio», sostiene Tommasi, «non ci sono né la costruzione né la loro implementazione, ma questa è la condizione indispensabile per ridurre la mobilità privata a favore di quella pubblica senza scordare che a Verona abbiamo anche un problema di polveri sottili a livelli troppo alti». Sboarina si arrabbia: «Un parcheggio scambiatore è già stato inaugurato alla Genovesa e gli altri sono in progettazione». Per quanto riguarda il traffico, Tommasi, parla di «incrementare la mobilità sostenibile e le piste ciclabili». E propone «zone 30 nei quartieri per una coesistenza sostenibile tra i residenti e il traffico privato». Il candidato del centrodestra, a tale proposito, fa sapere che «in parallelo con il progetto Traforo si è pensato a soluzioni per alleggerire il traffico nella zona di ponte Pietra, eliminando ogni blocco da piazza Isolo fino all’ospedale di Borgo Trento». E aggiunge: «Abbiamo fatto 13 chilometri di piste ciclabili, con altri 100 già progettati e finanziati». Ambiente La perdurante siccità pone il tema della dispersione delle risorse idriche. «Fa parte dei nostri punti programmatici», spiega Tommasi, «è una priorità insieme alle manutenzioni delle strutture per far fronte agli eventi atmosferici eccezionali. L’attenzione all’ambiente riguarda anche l’aggiornamento delle fonti di energia, e in questo il Pnrr aiuta e abbiamo un piano del verde che segue le indicazioni europee». Sboarina fa sapere che «grazie alle risorse cui abbiamo avuto accesso a livello europeo e nazionale stiamo calando a terra progetti per decine di milioni. Ricordo poi che abbiamo piantato 40mila piante e che il Central park è il più grande parco europeo, mentre la coalizione di Tommasi», polemizza, «si è messa di traverso perché lo vuole completamente a verde, cosa insostenibile». «Questa è una cosa che non ho mai detto, è stata semmai raccontata nelle precedenti campagne elettorali», è la risposta di Tommasi. Castelvecchio Sboarina, in fatto di locazioni turistiche “selvagge” si dice «disponibile a fare provvedimenti normativi per incidere sulla concorrenza sleale». E sottolinea: «Aver alzato l’asticella degli eventi in Arena attira una certa tipologia di turista diversa da quella che arriva in ciabatte quando c’è nuvoloso sul lago. Ma la cosa più importante è la Fondazione con a capo la Camera di Commercio che farà da collante tra città e provincia per la promozione». Anche per Tommasi «è necessario regolamentare le locazioni, ma», evidenzia, «l’offerta turistica va diversificata». E mette sul tavolo il progetto «del grande Castelvecchio». Su questo, Sboarina mostra perplessità: «Museo e Circolo ufficiali possono convivere, portando l’uno valore all’altro integrandosi e portando a un allargamento del museo mantenendo una parte per convegni e ristorazione». E aggiunge: «Finora nessuno è riuscito a trovare con il ministero della Difesa uno spazio alternativo». «Su Castelvecchio», è la replica di Tommasi, «il tema più urgente è l’accessibilità. Credo sia possibile aprire un dialogo con il ministero per individuare uno spazio adeguato e prestigioso alternativo, per cui vale la pena investirci in risorse, idee e relazioni perché Castelvecchio deve diventare un altro dei punti di riferimento del nostro turismo». Politiche sociali «La parola d’ordine è co-progettazione degli interventi con le realtà del sociale e del terzo settore» esordisce il sindaco. E Tommasi: «Noi abbiamo previsto un assessorato al terzo settore, partiremo dall’analisi dei bisogni nei quartieri per arrivare a una mappatura, rendendo protagonisti i residenti dei quartieri». A far discutere c’è soprattutto il tema delle nuove povertà. Sono circa ottomila i veronesi che in questi ultimi due anni si sono rivolti per la prima volta ai servizi sociali. «Il primo passo per aiutare le famiglie in difficoltà», propone Tommasi, «è rivolgersi alla grande distribuzione per avere un paniere di prodotti a prezzi calmierati e sul caro bollette implementare gli interventi già avviati dall’amministrazione attuale». Il suo programma, fa sapere, prevede anche «asili nido in ogni quartiere con incentivi per le famiglie poiché i problemi economici rischiano anche di frenare la voglia di allargare la famiglia». «Si è fatto molto e faremo di più» assicura Sboarina, «tutti gli extrautili delle partecipate saranno devoluti alle famiglie e per quanto riguarda le rette da settembre chi ha il secondo figlio che va al Nido non pagherà». Famiglia Nel faccia a faccia fa irruzione anche il caso della lettera del vescovo Giuseppe Zenti ai parroci sui «valori» dei candidati. «Indicazioni beceramente strumentalizzate» esclama il sindaco, «perché ha ricordato ciò che la Dottrina sociale della Chiesa dice da sempre e io condivido completamente l’attenzione ai valori tradizionali. Ma il mio avversario», attacca, «è per genitore uno e genitore due o per papà e mamma? Il crocifisso nelle aule lo vuole? E vorrei capire cosa pensa del gender e che significa aderire alla Rete Re.a.dy». Tommasi parla di «timori incomprensibili poiché sono moltissime le città e le istituzioni che aderiscono a una rete che promuove il rispetto delle diversità e la lotta alle discriminazioni, valori di chiunque abbia a cuore la propria comunità. Dovere di ogni amministrazione è far rispettare la Costituzione. Vorrei», aggiunge, «una città in cui qualsiasi cittadino o cittadina si senta a casa». E annuncia: «Avrò io la delega alla famiglia, penso che la mia vita e la mia storia dicano qual è la mia idea di famiglia e quali siano i valori in cui credo». Partecipate «Una delle più gravi mancanze della politica, e quella cittadina negli ultimi anni non ha fatto eccezione», sbotta il candidato del centrosinistra, «è scegliere per appartenenza e non per competenza. Invece», aggiunge, «servono le persone giuste al posto giusto perché Verona sta ancora pagando scelte fatte non per competenza». Dura la replica di Sboarina: «Ci vuole competenza ed esperienza anche per fare il sindaco che dovrà fare le scelte». Tommasi non si tira indietro: «Credo che mettere gli amici degli amici alla guida delle partecipate sia una pagina da girare». •.

Enrico Santi

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