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Il caso a Verona

Par condicio e difficoltà organizzative: per la prima volta salta la festa dell'Unità

Una passata edizione della Festa dell'Unità
Una passata edizione della Festa dell'Unità
Una passata edizione della Festa dell'Unità
Una passata edizione della Festa dell'Unità

La fatica organizzativa, poco dopo il tour de force delle elezioni comunali, vinte con il sindaco Damiano Tommasi. E in prospettiva un’altra campagna elettorale, quella “balneare” verso le politiche del 25 settembre. Quindi con la necessità di fare in tempi brevi liste e propaganda. Ma sullo sfondo il caso Bologna: il divieto di esporre bandiere e simboli di partito in luogo pubblico, alla Festa dell’Unità al parco Nord, pubblico, dal 25 agosto al 18 settembre per rispettare la “par condicio”. Come nella città felsinea aveva invitato a fare il prefetto Attilio Visconti. Così la Festa dell’Unità di Quinzano, del Pd, storico appuntamento estivo nel parco pubblico di via Villa, di fronte alle piscine Santini, quest’anno non si fa. Ed è la prima volta, se si eccettua l’estate 2020, quella dello scoppio del Covid.
La festa, organizzata dal Secondo circolo del Pd - quello della Seconda circoscrizione Borgo Trento, Valdonega, Quinzano, Avesa, Parona - ma assurta quasi al rango di festa provinciale, sarebbe stata dal 5 al 18 settembre. Anche l’anno scorso era caduta in quel periodo, anche se in passato era sempre a fine luglio. Con dibattiti, cucina, musica, mostre e appuntamenti culturali. E big e dirigenti anche nazionali, regionali e provinciali del partito.
«La nostra idea per quest’anno, avendo vinto le elezioni di Verona, era quella di organizzare una festa aperta a tutta la coalizione Rete!, del sindaco Tommasi, appunto per festeggiare insieme», dice Giuseppe Mazza, segretaria del Secondo circolo del Pd, «ma a fine luglio sarebbe stato difficile, appena dopo la lunga campagna elettorale. Ecco perché avevamo anche quest’anno slittato a settembre e avevamo anche trovato forze fresche, e parlo di volontari, da tutta la città e provincia, per dare una mano. Ma nel frattempo sono arrivate le elezioni politiche e quindi ogni partito della coalizione deve fare una corsa propria. E poi il caso Bologna...E il parco di via Villa è pure pubblico e magari correvamo il rischio di avere anche noi delle limitazioni», aggiunge Mazza. «Allora abbiamo deciso di concentrarci sulla campagna elettorale, ma potendo utilizzare i nostri simboli, le bandiere, gli striscioni, nei banchetti in piazza e nei mercati, oltre che con manifesti negli spazi appositi».

 

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A Bologna la Festa invece si fa, ma con le limitazioni. Certamente penalizzanti, per un partito, proprio in prossimità della data delle elezioni. «In un parco pubblico non è possibile esporre simboli o bandiere di partito, per rispetto della par condicio durante la campagna elettorale», precisa Mazza. «Sarebbe possibile, invece, se affittassimo un’area o uno spazio privato. In ogni caso non saremmo comunque riusciti, quest’anno, a fare la festa e anche la campagna elettorale».
Anche Diego Zardini, deputato uscente e ricandidato, del Secondo circolo, ammette che «il vero nodo è stato di tipo organizzativo, quest’anno. Ma la festa tornerà il prossimo anno e puntiamo a farla a luglio, come sempre». Come dire: concentrare gli sforzi sulle elezioni.

Enrico Giardini

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