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Il nodo ripartenza

Riparte la scuola con le nuove regole. Ma tanti insegnanti in quarantena: lezioni a rischio

Nei giorni che precedono la ripartenza, le scuole si trovano a dover gestire una situazione complessa. Il trend dei contagi fa ipotizzare che anche una parte del persone scolastico potrebbe essere positiva e, di conseguenza, impossibilitata a rientrare.

E questo, visto anche l'esaurimento delle graduatorie dei supplenti, potrebbe costituire un problema. «Molti presidi ci hanno segnalato questa criticità», conferma Carmela Palumbo, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per il Veneto. «Si temono assenze dovute all'alto numero di insegnanti e collaboratori Ata sottoposti all'isolamento o alla quarantena, che devono stare a casa in malattia». Numeri sconosciuti, dal momento che il personale fruisce della sospensione delle attività didattiche e potrebbe non aver ancora comunicato l'assenza. «La preoccupazione è legata alla difficoltà di reperire supplenti. Per alcune materie e ordini di scuola (in particolare infanzia e primaria, nda) sono ormai quasi impossibili da trovare». Sul ritorno in classe potrebbero pesare anche le sospensioni degli inadempienti all'obbligo vaccinale, entrato in vigore il 15 dicembre scorso. «In questi giorni si stanno tirando le somme, perciò è probabile che gli effetti concreti dell'obbligo si faranno sentire proprio al rientro dalle vacanze, anche se ci auguriamo che la quota di personale da sospendere sia la minore possibile», sottolinea il direttore generale. 
Si dovranno fare i conti anche con le nuove regole per la gestione dei casi di Covid a scuola. Il governo ha confermato le disposizioni già in vigore nei nidi e nelle materne (si sta tutti a casa per dieci giorni al primo caso positivo) e alle elementari (si finisce in Dad al secondo caso positivo). Si cambia, invece, nella scuola secondaria di primo e secondo grado, dove il passaggio in Dad avviene con tre casi di positività. Con un solo caso positivo è previsto per tutti l'utilizzo delle mascherine Ffp2 («resta da capire se saranno a carico delle famiglie o verranno fornite dalla struttura commissariale, come per il personale», mentre in presenza di due positivi la Dad si applica solo per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario o sono guariti dal Covid da più di quattro mesi. Chi è vaccinato o guarito da meno tempo, o ha già fatto la terza dose, può continuare a frequentare in presenza. 
«La gestione delle classi in didattica mista sarà la più complessa e dovranno essere le Asl a dare indicazioni, perché le scuole non possono sapere se gli studenti sono vaccinati o meno», spiega Palumbo. Il protocollo è stato alleggerito sul fronte dei tamponi per le superiori, dove la percentuale dei vaccinati è maggiore: intorno al 75 per cento in Veneto. Per questi studenti scatta l'autosorveglianza con possibilità di accedere ai tamponi gratuitamente, ma con certificato medico, per gli alunni delle elementari (in Veneto i vaccinati dai 5 agli 11 anni sono l'11 per cento) resta il sistema di testing con doppio tampone.
«Sarà un periodo impegnativo e purtroppo i dirigenti dovranno continuare a fare i salti mortali. Ma gli sforzi sono finalizzati a mantenere la scuola in presenza. Nel panorama internazionale, la linea è questa: spingere sull'autosorveglianza, per responsabilizzare le persone e alleggerire la pressione sul sistema sanitario». 

Laura Perina

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