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«La società della cura»

Ri-Ciak al Lazzaretto, oltre 100 presenze alla minirassegna cinematografica estiva

di Ilaria Noro
Ri-Ciak al Lazzaretto (Noro)
Ri-Ciak al Lazzaretto (Noro)
Ri-Ciak al Lazzaretto (Noro)

Si è conclusa con un successo di presenze e numeri la minirassegna cinematografica estiva "La società della cura”, organizzata negli spazi del Lazzaretto da Ri-Ciak, cinema di comunità, in collaborazione con UDU, Unione degli Universitari, Associazione culturale Amici del Lazzaretto di Verona, Rete degli studenti medi e Associazione Yanez.

Mercoledì - la prima delle due serate/evento a numero limitato - protagonista è stata la pluripremiata “Amour”, pellicola di Michael Haneke del 2012 con Isabelle Huppert e il recentemente scomparso Jean-Louis Trintignant. Ieri sera, invece, “Il meglio deve ancora venire”, film di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte del 2019 con Fabrice Luchini e Patrick Bruel.

«Il Lazzaretto si conferma un posto magico. Abbiamo sfiorato le 100 presenze nelle due serate e tutto sommato anche il tempo ci ha dato una mano, nonostante l'incertezza di ieri sera che ha causato qualche defezione. Siamo riusciti a rispettare il programma e ad avere un netto sugli incassi, risorsa già arruolata per il nostro obiettivo: il Ri-Ciak», commentano soddisfatti gli organizzatori. L'impresa sociale ViveVisioni è nata infatti per ristrutturare il cinema di via XX settembre rinominato Ri-Ciak e offrire un servizio culturale gestito dai soci e dalle persone attive del quartiere Veronetta e della città.

«La sala cinematografica di Ri-Ciak è in via di rigenerazione e noi nel frattempo facciamo Cinema itinerante, creiamo relazioni, scambi, abbracciamo nuove culture, riconosciamo rispetto reciproco, frequentiamo negozi e artigiani di prossimità, sviluppiamo economia del dono, volontariato attivo e solidale, creiamo ponti di fratellanza», sostiene Loredana Aldegheri co-fondatrice del progetto.

«Vogliamo che Ri-Ciak faccia da catalizzatore sulle diverse realtà affinché possano convergere politicamente e socialmente sul quartiere e sulla città. In una parola facciamo comunità», conclude la Presidente dell'Associazione Franca Rizzi.

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