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L'editoriale

Prendersi cura della bellezza

Villa Pullè al Chievo, in stato di abbandono da decenni
Villa Pullè al Chievo, in stato di abbandono da decenni
Villa Pullè al Chievo, in stato di abbandono da decenni
Villa Pullè al Chievo, in stato di abbandono da decenni

Verona, la sua grande bellezza. Verona che nell’iconografia narrativa è la città dell’amore. Ma partendo dal presupposto che Verona siamo noi - ogni singola persona che la abita, ci lavora, la frequenta, la governa - sappiamo dimostrare amore per la cura della nostra civitas? Ci meritiamo quel codice letterario che ha reso questa città immortale, o siamo una città con scarso amore per sé stessa?

Partiamo da una domanda non da un assunto. Da oggi gli occhi e gli sguardi saranno quelli delle nostre lettrici e dei nostri lettori, a cui chiediamo di inviarci lettere, segnalazioni e foto delle piccole grandi incurie. Ognuno di noi sarà come un piccolo faro che illuminerà gli angoli nascosti dei nostri quartieri, per aiutarci a raccontare l’altra faccia della città. Quella di una grande bellezza non sempre rispettata ma a volte ferita e deturpata dalla trascuratezza, figlia della quotidiana incuria, dello scarso senso civico che si alimenta nei gesti, nell’inciviltà o nell’indifferenza.

Dalla panchina rotta, al muro imbrattato, ai rifiuti lasciati per strada. Ma anche il verde poco curato, la scarsa pulizia tra le vie o l’arredo urbano fatiscente. Come cittadini siamo i manutentori della città in cui viviamo, e chi ci amministra ha la responsabilità di rispondere per ciò che fa e per ciò che non fa.

Abbiamo aperto uno spazio sul nostro sito, chiedendoci «Amiamo abbastanza la nostra città? Raccontaci le piccoli grandi incurie». Potete mandarci segnalazioni e immagini che testimoniano i degradi quotidiani, per aiutarci a perseguire il sano obiettivo del rispetto e del civismo. Guardando non solo a ciò che ci circonda, ma soprattutto guardando dentro di noi. Cittadini e amministratori. Una Verona che punta gli occhi su sé stessa, per riparare le proprie ferite. E dimostrare di essere all’altezza della bellezza che la rende unica. Aspettiamo i vostri contributi.

Massimo Mamoli

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