Verona, la sua grande bellezza. Verona che nell’iconografia narrativa è la città dell’amore. Ma partendo dal presupposto che Verona siamo noi - ogni singola persona che la abita, ci lavora, la frequenta, la governa - sappiamo dimostrare amore per la cura della nostra civitas? Ci meritiamo quel codice letterario che ha reso questa città immortale, o siamo una città con scarso amore per sé stessa?
Partiamo da una domanda non da un assunto. Da oggi gli occhi e gli sguardi saranno quelli delle nostre lettrici e dei nostri lettori, a cui chiediamo di inviarci lettere, segnalazioni e foto delle piccole grandi incurie. Ognuno di noi sarà come un piccolo faro che illuminerà gli angoli nascosti dei nostri quartieri, per aiutarci a raccontare l’altra faccia della città. Quella di una grande bellezza non sempre rispettata ma a volte ferita e deturpata dalla trascuratezza, figlia della quotidiana incuria, dello scarso senso civico che si alimenta nei gesti, nell’inciviltà o nell’indifferenza.
Dalla panchina rotta, al muro imbrattato, ai rifiuti lasciati per strada. Ma anche il verde poco curato, la scarsa pulizia tra le vie o l’arredo urbano fatiscente. Come cittadini siamo i manutentori della città in cui viviamo, e chi ci amministra ha la responsabilità di rispondere per ciò che fa e per ciò che non fa.
Abbiamo aperto uno spazio sul nostro sito, chiedendoci «Amiamo abbastanza la nostra città? Raccontaci le piccoli grandi incurie». Potete mandarci segnalazioni e immagini che testimoniano i degradi quotidiani, per aiutarci a perseguire il sano obiettivo del rispetto e del civismo. Guardando non solo a ciò che ci circonda, ma soprattutto guardando dentro di noi. Cittadini e amministratori. Una Verona che punta gli occhi su sé stessa, per riparare le proprie ferite. E dimostrare di essere all’altezza della bellezza che la rende unica. Aspettiamo i vostri contributi.