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La 46enne trovata riversa in ufficio da alcuni colleghi

Morta la poliziotta che si era sparata: donati gli organi, lascia un bimbo di 5 anni

Le sue condizioni erano disperate nonostante i tentativi di rianimazione. Ieri sera, dopo il monitoraggio sull’assenza di attività cerebrale, è stata dichiarata morta
La donna era stata trovata riversa nel suo ufficio in questura
La donna era stata trovata riversa nel suo ufficio in questura
La donna era stata trovata riversa nel suo ufficio in questura
La donna era stata trovata riversa nel suo ufficio in questura

È deceduta ieri la poliziotta che si era sparata lunedì nel suo ufficio in questura. Le sue condizioni erano disperate nonostante i tentativi di rianimazione effettuati nell’immediatezza del ritrovamento di quel corpo agonizzante nell’ufficio della questura di lungadige Galtarossa. È stato un collega, passato dall’ufficio per far vistare un documento a fare il rinvenimento del corpo in fin di vita.

Assenza di attività cerebrale, donati gli organi

Per la quarantaseienne, mamma di un bimbo di cinque anni, ieri, dopo il monitoraggio sull’assenza di attività cerebrale, è stata dichiarata la morte in serata. Per tutto il pomeriggio le persone che l’hanno amata le sono state accanto, accompagnandola nell’ultima parte della vita terrena, accarezzandole le mani.

I familiari dopo essere stati informati dai medici della possibilità della donazione, hanno acconsentito al prelievo degli organi, l’ultimo estremo gesto d’amore per onorare la vita della loro amata figlia e sorella, e di quel donarsi sempre agli altri che era stata la sua cifra da quando era diventata poliziotta. Una donna competente e capace, sempre sorridente. Bella e solare, ma che stava vivendo un dramma che nessuno è stato in grado di cogliere. E che ha avuto l’epilogo più tragico.

Il cordoglio del questore e la commozione dei colleghi

«Siamo tutti addolorati, lei resterà per sempre nei nostri cuori e siamo particolarmente vicini al suo bambino e alla sua famiglia», ha detto il questore Ivana Petricca, «lei resterà per sempre nei cuori di chi l’ha conosciuta e le ha voluto bene e continuerà a volergliene».

Il grave lutto ha fatto riflettere sull’assenza di una presenza fissa di psicologi all’interno delle questure italiane. Da più parti, i sindacati chiedono la presenza di specialisti non soltanto a seguito di un evento traumatico. In questo caso infatti, lunedì si è attivato subito il protocollo a sostegno dei colleghi che hanno trovato la poliziotta riversa, ma da anni si chiedono supporti costanti.

La solitudine delle forze dell'ordine: «Serve sostegno psicologico»

Purtroppo le fredde statistiche vedono il fenomeno di atti autolesionistici tra le forze dell’ordine in drammatica ascesa. Una solitudine che colpisce poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco, militari, ma anche guardie giurate. Donne e uomini costretti ad essere sempre all’altezza delle situazioni, pronti a prestare aiuto a tutti, sacrificando anche il loro privato. E alle volte tutto questo diventa insopportabile. Come hanno inoltre evidenziato i rappresentanti sindacali del Sap e del Siulp, per chi ha a portata di mano una pistola, tra il decidere di farla finita e il concretizzare il gesto basta davvero un secondo.

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Alessandra Vaccari

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