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Vita da incubo

Picchiata e violentata dal marito davanti ai figli: salvata dal «codice rosso» dopo 8 anni di abusi

Violentata e picchiata dal marito per 8 anni
Violentata e picchiata dal marito per 8 anni
Violentata e picchiata dal marito per 8 anni
Violentata e picchiata dal marito per 8 anni

Nessun rispetto, nessun garbo, nessuna considerazione, trattava la moglie come un oggetto, una cosa che poteva distruggere a suo piacimento. Ha 33 anni, nato in India ma residente a Verona da tempo, e per otto anni, dal 2012 al 2020, si è preoccupato soltanto di soddisfare i suoi desideri sessuali. Per otto anni, due o tre volte alla settimana, tornava a casa ubriaco e la violentava, dopo averla trascinata a forza in camera da letto chiudeva a chiave la porta e abusava di lei, incurante delle urla e del rifiuto, del fatto che lei si divincolasse.

Quelle urla che sentivano anche i suoi due bambini e che assistevano a quello che A.S. faceva alla donna una volta rientrato a casa. Beveva e volavano pugni, sberle e tirate di capelli, rapporti forzati, le urlava «Uccido te e i tuoi figli» e poi in alcune occasioni, sempre di notte e sempre ubriaco, se la prendeva anche con i bimbi, uno nato nel 2012 e la piccola del 2015.

La paura e l’incapacità di credere di trovare una via d’uscita l’hanno bloccata per anni, «inchiodata» a quell’uomo che non le permetteva di uscire di casa se non per andare ad accompagnare e prendere i figli a scuola. Lei per lui era un oggetto tant’è che le ripeteva spesso «non mi servi più, ti butto fuori, ti uccido».

Il 9 ottobre 2020 ha iniziato a prenderla a pugni sulla testa, a schiaffeggiarla e dopo averla buttata sul letto l’ha trascinata per terra, continuando a colpirla. Ieri, davanti al giudice dell’udienza preliminare Carola Musio, il legale di A.S. l’avvocato Alessandra Cuomo, non ha chiesto un rito alternativo per l’imputato che quindi affronterà il processo davanti al collegio presieduto da Alessia Silvi (l’udienza di smistamento sarà il 15 settembre). Quello di ottobre di due anni fa fu l’ultimo episodio, perché lei trovò la forza di denunciarlo, di chiedere aiuto. Scattò il codice rosso, lei venne protetta e supportata, lui invece fu obbligato a lasciare la casa coniugale. La donna denunciò gli anni di violenze, quelli che ora sono il capo di imputazione

Fabiana Marcolini

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