Ha avuto l’ardire di riprendere un gruppetto di persone che si stava arrampicando su un terreno impervio, esortandolo a fare attenzione. È stata prima male apostrofata e poi presa a sassate nel suo garage, senza fortunatamente venire colpita.
I fatti e il racconto
È accaduto una sera, intorno alle 22, a una signora che risiede a poca distanza dal ponte della ferrovia di Parona. Le persone in questione stavano risalendo la piccola scarpata laterale, tra erbacce e terra, che porta al ponte il cui passaggio pedonale è stato chiuso ed è sbarrato dallo scorso settembre. Se frontalmente, scavalcare è complesso, di lato è molto semplice.
Così accade puntualmente, e quotidianamente, nonostante Rfi qualche settimana fa abbia rinforzato gli sbarramenti frontali dopo che mani ignote, probabilmente per protesta, li avevano rimossi lato Parona e abbassati dall’altra parte del fiume. «A ogni ora del giorno e della notte c’è viavai di persone. Si sentono anche schiamazzi, liti, ormai siamo abituati: capitava anche quando il ponte era aperto e ora che è chiuso la situazione è anche peggiorata, a rischio degrado», spiega la protagonista dell’accaduto, che preferisce rimanere anonima.
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«Erano adulti»
«Non erano ragazzini ma adulti: almeno due di loro erano patentati, tutti maschi e italiani, tra loro parlavano in dialetto. Hanno iniziato a insultarmi dopo che gli ho rivolto la parola e alla mia richiesta di moderare il linguaggio hanno risposto impugnando sassi e buttandomeli contro. Non mi hanno colpito ma le pietre sono cadute vicinissime a me, che nel frattempo ero entrata nel garage, a dieci centimetri dalle mie gambe e hanno colpito la mia auto danneggiandola: ha un paio di bozzi che sembra essere stata colpita da una lupara. È una macchina vecchia, non mi interessano i danni. Ma è un comportamento inaccettabile e pericoloso e per questo ho fatto denuncia per atti vandalici e danneggiamenti ai carabinieri di Parona», riassume la donna. Non è la prima volta che in quella zona di Parona, come anche vicino al cimitero e poco più distante alla Sorte, i residenti lamentano atti vandalici e gruppi di giovani pronti a rispondere a suon di insulti.
Ma mai fino a questo punto. «Non sono certo contro chi scavalca e non era mia intenzione impedire loro di attraversare il ponte, cosa che tanto continuano a fare in molti. Anzi, sono convinta che il ponte vada riaperto quanto prima: questo collegamento è prezioso per molti non solo per fare una passeggiata o per sport ma anche per chi ha attività dall’altro lato del fiume o nei dintorni», interviene la signora. Raggiungere le zone cittadine oltre Adige, vicinissime in linea d’aria, è ora decisamente più complesso. È chiusa infatti da alcuni giorni per lavori anche la vecchia diga del Chievo.
Quando riaprirà il ponte?
Un lungo giro in auto è l’unica alternativa anche per chi si muove abitualmente in bici. Anche il pubblico trasporto è un'alternativa molto poco comoda: una tratta diretta non c'è ed è necessario andare fino in stazione a Porta Nuova e cambiare linee. Ma per riavere il ponte della ferrovia di nuovo aperto per pedoni e bici (con tutta probabilità non per scooter e moto) è necessario pazientare ancora alcuni mesi.
«Abbiamo redatto il programma degli interventi da svolgere per la messa in sicurezza del passaggio. Siamo pronti a farli, sostenendo i costi, attendiamo il via libera da parte della Rfi, Rete ferroviaria italiana, proprietaria del ponte», è l’aggiornamento dell’assessore al Patrimonio Michele Bertucco che sta seguendo la questione. Aperto da sempre, infatti, per il ponte privato di Rfi di fatto non è mai stato siglato un accordo sul pubblico passaggio nella struttura.
E durante un recente censimento eseguito a livello nazionale, Rfi si è accorta della mancanza pluridecennale, sancendo la chiusura del ponte in attesa dell’accordo. «Ci siamo messi da subito a disposizione. Ora attendiamo risposte da parte della proprietà e ci auguriamo che siano celeri: l’obiettivo è riuscire a riaprire per primavera», aggiunge Bertucco.