<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
IN SEI MESI DIECI PERSONE HANNO PERSO LA VITA

Morti sul lavoro, Verona prima in Veneto. Due giorni di formazione in Prefettura

Il rovesciamento del trattore, la causa principale di morte sul luogo di lavoro
Il rovesciamento del trattore, la causa principale di morte sul luogo di lavoro
Il rovesciamento del trattore, la causa principale di morte sul luogo di lavoro
Il rovesciamento del trattore, la causa principale di morte sul luogo di lavoro

Nel primo semestre del 2022 sono 47 le vittime sul lavoro in Veneto: 33 decedute “in occasione di lavoro” e 14 “in itinere”, cioè nel percorso da casa alla sede di lavoro. Lo scorso anno erano 40 in totale. Sono dunque 7 decessi in più del 2021. Così l’emergenza continua ad aggravarsi in regione. E se il Veneto rimane ancorato al 2° posto nella graduatoria nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro dopo la Lombardia (52), Verona resta saldamente in testa alla classifica delle vittime tra i sette capoluoghi: dieci incidenti mortali su 33, infatti, sono avvenuti nella provincia scaligera.

Leggi anche
Trattore si ribalta nell'uliveto: muore un agricoltore 63enne

Con questi dati, dunque, il Veneto si mantiene purtroppo ancorato alla zona arancione nella mappatura dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre. «Continuare a rimanere in zona arancione significa vivere in un’area ad elevato rischio di morte sul lavoro. Perché – spiega Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre – si tratta di un rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa ben superiore alla media nazionale. Da gennaio a giugno 2022, infatti, il Veneto ha un’incidenza infortunistica di 15,9, compresa tra il valore medio nazionale (15,2 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati) ed il 125% dell’incidenza media nazionale. E, sebbene, il Veneto rientri in zona arancione, buona parte delle province venete si trovano in zona rossa, ad eccezione di Padova e Treviso che sono nella più virtuosa zona bianca. Rovigo la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di incidenza pari a 32,3 contro una media regionale di 15,9. Seguono: Verona (24,8), Belluno (23,3), Venezia (23), Vicenza (21,4). A Padova e a Treviso l’incidenza scende a 2,6.

Leggi anche
Si ribalta con il trattore in un canale: inutili i soccorsi, morto un agricoltore di 61 anni

Per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro nei primi sei mesi del 2022 sono 33 e vengono rilevati in provincia di: Verona (10), Vicenza e Venezia (8), Rovigo (3), Belluno (2), Padova e Treviso (1). (sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio/ tutti i dati e le variazioni rispetto allo scorso anno).

Le cause degli incidenti mortali nei due settori in assoluto più a rischio, l’agricoltura e l’edilizia, sono note e ricorrenti: dei 163 infortuni mortali verificatisi nel settore agricolo in Veneto negli ultimi 9 anni, dal 2012 al 2021, ben 110 sono stati causati dal ribaltamento del trattore. Nello stesso periodo in edilizia 49 infortuni mortali su 88 sono stati causati da cadute dall’alto. «Ogni nuovo decesso che ricalchi questi schemi noti rappresenta una morte annunciata. Perché, allora, non si riescono a fermare queste stragi?». A questa domanda ha provato a rispondere la due-giorni di informazione e formazione tenutasi tra ieri e oggi in Prefettura di Verona alla quale hanno partecipato tutte le istituzioni competenti (Inail, Inps, Spisal, Ispettorato del Lavoro), le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, i responsabili aziendali per la sicurezza.

Leggi anche
In Veneto più di seimila trattori obsoleti «Bisogna sensibilizzare gli agricoltori»

A lavorare contro i controlli e il rispetto delle regole è innanzitutto l’estrema frammentazione di questi due settori di attività, formati da migliaia e migliaia di piccole o micro aziende. Non è forse un caso se sette dei nove infortuni mortali ufficialmente censiti in questa prima parte del 2022 a Verona hanno riguardato lavoratori autonomi. E cinque dei nove sono accaduti in ambito agricolo. 

Nell’ultimo anno a Verona, a fronte di di 14 mila referti di pronto soccorso attestanti un infortunio di lavoro nel settore agricolo o edile si sono registrate soltanto 6 mila denunce. In molti casi sulle mancate denunce pesa la condizione di debolezza, quando non di vera e propria ricattabilità, in cui si trovano tanti lavoratori o lavoratrici specie se stranieri. «C’è poi un fondamentale problema di cultura: è impensabile che i controlli raggiungano decine di migliaia di imprese», spiega Raffaello Fasoli, Segretario Cgil Verona,  «la cultura della sicurezza deve essere condivisa fin dall’età scolastica e deve poter contare su tutte le organizzazioni delle imprese e dei lavoratori».

Leggi anche
Brenzone, operaio cade da 5 metri e muore mentre costruisce un muretto

A questo proposito la Commissione permanente istituita presso la Prefettura di Verona ha avviato una azione di lungo periodo che prevede incontri di sensibilizzazione nelle scuole e il coinvolgimento di tutte le parti sociali. Una misura che potrebbe far calare fino al 70% le morti per ribaltamento con trattore viene indicata nel sottoporre a revisione periodica obbligatoria anche i mezzi agricoli. In questo modo, infatti, si renderebbe più stringente l’obbligo (formalmente già vigente) dell’uso della roll bar, e si incentiverebbe le imprese a rinnovare il parco macchine sostituendo i mezzi più vecchi ed insicuri. 

Suggerimenti