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La tragedia in Baviera

Svolta sulla morte di Lucia Raso, il fidanzato indagato per omicidio

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Lucia Raso e il fidanzato Christian Treo
Lucia Raso e il fidanzato Christian Treo
Lucia Raso e il fidanzato Christian Treo
Lucia Raso e il fidanzato Christian Treo

«Anche se il cuore di Lucia si è fermato, il mio continuerà ad avere la forza, il coraggio, il dovere di cercare la verità». Il papà di Lucia Raso, Pietro, l’aveva dichiarato al nostro giornale a pochi giorni dalla morte della figlia. E la verità sembra avvicinarsi sempre più. Christian Treo, fidanzato della trentaseienne morta il 23 novembre 2020 nella città di Landshut nella Bassa Baviera a 76 chilometri da Monaco, è finito sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario.

Ad accusarlo della morte di Lucia è il pm Stefano Aresu, che ora attende l’esito di ulteriori accertamenti prima di chiudere le indagini. Per i famigliari di Lucia, assistiti dall’avvocato Enrico Bastianello, un passo fondamentale per far piena luce sulla morte della loro cara. Fin da subito, i genitori si sono dichiarati scettici sulla versione di Treo, resa sulla fine di Lucia. Il trentasettenne, pizzaiolo al ristorante Osteria Italia nella località tedesca, aveva dichiarato sia agli inquirenti che alla trasmissione «Chi l’ha visto?» di aver visto cadere Lucia da sola dalla finestra del suo appartamento in Germania, condiviso con altri due dipendenti del ristorante.

Difeso dall’avvocato Massimo Dal Ben, aveva aggiunto che pochi attimi prima della tragedia era uscito dalla stanza per parlare con i suoi amici e, una volta rientrato, aveva visto Lucia a carponi sul davanzale della finestra al primo piano del palazzo prima che precipitasse per alcuni metri. Una versione che non stava in piedi per i famigliari di Lucia Raso. E ora anche per la procura di Verona. In realtà, gli investigatori continuano a mantenere il riserbo sulle indagini. Ci sono evidentemente gravi indizi a carico di Treo ma restano per il momento secretati.

«L’indagine è delicata e complicata», si lascia scappare un investigatore, «dopo i primi accertamenti in Germania il fascicolo è transitato a Roma ed è finito in procura a Verona». In realtà, le verifiche, svolte in Germania, devono essersi rivelate sufficienti se gli inquirenti fanno sapere che sono in attesa di riscontri effettuati nella nostra città. Non si parla, però, dell’esito dell’autopsia che non ha aperto altre porte sulle cause della morte di Lucia.

La commessa, impiegata nel negozio Yves Rocher in via Mazzini fino al giorno della sua morte, ha perso la vita a causa dei traumi subiti per la caduta dalla finestra di casa di Treo. Nel sangue della vittima, inoltre, non sarebbero stati trovati valori elevati di alcol. E questa circostanza smentirebbe Treo che a pochi giorni dall’omicidio, aveva parlato di Lucia talmente alterata dall’assunzione di alcol da assumere quella rischiosa posizione sul davanzale della finestra. Peraltro, è emerso in questi giorni, Treo è stato interrogato dagli investigatori ma la sua deposizione non ha convinto il pm Aresu. Non è escluso che i due colleghi di Treo abbiano parlato con gli inquirenti, rivelando particolari inediti su ciò che è successo la sera del 23 novembre di due anni fa tra i due fidanzati. Lite tra i due per gelosia? Hanno sentito urla provenire dalla stanza di Treo prima della tragedia?

C’è un altro particolare che ha sempre lasciato scettici i genitori di Lucia e il fratello Fabio. I famigliari sono stati avvisati da sei vigili urbani di Verona della morte della trentaseienne a 20 ore dalla tragedia. Il giorno della morte, Treo non ha mai chiamato dalla Germania per avvisare della morte di Lucia. Lui si è giustificato, affermando che il cellulare gli era stato sequestrato dalla polizia tedesca. Ha aggiunto di aver avvisato subito suo padre perchè ricordava il numero a memoria. E infatti i suoi genitori si sono precipitati a Landshut subito dopo la tragedia. Resta la circostanza incontestabile che al momento della caduta di Lucia in quella stanza c’era solo Treo.

Giampaolo Chavan

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