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I Mondiali

Marocco, festa in Bra e poi raid contro i tifosi. Ferita una donna

Responsabili dell'aggressione sarebbero stati dei ragazzi incappucciati. danni alle auto
La gioia incontenibile dei tifosi del Marocco in piazza Bra
La gioia incontenibile dei tifosi del Marocco in piazza Bra
La gioia incontenibile dei tifosi del Marocco in piazza Bra
La gioia incontenibile dei tifosi del Marocco in piazza Bra

Aggiornamento Ore 13 7 dicembre

Per l'aggressione ai tifosi sono state fermate una dozzina di persone: sono estremisti di destra. Spunta anche il video della violenza contro i marocchini.

 

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Clacson, fumogeni, cori e bandiere. Piazza Bra chiusa per qualche ora, traffico privato ed autobus deviati verso Valverde e Cittadella. Succede tutto in una manciata di minuti. Achraf Hakimi, dal dischetto, nell'Educational Stadium di Doha in Quatar, ha appena affondato la Spagna e spedito il suo Marocco nell'olimpo delle prime otto Nazionali.

 

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Le felpe nere che rovinano la festa

L'onda rosso-verde, i colori del regno dei «Leoni dell'Atlante», prende possesso della scalinata della Gran Guardia. Canta e balla. Sono loro a fare la «fiesta», quella strappata con un'impresa alle «Furie Rosse» di Luis Enrique. Superlavoro di controllo e gestione del traffico per le forze dell'ordine, Polizia di Stato e Locale. La piazza bloccata è un classico senza tempo, sempre quando il campo di calcio sforna certi risultati. E va tutto bene, fino a quando, intorno alle 21, in Corso Porta Nuova accade l'incidente che rovina tutto.

Un gruppo di ragazzi («Erano incappucciati, con felpe nere», afferma un testimone) avrebbe bloccato un'auto guidata da giovani marocchini. I vetri restano, in frantumi, in mezzo alla strada. Pochi minuti più tardi un gruppo di giovani viene raggiunto e bloccato dalle forze dell'ordine in via Santa Teresa. Lampeggianti ovunque, area blindata. Operazione di polizia. È un altro «supplementare», quello non previsto. Segnato da un «raid» dai motivi, per il momento, incomprensibili. Arrivato comunque a guastare la serata. Alla fine sono stati tutti identificati e il bilancio parla di danni a tre auto in corso Porta Nuova e di una donna lievemente ferita da vetri rotti di un finestrino. Il tutto sarà materia d'indagine.

 

La prima volta per un Paese arabo

Era andato tutto bene, anzi benissimo. «Cambiato allenatore, rifatta la squadra. Ora ce la vogliamo giocare tutta. Vuoi che te lo dica? L'obiettivo è vincere, nulla di meno», afferma Elmeki Zakaria, avvolto dalla bandiera rossa con la stella verde al centro. La Gran Guardia è presidiata da almeno 300 persone. «È la prima volta che un Paese arabo arriva così in alto», ammette Amin Zanzan. L'Africa del resto, quasi ad ogni Mondiale, si avvicina alla vetta, stupisce il resto del mondo poi cede di fronte alle «grandi» del calcio. Stavolta è andata diversamente e a piegarsi è una nazionale che, da sempre, sta nell'Olimpo del pallone.

Festeggia la comunità marocchina, che a Verona rappresenta, secondo dati del 2021, l'11,9% della presenza straniera, quasi 14mila persone. «E ricordiamoci come una delle nostre stelle si sia "fatta le ossa" proprio qui», precisano tutti. L'allusione è centrocampista Sofyan Amrabat, 26 anni, ieri in campo contro la Spagna. Ora gioca con la maglia della Fiorentina ma era «esploso» nel campionato di serie A con quella dell'Hellas, guidato allora (Campionato 2019-2020) da Juric.

 

Bra "off limits"

Fumogeni rosso-verdi e cori. Arrivano famiglie con bambini, i più piccoli ballano. I veronesi, sul lato opposto della piazza, riprendono la festa con i cellulari. Le forze di polizia hanno già messo un certo ordine nel caos, facendo spostare le auto che minacciavano di intasare il cuore della città. Anche se per un po' la Bra resta «off limits». La confusione è incanalata ormai in un rituale che non preoccupa. Suonano ancora i clacson.

«Orgoglioso di questo Marocco», sbotta Mlik Hassen. È tunisino di nascita. «Ma, caspita, così in alto... mai visto». Un riscatto per l'Africa? «Giusto, l'hai detto. Proprio un riscatto».La festa procede. I cori continuano. Si balla e si canta. Qualche decina di minuti dopo e solo un paio di centinaia di metri più in là, verso Sud lungo Corso Porta Nuova, qualcuno decide di rovinare la festa. «Perché?», chiede un ragazzo. Ci sono vetri al centro dell'incrocio. E pochi metri più avanti una luminaria poco natalizia: lampeggianti di volanti e «pantere». Era una «fiesta», vissuta dall'altra parte del Mediterraneo. Ma è finita male.

Paolo Mozzo

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