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Persone scomparse

Missing, «inghiottiti» nel nulla: 94 denunce in 6 mesi. Tre i «cold case» veronesi

Due scomparsi a Verona, Maria Aparecida Soares «Brenda» e Stefano Magagnotto
Due scomparsi a Verona, Maria Aparecida Soares «Brenda» e Stefano Magagnotto
Due scomparsi a Verona, Maria Aparecida Soares «Brenda» e Stefano Magagnotto
Due scomparsi a Verona, Maria Aparecida Soares «Brenda» e Stefano Magagnotto

Sparire inghiottiti dal nulla. Far perdere le proprie tracce per lasciarsi alle spalle un passato che si vuole dimenticare. Oppure, fatti sparire, da qualcuno che magari è anche molto vicino a te. Ogni anno, migliaia di persone, sembrano nebulizzarsi. Verona non è diversa dalle tante altre città.

E noi dal 2017 abbiamo tre casi aperti, tre cold case. Il più vecchio riguarda il farmacista di Roncà, Stefano Magagnotto (1956), che il 20 dicembre 2017 indossata la tuta, sarebbe dovuto andare come al solito a giocare a tennis con un amico, invece al campo rosso di terra battuta non è mai arrivato. L’auto dell’uomo era stata ritrovata il 26 dicembre a Campofontana. Di quell’uomo, l’ultima immagine fu quella che mostrarono le telecamere dietro la chiesa. Magagnotto a piedi che si incammina in un viottolo. E da allora più nulla nonostante doppie ricerche, cani per la ricerca persona arrivati anche da Cortina, ricerche riprese anche nel settembre 2018 quando sembrava ci fosse un elemento da cui ripartire, ma non si arrivò da nessuna parte.

Sempre nel 2018 il caso della brasiliana scomparsa dalla zona del lago di Garda. Era sera del 18 luglio 2018 Maria Aparecida Soares, soprannominata Brenda, spariva nel nulla. L’ultimo posto in cui era stata vista quella sera, anche da alcuni vicini, è l’appartamento nel residence di Camalavicina, frazione di Castelnuovo del Garda, che la donna condivideva con il compagno Andrea Felicetti. Era stato lui a denunciare prima ai carabinieri e dopo qualche giorno alla trasmissione «Chi l’ha visto?» la scomparsa della signora all’epoca cinquantadueenne, in Italia da vent’anni, con cui la relazione era in crisi (nel dicembre di quello stesso anno Felicetti si era poi sposato con una donna colombiana).

Recentemente invece è sparito un senzatetto, nazionalità romena di cui da oltre due mesi si sono perdute le tracce. L’uomo, pur non avendo una dimora aveva un lavoro, ma non è stato possibile appurare se a tempo pieno o saltuario. A dare l’allarme è stata la compagna residente all’estero, che non sentendolo per un lungo periodo è venuto a Verona ed ha sporto denuncia. Di quest’uomo non v’è traccia da nessuna parte, anche se non si esclude che possa aver lasciato l’Italia.

Il mese scorso, in prefettura, è stato ridefinito il piano da applicare al momento della denuncia di una persona scomparsa da parte dei familiari. Da inizio anno sono state tre le situazioni in cui, partendo da una segnalazione qualificata, quindi avendo un punto da dove far partire le ricerche, si è attivato il piano che comprende vigili del fuoco, forze dell’ordine, Protezione civile, 118 e Soccorso alpino, tra gli altri.

«Delle tre situazioni che abbiamo affrontato», spiega il prefetto Donato Cafagna, «in due casi purtroppo abbiamo ritrovato le persone decedute, in un altro caso, si trattava di un minore che aveva spento il cellulare e per pochi attimi poi lo aveva riattivato. Il minore era stato ritrovato in montagna, il 24 ore il caso era risolto». Negli ultimi sei mesi le segnalazioni di persona scomparsa sono state 94, per 33 casi si tratta di minori.

«Nella maggior parte dei casi si tratta di ragazzi stranieri che si allontanano dai centri di accoglienza. Molti di loro raggiungono parenti anche in altri Stati», specifica il prefetto, «per alcuni poi ci sono aggiornamenti, ma non è sempre facile seguire il loro tracciamento da un Paese all’altro». A seguire i casi ed a coordinare per la prefettura l’attivazione del piano è Giulia Calabrese, la dirigente dell’area V, che è di Protezione civile, difesa civile e soccorso pubblico.

«Per iniziare la ricerca di persona scomparsa è necessario che vi sia una denuncia. Se poi c’è una segnalazione qualificata, che cioè fornisca un punto di partenza da cui cominciare le ricerche: un luogo, una cella telefonica agganciata, un bigliettino è un grande aiuto. Va inoltre fatta distinzione tra persone scomparse e persone disperse», spiega la dirigente Calabrese, «sono definite persone scomparse quelle che volontariamente o involontariamente si sono allontanate da luoghi di residenza o domicilio senza fornire indicazioni. Non vanno confuse con le persone disperse che invece sono quelle situazioni nelle quali la ricerca della persona è localizzata in un'area determinata a seguito di un evento incidentale idoneo a porre in pericolo la vita umana».

Coinvolti nel piano ci sono i vigili del fuoco che hanno un ruolo fondamentale di coordinamento delle ricerche e delle squadre, ma sempre facendo riferimento alla prefettura. «Sono i vigili del fuoco a organizzare il posto di comando avanzato, a chiedere l’ausilio, sempre attraverso la prefettura di volontari quando serve. Le ricerche non hanno un tempo», conclude la dirigente, «possono durare minimo tre giorni, essere sospese e poi ricominciare. Non viene tralasciato alcun dettaglio, alcun indizio reperito dalle forze dell’ordine nella prima fase info investigativa, per cercare di arrivare a ritrovare la persona scomparsa». E nel 2021 sono state presentate 91 denunce di scomparsa, per sei di queste è stato attivato il piano, 4 le persone rintracciate e purtroppo due invece sono state trovate decedute

Alessandra Vaccari

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