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Minacce a Gardaland
potenziati i controlli

L'ingresso di Gardaland
L'ingresso di Gardaland
L'ingresso di Gardaland
L'ingresso di Gardaland

Un biglietto trovato appiccicato a una delle tante attrazioni di Gardaland. Un cartello che si supponeva scritto in arabo, invece era in afghano, nell’idioma pashtun, con una frase che lascia poco tranquilli, tipo «A morte tutti gli occidentali. Prima o poi vi faremo sparire tutti». A lasciarlo, da filmati delle telecamere interne al parco e visionate successivamente, sarebbe stata una donna. Ma aveva il capo e il volto coperto, e indossava un abito lungo, di quelli in uso alle donne arabe: impossibile quindi una identificazione. Il fatto è avvenuto in luglio, ma la notizia è trapelata solo in queste ore.

I turisti, a quanto pare, non ci hanno fatto molto caso, ipotizzando si trattasse di una comparsa del parco. Minaccia reale, o pessima trovata per creare panico e vedere le reazioni? O peggio, allarme lanciato per verificare i tempi di reazione in caso di attentato? Quando uno dei dipendenti del parco ha trovato il foglio lo ha consegnato agli uomini della sicurezza, ma è stato necessario trovare un traduttore. E una volta verificato il contenuto dello scritto sono state avvisate le forze dell’ordine. E l’allarme nel parco divertimenti più grande d’Italia è scattato.

Sono passati molti giorni dal ritrovamento del fantomatico messaggio. Per settimane si sono susseguiti incontri tra comandanti dei carabinieri, questore, guardia di Finanza e prefetto. In accordo s’è deciso di posizionare, ma non tutti i giorni, le pattuglie di carabinieri e polizia davanti al parco, non all’interno, per non creare allarmismo. Carabinieri e poliziotti specializzati, quelli formati proprio per combattere il terrorismo, gli Uopi della polizia (unità operative pronto intervento) e le Api dei carabinieri (aliquote di primo intervento) entrambe create come «first responder». La loro particolarità è quella di essere in grado di arrivare nella zona a rischio entro 10 minuti e ingaggiare «l'active shooter». Le unità hanno armi diverse da quelle dei normali colleghi. Il filtraggio, in un luogo tanto frequentato come un parco divertimenti, non è semplice. Inoltre, si tratta di un luogo nel quale tutti entrano con gli zainetti, che poi vengono abbandonati al momento di accedere alle attrazioni.

Barriere, new jersey, fioriere per difendersi da possibili e probabili attacchi jihadisti. Si parla tanto del centro di Verona, ma se gli attentatori decidessero di colpire in un parco come Gardaland le conseguenze sarebbero catastrofiche. E la stessa cosa si potrebbe dire se nel mirino dei terroristi finisse uno dei tanti concerti ancora in calendario in Arena o un evento sportivo allo stadio.

Fondamentale comunque è tenere alta la guardia e non lasciare nulla al caso, a maggior ragione dopo la strage di Barcellona, per rendere almeno difficile la missione a chi decidesse di entrare in azione, alla luce dell’allarme lanciato sui social, con l’Italia prossimo possibile obiettivo.

Alessandra Vaccari

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