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Previsioni meteo

Torna la pioggia, poi il grande freddo. Il livello del Garda è in recupero

Sul veronese sono previsti fra 10 e 20 millimetri, ma anche stavolta la quota neve risulterà troppo elevata, generalmente superiore ai 1600 metri
Turisti in Bra sotto la pioggia
Turisti in Bra sotto la pioggia
Turisti in Bra sotto la pioggia
Turisti in Bra sotto la pioggia

Dicembre come novembre. In vista di un severo calo della temperatura atteso per l’inizio della prossima settimana, l’autunno si congederà riportando quelle piogge che tanto solo mancate negli scorsi mesi. Mentre l’Italia centro-meridionale fa i conti con eccezionali ondate di maltempo – enfatizzate da una temperatura del mare troppo elevata – il nord ne approfitta per recuperare il forte deficit pluviometrico che ha caratterizzato il 2022.

Con i 30 millimetri abbondanti caduti fra domenica e lunedì, il totale annuo delle precipitazioni si è portato a Verona attorno ai 490 millimetri, un dato ancora lontano dagli 800 che la statistica prevede per l’interno anno. Solo nel 2003 era piovuto di meno. In quell’anno le piogge annue non superarono i 465 millimetri.

Il recupero, iniziato in verità nella seconda metà agosto, è stato tuttavia notevole: a fine luglio la quantità non arrivava a 150 millimetri, un record negativo assoluto. Dicembre non è però un mese piovoso. Per la statistica cadono circa 55 millimetri d’acqua, pur con molte differenze da un anno all’altro. Gli estremi sono compresi fra i 170 millimetri del dicembre 2020 alla totale assenza di precipitazioni del dicembre 2015 e del 2016.

 

Verona, recupera il livello del Garda

La pioggia delle ultime settimane ha fatto bene soprattutto al reticolo idrografico. Dai minimi registrati alla metà di settembre (i più bassi dal 2007) il livello del Garda ha recuperato una quindicina di centimetri, pur rimanendo più basso della media del periodo di oltre mezzo metro. Stabile è invece la portata dell’Adige, che durante l’estata non ha sofferto più di tanto grazie ai temporali dell’arco alpino.

 

 

Brescia, il lago d'Iseo cresce di 80 centimetri

Importante il recupero del livello del lago d’Iseo, senz’altro più corposo rispetto a quello del Garda. Dalla metà di settembre il Sebino ha visto crescere il livello di circa 80 centimetri. Più acqua scorre quindi nell’Oglio, ma anche nel Mella e nel Chiese, provati da un’estate senza precedenti in fatto di arsura. In novembre è tornata a stabilizzarsi la situazione dei bacini subalpini collegati alle sorgenti di montagna, fino ad agosto in fortissima sofferenza.

 

Situazione precaria a Vicenza

Fino alla metà di novembre la portata del Brenta e del Bacchiglione era notevolmente inferiore alla media: -66% per il primo fiume, -85% per il secondo. Le piogge delle ultime tre settimane hanno migliorato una situazione che rimane precaria. Specie se l’inverno dovesse presentare lunghe situazioni anticicloniche.

 

Mantova, resta bassa la portata del Po

Le piogge dell’autunno hanno guarito solo in minima parte il grande malato della Valpadana. Mai nel dopoguerra il Po si è presentato così vuoto come quest’anno. Grazie al crollo invernale degli emungimenti la situazione generale è migliorata, ma l’assenza di grandi perturbazioni sulla parte più alta del suo corso tiene il primo fiume d’Italia ad appena il 60% della portata media.

 

Le siccità storiche

Dalla fine Settecento ad oggi, oltre due secoli di rilevazioni meteorologiche costanti permettono di inquadrare la portata del cambiamento meteorologico in atto. Se nel corso dell’Ottocento non sono citati dalle cronache eventi siccitosi pesanti, nel Novecento le siccità storiche si sono concentrate soprattutto nella seconda metà del secolo.

Pesantissima fu quella del 1976, terza per intensità dopo quelle del 2003 e del 2022. Nel primo semestre di quell’anno su Verona caddero poco meno di 150 millimetri d’acqua (da luglio ci fu un forte recupero). Siccità invernale intensa fra il 1988 e il 1989: iniziò alla fine di novembre per concludersi solo a fine febbraio. Anche l’anno successivo accadde qualcosa di simile: appena 50 millimetri di pioggia dall’inizio dicembre alla fine di marzo.

Ma il più lungo periodo di tempo senza una sola goccia d’acqua documentato nel dopoguerra spetta al 1997, dal 20 di dicembre al 29 aprile. In tutto 97 giorni di aridità assoluta, fortunatamente dopo un autunno e un inizio d’inverno molto piovosi e nevosi. Il resto è storia recente. Storia di un’annata, il 2022, eccezionalmente arida e che imporrà sempre più un approccio diverso in tema di gestione delle risorse idriche, dalle vette al mare, sopra e sotto terra.

 

Venerdì altra pioggia, poi arriva il freddo

Una nuova perturbazione riporterà la pioggia fra la tarda serata di domani e il primo pomeriggio di venerdì. Sul veronese sono previsti fra 10 e 20 millimetri, ma anche stavolta la quota neve risulterà troppo elevata, generalmente superiore ai 1600 metri, con punte di 2000 sulla Lessinia orientale. Poi tutto cambierà. Da domenica entreranno in scena correnti fredde di origine artica responsabili di un calo termico importante, molto più pronunciato a partire da domenica, con prospettive di gelo notturno importante a partire da lunedì. Attese minime notturne in pianura fino a -5° nelle giornate di martedì e mercoledì. 

Alessandro Azzoni

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