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L'autrice a Verona

Melanie Joy e il «carnismo»: «Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche?»

Melanie Joy a Verona (Perbellini)

Melanie Joy questa mattina era a Verona ospite della Lav (Lega antivivisezione) alla Società Letteraria per presentare la riedizione, dopo 10 anni, del suo best seller Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche.

Verona, assieme a Milano, sono le uniche due città del mini tour che la psicologa sociale americana di 55 anni (ma residente a Berlino) ha organizzato per tornare sulle tematiche del suo saggio. Che rappresenta una pietra miliare nel mondo dell’animalismo per quanto riguarda i diritti degli animali, il nostro rapporto con loro e di come il sistema socioeconomico e culturale ci condizioni nella percezione che abbiamo nei loro confronti . Tema centrale del suo scritto è il “carnismo”, cioè l’ideologia di cui siamo inconsapevolmente permeati e che ci permette per esempio di mangiare alcuni animali e di amarne altri. Per dare un’idea fa questo esempio: “Stiamo per addentare un hamburger, il pane è soffice, la carne profumata, c’è la lattuga, ci sono le salse. Ma a un certo punto ci dicono che non è manzo, ma carne di un golden retriever. Ecco che a quel punto, quello che sembrava un piatto meraviglioso, si trasforma in qualcosa di orripilante, e che scatena moti di protesta”.

 

Melanie Joy a Verona (Perbellini)

 

Il carnismo, spiega, sta tutto in questa percezione distorta, creata in un elaborato processo di rimozione e di accettazione, per cui noi attribuiamo a determinati animali emozioni mentre in altri vediamo semplicemente degli oggetti. Ma la realtà non è così, perché tutti gli animali provano emozioni, dolore, gioia, affetto e un maialino non è diverso da un cane. Il suo saggio affronta in modo dettagliato i meccanismi sociali e individuali che dominano il nostro modello di sviluppo e spiega cosa dovremmo fare per passare dall’apatia all’empatia. Ma senza puntare il dito su nessuno, senza accusare, senza intenti polemici. Ma attraverso il dialogo e la conoscenza. L’aggressività, o peggio la violenza, non è mai la risposta. Il suo libro è uno spunto per una presa di consapevolezza. Miliardi di animali vengono uccisi ogni anno in modo crudele in luoghi che sono intrisi di una indicibile violenza e di cui nessuno vuole sentire parlare. I vegani, cioè coloro che si nutrono senza alimenti di origine animale, dice, devono essere i pionieri, spesso incompresi o derisi, di un mondo che prima o dopo, anche se molto lentamente, dovrà necessariamente cambiare. Anche perché, come oramai indicano tutti gli studi delle Nazioni unite, gli allevamenti intensivi sono anche una delle principali cause del surriscaldamento globale. Un’emergenza che dovrebbe preoccupare tutti perché ha a che fare con il nostro futuro.

Marzio Perbellini

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