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L'indagine

False vaccinazioni a 300 euro l'una, il medico veronese chiede di patteggiare

È accusato, in concorso con 135 pazienti, di corruzione
Le immagini dei carabinieri che testimoniano il passaggio di denaro
Le immagini dei carabinieri che testimoniano il passaggio di denaro
False vaccinazioni, operazione dei carabinieri

Solo per il dottor Michele Perini il sostituto procuratore Paolo Sachar aveva chiesto il giudizio immediato. Solo per lui, accusato di corruzione in concorso con 135 pazienti, l’indagine sulle finte vaccinazioni era stata chiusa. E ieri è comparso davanti al gup Livia Magri: il legale del medico, l’avvocato Roberto Canevaro, ha raggiunto con il pm un accordo sul patteggiamento a 4 anni di reclusione, una pena relativamente contenuta perché comunque legata al risarcimento del danno alla Sanità pubblica.

 

Gli arresti del 24 marzo 2022


Perini, ancora agli arresti domiciliari, venne arrestato insieme ad altre cinque persone il 24 marzo dello scorso anno, il medico di base con due ambulatori (uno a Porto San Pancrazio e l’altro in via Cipolla) oltre che di corruzione è accusato di falso, abuso d’ufficio e truffa ai danni dello Stato perché, in cambio di 300 euro a «non dose», ai clienti no vax rilasciava l’attestazione dell’avvenuta somministrazione del vaccino anti Covid.

Il nominativo del paziente veniva quindi inserito nella piattaforma del ministero della Salute che a quel punto rilasciava il green pass. Mentre le dosi di vaccino venivano gettate, in alcuni casi ai pazienti che chiedevano effettivamente sottoporsi alla profilassi veniva somministrata acqua. Ieri la difesa ha chiesto la revoca della misura anche per consentire all’imputato di recuperare la somma da destinare al risarcimento, una richiesta sulla quale la dottoressa Magri si è riservata. L’udienza è stata quindi rinviata a febbraio.

 

Il «paziente zero»

L’indagine del Nas di Padova iniziò nell’agosto 2021 e il «paziente zero» è un cuoco che lavora ad Abano Terme. Fu lui, chiacchierando, a rivelare che a Verona c’era un medico che in cambio di 300 euro falsificava il certificato del vaccino. Se da una parte, al Porto, la fila infinita di pazienti davanti alla porta del suo ambulatorio aveva creato più di qualche perplessità, dall’altra la «soffiata» del cuoco arrivò ai carabinieri. L’indagine coordinata dal dottor Sachar, attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, alzò il sipario sulla reale attività del professionista: circa 300 i pazienti accertati in pochi mesi che avevano ottenuto, pagando, il green pass. Senza dose. 

Fabiana Marcolini

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