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Mazzi, dagli show alla Camera «Arena? Resto a disposizione»

Gianmarco Mazzi
Gianmarco Mazzi
Gianmarco Mazzi
Gianmarco Mazzi

Il suo primo commento arriva sulle note di un brano rock, dall’Arena. «È l’eco delle prove del Liga...», cioè Luciano Ligabue, ieri sera in concerto. «Ora andrò in Parlamento. Un impegno che affronto con grande entusiasmo e serietà». Gianmarco Mazzi, veronese, 62 anni, sposato, neoeletto deputato di Fratelli d’Italia, nel Padovano, parla dal suo habitat. Quello della musica, dello spettacolo. Da quasi quarant’anni manager nel mondo delle televisione e dell’entertainment, Mazzi da cinque anni è amministratore delegato di Arena di Verona Srl, società di diritto privato, controllata dalla Fondazione lirica Arena, che gestisce le attività televisive e live nell’anfiteatro romano. In pratica, l’attività extralirica. Mazzi era tra i candidati di FdI scelti dal partito di Giorgia Meloni - primo in Italia con il 26 per cento; in città 28,75 - tra professionisti, manager, accademici, considerati vicini. Tra questi Carlo Nordio, Marcello Pera, Giulio Tremonti, e appunto Mazzi, già direttore del Festival di Sanremo. «In realtà fin dai tempi del liceo classico Maffei ho cominciato a interessarmi di politica e a frequentare l’area culturale della destra che oggi fa riferimento a Giorgia Meloni», racconta Mazzi, «ed ero militante. Volevo reagire al fatto che se non eri allineato dall’altra parte politica», allusione alla sinistra, «non avevi diritto di parola. Fu una scelta di libertà». Dentro il Msi, dunque, «ma io sono sempre stato un moderato e ho sempre frequentato ambienti artistici, che sono spesso politicamente dalla parte opposta. Ma ho sempre rispettato tutti e sono sempre rispettato da tutti». Ecco, il mondo artistico e degli spettacoli. Vocazione giovanile? Certo, il titolo della tesi di laurea in giurisprudenza di Mazzi lasciava già intendere più di qualcosa: “L’intervento pubblico nel campo dello spettacolo, fra promozione culturale e mercato”. Insomma, una strada già segnata in partenza? In realtà non fu proprio così. In principio fu lo sport, il calcio in particolare. «Nel 1981 frequentai, a Coverciano, in Toscana, il primo Corso di direzione per società sportive, organizzato dalla Federazione giuoco calcio, guidata da Italo Allodi. A fine corso lui mi inviò in Inghilterra e Scozia per capire come là gestivano il calcio. Feci quattro mesi tra Tottenham, Arsenal, Celtic e Rangers Glasgow: loro erano già molto avanti», spiega Mazzi. «Poi Allodi mi fece due proposte, per seguire dal punto di vista organizzativo squadre di calcio di città molto lontane da Verona. Non me la sentii. Dovevo finire gli studi e poi l’ambiente calcistico non mi entusiasmava. Insomma rifiutai. Italo non la prese bene». Il resto della storia, che già proietta Mazzi nel mondo dello spettacolo, si chiama Nazionale Cantanti. «Dopo un po’ di tempo Allodi mi richiamò dicendo che Mogol aveva il progetto di avviare la Nazionale Cantanti. Andai da lui, era il 1981. Mi trovai davanti il mito Mogol e c’era anche Gianni Morandi. Con loro due, e con Gianluca Pecchini, avviammo quella grande esperienza di solidarietà, che in 39 anni di partite ha raccolto e devoluto oltre cinquanta milioni per fini umanitari». Da lì, fin dall’inizio, i contatti con cantanti e artisti e cominciai a lavorare per i Pooh, Miguel Bosè, e poi tanti altri. «I miei genitori mi volevano notaio, ma sono finito a lavorare nel mondo dello spettacolo, della televisione, che mi ha dato tante soddisfazioni». Sanremo, la Rai, l’Arena, nominato ad Arena di Verona Srl dall’ex sindaco e presidente della Fondazione Arena Federico Sboarina, di FdI, anche se già in precedenza Mazzi si era occupato di extralirica in Arena. E poi, nella campagna elettorale “balneare” seguita alla caduta del governo Draghi, la chiamata di FdI. E domenica l’elezione. «Sono grato a Giorgia Meloni per la fiducia che ha riposto in me e ringrazio gli elettori», aggiunge Mazzi. «Sento anche una grande responsabilità e sono contento che per la prima volta il nostro partito abbia una così forte rappresentanza in Parlamento. Lavorerò con serietà, a disposizione di Verona e credo sia importante collaborare con la città e con tutti i suoi rappresentanti, in maniera ecumenica, senza guardare ai colori politici». E il suo incarico ad Arena di Verona srl, con la nuova amministrazione Tommasi, del colore opposto di FdI? «Credo di avere svolto un buon lavoro in Arena e metto a disposizione la mia competenza alla città e a chi vorrà avvalersene ancora. Lavorare non mi fa paura».•.

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