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L'emergenza

Emergenza sanità: specializzandi e neolaureati nei pronto soccorso e come medici di base

Potranno avere dall'Ulss incarichi con mille assistiti. Dal Pd pioggia di emendamenti. Specializzandi nelle corsie del Pronto soccorso

Tutto blindato: incarichi da mille pazienti ai medici laureati iscritti al corso di formazione di Medicina generale. E specializzandi nelle corsie del Pronto soccorso.

La maggioranza di centrodestra del Consiglio regionale tira dritto e, come da programma, approva quei due emendamenti proposti due settimane fa dall’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, per tamponare la carenza di medici di famiglia e quella nei reparti ospedalieri. L’opposizione guidata dal Pd - che nell’ultima seduta aveva chiesto e ottenuto la sospensione per 15 giorni del provvedimento per discuterne in commissione con il confronto delle organizzazioni sindacali dei medici - non ha potuto che incassare la fila di bocciature agli emendamenti proposti su quel tema. Questa la cronaca della giornata di consiglio ieri a palazzo Ferro Fini a Venezia che si traduce, di fatto, in una nuova legge, l’ordinamentale, che darà il via libera a parecchie novità.

Medici di base Le cosiddette «zone carenti» in Veneto, cioè scoperte, senza un medico di medicina generale sono quasi 600. La legge approvata ieri prevede che i medici laureati e abilitati, iscritti al corso di formazione in Medicina generale, possano ottenere un incarico temporaneo dall’Ulss al primo anno con mille assistiti e 1200 negli anni successivi. Attenzione: questi giovani medici possono già oggi sostituire per ferie, per esempio, il medico di base con tutto il pacchetto di pazienti (fino a 1500) per un tempo limitato o prendere un incarico più lungo dall’Ulss. La novità sta in quest’ultimo contratto che ora prevede più pazienti: da 650 a mille assistiti dal primo anno. Su ciò si sono scatenate le polemiche in aula e le critiche delle varie sigle sindacali. Ma Lanzarin non ha modificato il provvedimento e l’ha sottoposto al voto dell’assemblea. Il capogruppo del Pd, Giacomo Possamai, con la veronese Anna Maria Bigon in primis, hanno chiesto modifiche: attivare l’affiancamento e il tutoraggio, anche in modalità telematica, e tre mesi di formazione all’inizio dell’incarico di medico di base. Niente da fare. Tutor e tirocini, Fimmg boccia Sonia Brescacin, presidente della Commissione sanità, motiva: «Stiamo parlando di medici laureati che stanno seguendo il corso di specializzazione e hanno voglia di fare esperienza. Non sono giovani buttati allo sbaraglio. Con questo provvedimento si apre la possibilità di attribuire loro incarichi temporanei salvaguardando però l’aspetto formativo e prevedendo l’affiancamento di un tutor in tutto il triennio». Di più. L’assessore Lanzarin rincara: «Con questa legge rendiamo più appetibile la professione di medico di medicina generale». E rassicura. «Va ricordato che il tirocinio in Veneto è stato raddoppiato da 6 mesi a un anno: abbiamo previsto che sia obbligatorio e non computabile con altre attività professionali (le Usca, per esempio) così come i 4 mesi presso il Distretto. In questa norma, poi, che è la stessa che il Pd ha presentato al Senato, si fa riferimento a un’altra legge che già regola il tutoraggio». Come a dire: non è stato esplicitato, ma il medico iscritto al corso di formazione è già inserito in un percorso strutturato. Maurizio Scassola, presidente Veneto di Fimmg, però, boccia: «Le cose non stanno così. O meglio, il tirocinio viene spalmato nei tre anni di formazione e ogni studente nell’ambito dell’attività della Scuola viene affidato ad un tutor. Ma è cosa diversa dire che chi oggi assume un incarico temporaneo dall’Ulss o una sostituzione provvisoria di poche settimane, può far affidamento su un qualche tutoraggio. Ad oggi non è così: non c’è alcun affiancamento. Questa era una occasione per creare una rete di protezione a garanzia di medico e del paziente».

Medici al Pronto soccorso L’altra novità che introduce la nuova norma riguarda gli ospedalieri. È prevista la proroga al 31 gennaio 2024 dei contratti a tempo determinato, di rapporti in convenzione o altre forme di lavoro flessibile. Gli specializzandi già dal primo anno potranno lavorare nei servizi di urgenza ed emergenza con contratti libero professionali o di collaborazione continuata. È prevista, poi, una deroga per il 2022-2024: i laureati in medicina e chirurgia abilitati durante la specializzazione ora potranno non solo svolgere attività di medico di medicina generale o guardia medica, ma anche nei Pronto Soccorso. Infine le Ulss, per ridurre il ricorso alle cooperative potranno incentivare le prestazioni aggiuntive dei medici ospedalieri dipendenti pagandoli fino a 100 euro lordi l’ora contro i 60 attuali.

Scintille in aula Lanzarin è soddisfatta: «È una misura urgente per rispondere alle difficoltà di reperimento del personale. Questi giovani medici costituiranno linfa vitale fino a che non si troveranno soluzioni strutturali. È una norma scritta sul solco del documento votato dalle Regioni all’unanimità, già adottato dalla Toscana e ora in discussione in Parlamento presentato dal Pd». Ma Possamai, Pd, critica il metodo ricordando il tentato blitz della maggioranza due settimane fa: «In aula abbiamo assistito ad una surreale lettura delle istanze raccolte in Commissione, spacciate persino per giudizio favorevole delle categorie». La dem Vanessa Camani attacca: «Per principio, perché dovete dimostrare che la maggioranza non è sfilacciata, non avete considerato correttivi di buon senso». Alberto Villanova, presidente dell’intergruppo Lega–Liga, replica: «La nostra disponibilità al dialogo, rimandando di due settimane il voto, è stata scambiata per debolezza. Non siamo sfilacciati, lo abbiamo dimostrato al voto».•.

Cristina Giacomuzzo

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