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il rapporto mal'aria

Pm10, Legambiente: «Verona tra le 10 città più inquinate d'Italia»

La città scaligera al sesto posto nella "top ten" dei centri con i più alti valori medi annuali di Pm10. È anche la più virtuosa, in Veneto, nel ridurre le concentrazioni di inquinanti. Ma il tasso di decrescita è troppo lento, esponendo la città a nuovi rischi sanitari e sanzioni
Secondo Legambiente Verona è tra le 10 città più inquinate d'Italia
Secondo Legambiente Verona è tra le 10 città più inquinate d'Italia
Mal'Aria, la videoscheda

Verona tra le dieci città con maggiore inquinamento da Pm10 in Italia. È l'allarme che arriva dal rapporto Mal’aria di città 2023 di Legambiente, l’annuale analisi sullo stato dell’inquinamento atmosferico delle città italiane capoluogo di provincia.

Decresce, inoltre, troppo lentamente l’inquinamento atmosferico nelle città italiane mettendo a rischio la salute dei cittadini che cronicamente sono esposti a concentrazioni inquinanti troppo elevate. A partire dai dati ufficiali delle centraline di monitoraggio installate dalle autorità competenti nei diversi comuni, il rapporto fornisce un quadro quanto più possibile completo su quello che è stato l’inquinamento atmosferico dell’anno appena concluso, il 2022, per provare a evidenziare criticità, carenze, prospettive e soluzioni per uscire finalmente dalla cronica emergenza smog che affligge le città del nostro Paese.

 

 

Smog, emergenza cronica in Italia

Il 2022 infatti, come ogni anno, ha mostrato delle criticità acute per alcune città – rappresentate dai giorni di sforamento del limite giornaliero per il PM10, stabilito in 35 giorni in un anno, in cui si è registrata una concentrazione media giornaliera di polveri superiore a 50 microgrammi/metro cubo come previsto dall’attuale normativa in vigore – e criticità meno evidenti, ma da attenzionare seriamente, per ciò che concerne la media annuale degli inquinanti tipici dell’inquinamento atmosferico quali le polveri sottili (PM10 e PM2.5) e il biossido di Azoto (NO2 ).

Ma procediamo con ordine. Nel 2022 sono ben 29 le città con almeno una centralina oltre il limite di legge dei 35 giorni di sforamento consentiti: guida la classifica negativa la città di Torino (Grassi) con 98 giorni oltre i limiti, seguita da Milano (Senato) con 84, Asti (Baussano) (79), Modena (Giardini) 75, Padova (Arcella) e Venezia (Tagliamento) con 70. Queste città hanno di fatto doppiato il limite dei 35 giorni a dimostrazione di una cronica aria inquinata respirata dai cittadini specialmente nel periodo autunnale e invernale del 2022 (Gennaio – Marzo e Ottobre – Dicembre).

Anche Verona «fuorilegge» con 59 sforamenti in un anno

Non se la passano meglio Cremona (Cadorna, 67 gg), Treviso (S. Agnese, 66), Mantova (Ariosto), Rovigo (Centro) con 65, Reggio Emilia (Timavo, 64), Alessandria (D’Annunzio, 63), Ferrara (Isonzo) e Frosinone (scalo) con 61 sforamenti, Brescia (Villagio Sereno) e Vicenza (S. Felice) 60, Lodi (Vignati) e Verona (Giarol Grande) 59, Monza (Machiavelli) 58 e Pavia (Minerva) 55 che hanno superato i 50 giorni di sforamenti. Chiudono la classifica delle città fuorilegge Piacenza (Giordani-Farnese) e Andria (Vaccina) con 47, Parma (Montebello) 46, Novara (Roma) 43, Rimini (Flaminia) 42, Ragusa (Villa Archimede) 41, Ravenna (Zalamella) e Como (Cattaneo) 37, Roma (Tiburtina) 36.

Per quanto riguarda i valori medi annuali, nessuna città ha fatto registrare il superamento del limite previsto da normativa (40 µg/mc): Milano Torino e Cremona si sono fermate infatti a 35 µg/mc; Alessandria e Andria a 34 µg/mc, Modena, Monza, Asti, Lodi e Verona 33 µg/mc, Reggio Emilia, Brescia, Mantova, Padova, Vicenza, Pavia, Rovigo e Treviso 32 µg/mc, Venezia, Ragusa e Piacenza 31 µg/mc, Vercelli, Parma e Novara 30 µg/mc. La città scaligera è dunque al sesto posto nella "top ten" delle città con i più alti valori medi annuali di Pm10.

Concentrazione media annuale nel 2022 di Polveri sottili (PM10 e PM2.5) e di Biossido di azoto (NO2) nelle città capoluogo di provincia
Concentrazione media annuale nel 2022 di Polveri sottili (PM10 e PM2.5) e di Biossido di azoto (NO2) nelle città capoluogo di provincia

Criticità anche per le Pm2.5

Anche per il PM2.5 la situazione di criticità è analoga a quella appena descritta. Delle 85 città di cui si aveva a disposizione il dato, ben 71 (l’84% del campione) nel 2022 hanno registrato valori superiori a quelli previsti al 2030 dalla prossima direttiva. Monza (25 µg/mc), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (23 µg/mc), Alessandria, Bergamo, Piacenza e Torino (22 µg/mc), Como (21 µg/mc) le città che di fatto ad oggi doppiano quello che sarà il nuovo valore di legge (10 µg/mc contro i 25 µg/mc).

57 su 94 (il 61%) sono invece le città che, pur non superando il limite legislativo attuale per il biossido di Azoto (NO2), nel 2030 saranno fuorilegge viste le concentrazioni registrate nel 2022: infatti il nuovo limite di 20 µg/mc sarebbe stato superato nelle 57 città riportate precedentemente, con le situazioni più critiche e distanti dal nuovo obiettivo registrate a Milano (38 µg/mc), Torino (37 µg/mc), Palermo e Como (35 µg/mc), Catania (34 µg/mc) che dovranno ridurre le loro emissioni per più del 40%. Verona dovrebbe ridurle del 38%.

Necessario un cambio di passo

L’analisi del trend di riduzione dell’inquinamento delle città italiane, inoltre, ad oggi non lascia ben sperare.

Infatti, tra il 2011 (primo anno di riferimento preso in considerazione dalla presente indagine) e il 2021 (ultimo anno di riferimento), mediamente ogni anno la concentrazione di PM10 nelle nostre città si è ridotta solamente del 2%. In Veneto, Verona ha ridotto mediamente le sue concentrazioni di PM10 del 4%, Padova, Rovigo, Venezia e Vicenza del 3%, Belluno e Treviso dell’1%. 

I tempi per rientrare nei nuovi limiti sarebbero dell’ordine di circa 15 anni. Troppi per non continuare a incorrere in nuove procedure di infrazioni e multe dall’Europa e per tutelare in maniera più incisiva la salute dei cittadini.

Le proposte di Legambiente

Per combattere l'inquinamento in ambito urbano, l’Associazione propone una serie di interventi “a misura di città”: 

  1. Il passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle ZEZ (Zone a zero emissioni). Come dimostra l'esperienza di Milano (con l'area B) e, soprattutto, dell'ultra Low Emission Zone londinese, le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%.  
  2. LEZ anche per il riscaldamento. Serve un grande piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, e incentivare una drastica riconversione delle abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali, come il Superbonus, opportunamente corretto dagli errori del passato come gli incentivi alla sostituzione delle caldaie a gas. 
  3. Potenziamento del Trasporto Pubblico e Trasporto Rapido di Massa (TRM) attraverso la quadruplicazione dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati, come fece la Germania nell'estate del 2022. 
  4. Sharing mobility. Incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto, van e cargo bike) e realizzare e realizzare ulteriori 16.000 km di percorsi ciclabili. 
  5. Ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d'uomo, "città dei 15 minuti", sicurezza stradale verso la “Vision Zero”, “città 30” all’ora seguendo l'esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano.  
  6. Tutto elettrico in cittàanche prima del 2035, grazie alla progressiva estensione delle ZEZ alla triplicazione dell’immatricolazione di autobus elettrici e l'istituzione dei distretti ZED (Zero Emissions Distribution). 

Suggerimenti