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Dopo gli avvistamenti a Verona

«Lupo in città? Ci dobbiamo abituare, sta cambiando le sue abitudini»

I lupi non vivono più esclusivamente nelle zone di montagna. I ripetuti avvistamenti in pianura sono ormai una conferma del cambiamento delle abitudini da parte di questi predatori. Accade nel Veronese, dove l’altro giorno una coppia di esemplari è stata immortalata a Cadidavid, in territorio cittadino. Ma non solo: per esempio tra Parma e Reggio, nel Bolognese e nel Ferrarese. Tanto che molti esperti si stanno confrontando sulla questione.
A ridosso della città, incontri e predazioni non sono più da considerare eventi così inaspettati. «Dobbiamo iniziare ad abituarci», conferma Enrico Ferraro, esperto del Gruppo grandi carnivori del Cai. Proprio il Club alpino italiano è stato il promotore del convegno «Lupo e grandi carnivori alla conquista della Pianura Padana» che si è tenuto ieri ad Argenta, in provincia di Ferrara, e al quale il biologo ha preso parte. Una delle prime considerazioni che riporta è emblematica: «Nel Parco del delta del Po si contano ben tre branchi riproduttivi, di cui il primo è presente da due anni». Sette cuccioli sono nati il primo anno, otto l’anno scorso. Il trend di crescita risulta evidente. Nel nostro Paese, chiarisce ancora, gli esemplari stimati erano tra i 1.600 e i 2mila. «Adesso saranno molti di più», afferma con sicurezza. Numeri più precisi arriveranno però dal monitoraggio nazionale, relativo al biennio 2020-2021, che permetterà di inquadrare meglio questa recente e rapida espansione verso ambienti che sono più antropizzati.
Essenzialmente, questi spostamenti sono correlati al fatto che, in diverse zone montane, il lupo ha raggiunto una densità ottimale in rapporto a quella che è la disponibilità alimentare. Di conseguenza, gli animali in dispersione, cioè i singoli esemplari che non appartengono ai branchi, scelgono di abbassarsi di quota. Seguono corridoi ecologici e scie olfattive delle prede che li conducono fino alla pianura. Qui, spiega Ferraro, «è più facile avvistarli, la rete viaria è ampia e di conseguenza può capitare di incrociare qualche lupo, che trova minore territorio boscato nel quale ripararsi e sentirsi al sicuro». Dato l’incremento delle presenze, è previsto l’avvio di uno studio specifico sulla dieta: «Dalle immagini delle fototrappole e dalle analisi del contenuto gastrico nello stomaco sui lupi investiti», evidenzia, «emerge che questi grandi carnivori nelle pianure si nutrono quasi esclusivamente di nutrie, molto presenti anche nel Veronese, aspetto che potrebbe essere per loro una fonte di richiamo».

 

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Quanto alle possibili soluzioni, prosegue, «non c’è molto da fare se non in termini di informazione e, laddove possibile, di prevenzione». Pensare al controllo o all’eradicazione della specie, indica, non è la soluzione percorribile, almeno in Italia. «Ad oggi, la normativa prevede la possibilità della richiesta di abbattimenti in deroga», precisa, «ma si tratta di una scelta estrema, che deve rispondere a determinati presupposti e che, potenzialmente, potrebbe portare ad abbattere uno o due predatori problematici o confidenti». Insomma, conclude il biologo, «attuare il controllo della specie non sarà mai la soluzione».
Si ritorna quindi alla necessità di investire sulla prevenzione, sebbene è lo stesso esperto a riconoscere che in alcuni contesti diventa difficile, se non impossibile, metterla in atto. Nelle campagne, i lupi frequentano i letamai delle grandi stalle alla ricerca di placente di bovini, scarti di macellazione o carcasse, che considerano fonti alimentari. Fuori dalle abitazioni, ricercano cibo messo a disposizione degli animali domestici. Ne consegue la necessità, in particolare per chi risiede nelle zone in cui sono state segnalate predazioni o si verificano avvistamenti, di fare attenzione a determinati comportamenti quotidiani. Innanzitutto evitare di lasciare crocchette, avanzi alimentari o di macelleria fuori dalle case o vicino alle stalle perché possono diventare un forte attrattivo. Nelle ore notturne, è opportuno riparare in ambienti sicuri i cani o gli animali domestici. Tanto è schivo nel non farsi avvicinare dall’uomo, tanto il lupo adatta in fretta le proprie abitudini. E difficilmente abbandonerà un territorio se lì ha cibo facile a disposizione.

Marta Bicego

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