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Lettera aperta degli operatori della sanità veronesi

«La seconda ondata è stata fortissima, ma abbiamo cercato di non lasciare indietro nessuno»

«Ci troviamo di fronte ad una delle più grandi tragedie della Storia dell’Umanità, con gravissime conseguenze sulla salute della popolazione - ad oggi secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci sono stati oltre 80 milioni di casi accertati con quasi un milione e 800 mila morti - e sull’economia mondiale con un aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile, e del divario nella ricchezza».

È l’inizio della lettera aperta alla cittadinanza firmata da Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, l’Ulss 9 Scaligera, Ordini dei Medici, dei Farmacisti, degli Infermieri, dei Veterinari, della Professione di Ostetrica e dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie e Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Verona, sottoscritta assieme all’Università scaligera su iniziativa del Rettore Pier Francesco Nocini.

La lettera ricorda che la seconda ondata di pandemia sta colpendo in modo particolare il Veneto e la provincia veronese. «Si poteva evitarlo? Forse, difficile dirlo, così come è difficile indicare quali siano le strade da percorrere. Pensiamo, tuttavia, che il nostro Servizio sanitario sia riuscito a rispondere in maniera adeguata all’emergenza» sottolinea la lettera. «A Verona - prosegue il documento - abbiamo dovuto fronteggiare oltre 48mila casi con migliaia di ricoverati in reparti Covid e in terapia semintensiva/intensiva. Situazione non facile, ma crediamo che la rete ospedaliera e territoriale abbia retto. Certo, non tutto ha funzionato come speravamo. Le conseguenze sono ricadute anche sui pazienti affetti da altre patologie, visite ed esami sono stati in molti casi necessariamente rinviati e si sono registrati ritardi. Ma siamo riusciti, almeno così riteniamo, a dare sempre risposta alle situazioni più gravi non lasciando indietro nessuno».

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