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L’etichetta
che convince
fa vendere

L’etichetta di una bottiglia di vino? Bella sì ma in primis efficace. Questo è uno dei capisaldi di una nuova frontiera del marketing, il neuromarketing, per aumentare le vendite anche in campo vitivinicolo. Il neuromarketing è legato all’efficacia del packaging, il cosidetto «vestito» del vino: etichetta, capsula, collarino, forma della bottiglia. Per i proponenti, il dottor Giuliano Trenti presidente della società Neurexplore e il dottor Matteo Sgaravato dell’omonima società, il packaging nella grande distribuzione ossia sugli scaffali dei supermercati, «può incidere fino al 70 per cento nella scelta del consumatore», ha evidenziato Giuliano Trenti nel corso del focus per operatori organizzata nell’ambito di Soave Versus. Numeri e dati sono emersi durante lo scorso Vinitaly. «Nello stand del Consorzio Tutela Vini Soave», ha raccontato Matteo Sgaravato «abbiamo rilevato, attraverso un sistema di tracciamento degli occhi unito ad una metodologia comportamentale, come l’etichetta e gli altri elementi influenzino la quantità di soldi che una persona è disposta a spendere per acquistare una determinata bottiglia di vino». Per il rilevamento sono state contattate 260 persone di cui il 65 per cento italiano, il 35 straniero, il 55 per cento uomini, il 45 donne. M.U.

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