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Il senatore veronese

L'Espresso: interrogazione sulla Russia di Tosato pagata 20mila euro. E la Lega querela: «Chiederemo 1 milione»

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Il senatore Paolo Tosato
Il senatore Paolo Tosato
Il senatore Paolo Tosato
Il senatore Paolo Tosato

Inaccettabili falsità: e il senatore veronese Paolo Tosato e la Lega querelano L'Espresso.

«A differenza di chi, per anni, ha diffuso come supplemento mensile "Russia Oggi", il senatore Paolo Tosato non ha mai preso un centesimo da Mosca nè ha mai assecondato richieste del Cremlino. Tosato - che non è mai stato in Russia in vita sua - aveva presentato una interrogazione al governo, cioè una semplice domanda, con l’obiettivo di ricevere rassicurazioni sulle esportazioni italiane (e in particolare del suo Veneto) verso Est. Anche per questi motivi, sia il senatore che la Lega hanno dato mandato ai legali di difendere la propria onorabilità. Tosato e la Lega chiederanno un milione di risarcimento danni a testa: la cifra sarà interamente devoluta agli orfani di guerra ucraini». È quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa della Lega in merito ad una notizia dell’Espresso secondo cui il senatore della Lega Paolo Tosato avrebbe fatto un’interrogazione per chiedere di sospendere le sanzioni alla Russia dopo un pagamento di 20 mila euro.

Un’interrogazione parlamentare del senatore leghista Paolo Tosato in cui si chiede al governo italiano di sospendere le sanzioni contro la Russia varate dopo l’annessione illegale della Crimea da parte di Mosca, preceduta da un testo scritto da una collaboratrice del milionario russo Konstantin Malofeev, sostenitore di Putin, a Tosato, in cui è riportata una cifra: 20 mila euro. Era il giugno del 2016. Di questo parla un articolo di Repubblica riportando un’inchiesta dell’Espresso. Dall’inchiesta, sostiene il quotidiano, si evince un giro di relazioni tra l’estrema destra europea e i russi, in nome di un fronte sovranista internazionale, che va dalla Lega Nord di Matteo Salvini ai partiti nazionalisti e xenofobi della Germania, Austria, Olanda e altri paesi della Ue, che cerca appoggi e organizza incontri da tenere segreti con la cerchia degli oligarchi che sostengono Vladimir Putin.

Nelle decine di mail di cui si legge su l’Espresso, Gianluca Savoini, già portavoce di Matteo Salvini, emerge come mediatore tra la Lega e Malofeev, l’oligarca russo ultra-nazionalista legato a Putin, con cui ha fatto da tramite dal 2013 almeno fino al 2019. Lo stesso Savoini - ricorda Repubblica - che è ancora indagato dalla procura di Milano per l’incontro all’hotel Metropol di Mosca con tre emissari russi per trattare un finanziamento alla Lega attraverso una fornitura di gasolio all’Eni.

ANSA

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