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L’associazione veronese «Africagoo» fonda una scuola per sarte in Ghana

Vicino ad Accra, capitale del Ghana, si realizza un sogno per 10 ragazze poverissime
La scuola di cucito a Kasoa
La scuola di cucito a Kasoa
La scuola di cucito a Kasoa
La scuola di cucito a Kasoa

«Aiutare l’Africa senza dipendere da sovrastrutture di alcun genere, promuovendo progetti solidali destinati a ragazze Africane e gestiti da Africane e Africani». Questo l’obiettivo dell’associazione veronese Africagoo e del suo progetto «Cucire il futuro», che saranno presentati dalla presidente dell’associazione Luciana Riggio, antropologa ed ex insegnante del liceo Maffei in un incontro aperto a tutti sabato 22 aprile a Verona nella sede di Oltredanza, via Betteloni 43. «In questa occasione», spiega Riggio, «sarà possibile assistere a un percorso sulla cultura tradizionale africana attraverso alcuni oggetti di culto. Verrà presentato anche il progetto “Cucire il futuro” nato per dare un’opportunità lavorativa e dignità a ragazze ghanesi provenienti da situazioni familiari e sociali disastrate, non scolarizzate, a rischio di destini umilianti imposti dal contesto sociale di assoluta povertà delle famiglie. Il credo dell’associazione già a partire dal nome – «africagoo» in lingua ewe significa «posso entrare Africa?» – è quello di intervenire rispettando cultura e costumi autoctoni, anche se questo, a volte, rappresenta un ostacolo da superare.

 

La scuola di cucito

Per il progetto è stata scelta la cittadina di Kasoa nel distretto di Accra, capitale del Ghana, dove l’anno scorso sono stati costruiti 2 edifici, uno dove le ragazze che provengono da villaggi lontani possano risiedere per un anno godendo di vitto e alloggio completamente gratuiti, e l’altro adibito a scuola di cucito affinché le ragazze sotto la guida di due sarte locali si professionalizzino sino a sostenere un esame governativo che le accrediti come sarte. Il capo progetto è Godfried Agbezudor, guida internazionale e antropologo. «Abbiamo dovuto fronteggiare notevoli difficoltà», spiega, «sia sul piano economico per le spese ingenti sostenute per la costruzione degli edifici e per il mantenimento delle ragazze, sia per le trattative non facili con alcuni padri e mariti non disposti a rinunciare alla forza lavoro rappresentata dalle loro figlie o mogli».

 

«Nonostante ciò», continua Luciana Riggio, il progetto è in pieno svolgimento ma perché abbia successo è necessario che ci sia una informazione adeguata sulla condizione femminile nell’Africa occidentale e che questa sfoci nel desiderio di creare nuove opportunità in loco creando una rete di supporto economico, la più vasta e articolata possibile. Se si è in tanti a donare, anche un piccolo aiuto fa la differenza».
Per partecipare all’incontro veronese è necessario prenotarsi al numero 320 1946130 o mandando una mail a info@oltredanza.it. 

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