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Il caso

Invalida dopo l'incidente, arriva il maxi risarcimento

L'incidente in Val di Sole in cui è rimasta ferita gravemente la 36enne veronese
L'incidente in Val di Sole in cui è rimasta ferita gravemente la 36enne veronese
L'incidente in Val di Sole in cui è rimasta ferita gravemente la 36enne veronese
L'incidente in Val di Sole in cui è rimasta ferita gravemente la 36enne veronese

Uno schianto in moto, la vita distrutta per le conseguenze di quel sinistro che l’hanno resa paraplegica. Anni di battaglie legali, per vedersi risarcire, ed ora finalmente la sentenza, che non le restituirà la sua vita, ma almeno le consentirà di avere le risorse economiche per essere assistita in maniera adeguata.

La donna, in questi anni aveva chiesto di essere seguita da Giesse Risarcimento Danni, un gruppo specializzato in casi di controversie assicurative. Ora ha visto riconosciute le sue ragioni in aula: il giudice ha ordinato alla compagnia assicurativa la rifusione di un maxi risarcimento di quasi 2 milioni di euro, oltre al pagamento delle spese legali.

Era il 14 maggio del 2013 e la donna A.G. si trovava in sella ad una moto di sua proprietà, ma guidata dal compagno, sulle strade della Val di Sole, nel trentino. All’improvviso, una manovra azzardata da parte dell’uomo durante un sorpasso portò ad un terribile scontro frontale contro un’auto: tutto accadde in poche frazioni di secondo, nel terribile impatto la moto prese fuoco e volò sopra un’altra auto, incendiatasi anch’essa, mentre i due passeggeri della moto finirono sbalzati a diversi metri di distanza.

Ad avere la peggio fu la trentaseienne veronese, rimasta purtroppo paraplegica, con alcune pesanti menomazioni e l’impossibilità di riprendere l’attività di ristoratrice che conduceva fino al giorno dell’incidente.

Malgrado in qualsiasi incidente stradale il passeggero abbia sempre diritto al risarcimento dei danni, anche quando viene provocato per colpa del conducente del proprio mezzo, la compagnia assicuratrice non ha voluto risarcire, adducendo la mancanza di certezza di chi fosse alla guida della moto al momento dell’incidente. Il guidatore, infatti, se responsabile dell’incidente, non ha diritto ad alcun risarcimento, mentre il passeggero sì.

Instillando il dubbio, l’assicurazione non ha voluto risarcire nessuno dei due. È iniziata così una lunga e certosina attività di riscontri da parte dei tecnici e periti di Giesse, che hanno spulciato tra tutte le prove e testimonianze raccolte subito dopo l’incidente, portando una serie di evidenze e riscontri nelle mani del giudice: le consulenze tecniche, messe a confronto con il tipo di lesioni riportate dai due motociclisti, hanno potuto ricostruire la posizione dei corpi dopo l’incidente, in aggiunta alle testimonianze dei soccorritori e degli automobilisti coinvolti che hanno poi ulteriormente confermato che alla guida della moto non c’era la donna, ma il suo compagno, e che quindi il risarcimento alla trentaseienne era assolutamente dovuto.

«Si tratta di una sentenza davvero importante», evidenziano Maurizio Cibien e Daniele Andreella di Giesse, «ancora una volta siamo riusciti a tutelare una persona in enorme difficoltà nei confronti di un gruppo assicurativo, che a tutt’oggi non aveva incredibilmente pagato un solo euro di risarcimento alla nostra assistita. Troppo spesso, ancora, ravvisiamo tentativi di risarcire al ribasso, senza alcuna tutela per coloro che hanno sofferto danni anche molto gravi. Ma in questo, come in moltissimi altri casi abbiamo dimostrato che si può comunque ottenere giustizia: questa donna ha dovuto affrontare sfide difficilissime dal punto di vista fisico e psicologico, ma quanto stabilito dal giudice finalmente ha chiarito che il risarcimento del danno era dovuto», concludono, «premiando la nostra convinzione nel portare avanti le legittime richieste nei confronti dell’assicurazione, grazie anche alle perizie e consulenze che non abbiamo esitato a disporre per assisterla al meglio».

Alessandra Vaccari

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