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Al centro delle polemiche

Valdegamberi: «Io filo-putiniano? Non accetto etichette, mai fatto nulla per interesse»

Il consigliere regionale risponde alle critiche sulla sua vicinanza a Mosca
Stefano Valdegamberi durante una manifestazione di Verona per la Libertà
Stefano Valdegamberi durante una manifestazione di Verona per la Libertà
Stefano Valdegamberi durante una manifestazione di Verona per la Libertà
Stefano Valdegamberi durante una manifestazione di Verona per la Libertà

«Io filoputiniano? Io anti-Zelensky? Non accetto etichette e ricordo a chi mi attacca che non ho mai fatto nulla per interesse, né in politica né nella mia vita privata. Per cui adesso basta giudizi, anche infamanti, solo perchè ho il coraggio di denunciare ciò che realmente accade laggiù e perché non mi piego al “politically correct“ diversamente da tanti colleghi». 

 

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Valdegamberi, la Russia e la Lega


Stefano Valdegamberi, veronese consigliere in Regione del Gruppo misto ma eletto nella lista Zaia, al centro di polemiche per le sue posizioni pro-Russia sulle cause del conflitto in Ucraina, precisa che «con la Lega (contro Putin ndr) non c’è alcuna frizione e che la libertà di pensiero, se è invocata dai miei detrattori, deve essere riconosciuta anche a me. Io sono semplicemente contro una guerra che si poteva evitare con la diplomazia ma che gli ucraini e tutti i loro fiancheggiatori hanno mistificato, dal primo giorno, come guerra di difesa per poi bombardare, come hanno fatto anche pochi giorni fa, i loro connazionali del Donbass. L’orrore iniziato il 24 febbraio durerà anni», sottolinea, «se non interviene a questo punto un soggetto terzo come il Vaticano con il mandato pieno di risolverlo: di questo passo a rimetterci saranno non solo le popolazioni russe o ucraine ma, sono convinto, siamo tutti a rischiare. Quando nessuno vuole perdere, resta solo la via diplomatica, la grande assente di questa tragedia».

 

Il commento sulla guerra

La querelle nasce dalla pubblicazione su Facebook di un post su una scuola colpita pochi giorni fa da un razzo ucraino con la morte di alcuni studenti. «Il mio commento», spiega Valdegamberi, «era questo: “Ecco quello che i media occidentali non ti fanno sapere per convincerti a mandare armi. Italia complice“. È stata occasione perchè certa stampa mi aggredisse pesantemente, accusandomi di complottismo e insinuando persino una mia presunta convivenza con il potere russo. Il che è molto grave e non posso, a mia volta, che rigettarlo: chi mi conosce sa che ho sempre cercato la verità dei fatti risalendo alla fonte. Conosco molta gente non solo della Crimea ma anche del Donbass che, già prima del recente conflitto che comunque ha radici lontane piantate ancora nel 2014, mi diceva cose del tutto diverse dalle versioni che sentivo qui».
Tornando sul punto, Valdegamberi ne è convinto: «La guerra si sarebbe potuta evitare con la diplomazia, la grande assente in tutto questo orrore. Gli accordi di Minsk sono sempre stati volutamente ignorati dagli ucraini che hanno ripetutamente provocato chiedendo di far parte della Nato. Mi chiedo: che senso hanno le bombe ucraine sui mercati, sugli ospedali, sulle scuole dei loro connazionali del Donbass? Se vuoi liberarli dai russi attaccherai l'esercito russo, o no? Mandare armi senza un'azione diplomatica non serve a nulla, amplia solo il conflitto con il coinvolgimento diretto della Nato e apre ad una guerra atomica. Perché nessuno ha tentato delle trattative serie? Perché per anni abbiamo alimentato l'odio tra russi e ucraini armando e finanziando battaglioni che si ispirano al nazismo? E poi gli stessi celebrano in Italia e nell'occidente le Giornate della memoria». 
Sabato, alle 15, Valdegamberi sarà in piazza Bra come ospite della manifestazione «Il popolo non vuole la vostra guerra» promossa da Verona per la Libertà. 

Camilla Ferro

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