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Criminalità organizzata

Interdittiva antimafia a due aziende del Veronese. «Famiglie vicine alla 'ndrangheta si sono radicate qui»

Il prefetto di Verona Donato Cafagna ha adottato due provvedimenti che proibiscono ad altrettante aziende ogni rapporto con la pubblica amministrazione
Il prefetto di Verona Donato Cafagna
Il prefetto di Verona Donato Cafagna
Il prefetto di Verona Donato Cafagna
Il prefetto di Verona Donato Cafagna

Sono già due le interdittive antimafia emesse dal prefetto Donato Cafagna dall’inizio del 2023.

 

 

Le ditte colpite dall'interdittiva antimafia in provincia di Verona

Nel mirino della Prefettura sono finite una ditta di autotrasporti di Mozzecane e una operativa nel settore delle costruzioni edili con sede a Verona
«Si tratta di aziende insediate sul territorio veronese», spiega il prefetto, «ma esposte a rischi di condizionamento da parte della criminalità organizzata per collegamenti con gruppi di matrice 'ndranghetista». I numeri delle interdittive antimafia sono in costante aumento a Verona. Tra il 2015 e il 2021 i vari prefetti che si sono succeduti ne hanno emesse una cinquantina.
Nel 2022 sono state 12, un numero decisamente più alto rispetto al passato, e il 2023 sembra seguire questa tendenza. L’interdittiva antimafia altro non è che un provvedimento amministrativo di natura preventiva che punta a tutelare l'ordine pubblico e la libera concorrenza tra le imprese: in concreto, comporta l’esclusione dell’imprenditore dalla possibilità di diventare titolare di rapporti contrattuali con la pubblica amministrazione. «A Verona nel tempo si sono insediate famiglie contigue alla criminalità organizzata, e in particolare alla ‘ndrangheta: ciò emerge dalle risultanze delle indagini delle forze dell’ordine, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia», spiega Cafagna.

 

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«Criminalità economica»

«Si tratta di una criminalità principalmente economica, che opera in numerosi settori, ma in particolare nell’edilizia, nel trasporto e nell’ambito turistico-alberghiero». La Prefettura lavora soprattutto attraverso protocolli di legalità.
Due sono operativi con la Rete Ferroviaria italiana e riguardano tre grandi opere ferroviarie in cantiere: il nodo della stazione di Verona, il tratto dell’alta velocità Brescia-Verona e quello Verona-Vicenza. 
A questi protocolli se n’è aggiunto un altro in dicembre, siglato con il Comune di Verona e con Veronamercato: l’obiettivo è prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata all'interno del Centro agroalimentare di Verona, una delle principali infrastrutture italiane per la movimentazione di merce e di prodotti ortofrutticoli con un bacino di utenza di circa un milione di persone.
«Ora per tenere a freno gli appetiti della criminalità organizzata sulle risorse del Piano nazionale di rilancio e resilienza (Pnrr) e monitorare l’andamento delle opere verranno costituiti un gruppo di lavoro e un osservatorio, che coinvolgeranno la Prefettura e la Ragioneria territoriale», prosegue Cafagna. 
«Il Pnrr è davvero una grande opportunità per rilanciare il Paese e dare una scossa soprattutto nei settori della tecnologia, della Sanità e della sostenibilità ambientale, ma queste risorse rischiano di attirare gli interessi della criminalità organizzata ed è fondamentale evitare che ciò accada». 

Manuela Trevisani

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