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Gratta e Vinci «congelato»

Incassa la vincita di 2 milioni, gli amici: «Giocata comune, l'accordo era di dividere». Si va a processo

Contesa milionaria. Proseguirà in dibattimento la lite tra gli amici
Contesa milionaria. Proseguirà in dibattimento la lite tra gli amici
Contesa milionaria. Proseguirà in dibattimento la lite tra gli amici
Contesa milionaria. Proseguirà in dibattimento la lite tra gli amici

Il brasiliano R.G.T, 41 anni, è noto alle cronache fin dalla scorsa primavera. E finito sui mass media di tutta Italia per aver pescato nel giro di una ventina di giorni due Gratta e Vinci milionari in due tabaccherie diverse tra il Modenese e a Garda: uno da un milione l’altro da due. Da non credere.

A tal punto che la procura ha aperto e poi archiviato un’inchiesta per truffa nella scorsa primavera. Si sospettava che il sudamericano avesse avuto delle soffiate dai funzionari della Lotteria nazionale srl di Roma.

Altra denuncia. Ora il nome del quarantunenne brasiliano è tornato ad apparire nelle carte di un fascicolo. Questa volta l’accusa formulata a suo carico parla di appropriazione indebita ai danni di due amici. I due veronesi di 48 e 60 anni, residenti tra Caprino e Torri, lo accusano di avergli sottratto la loro parte di vincita relativa solo al secondo biglietto vinto, pari a due milioni di euro che diventano 1.600.000 dopo la deduzione delle tasse.

Il brasiliano, difeso da Giovanni Chincarini, nega di aver mai sottratto alcunchè ai suoi amici e qualifica come inesistente l’accordo con i due amici di spartirsi l’eventuale vincita in quanto lui e solo lui, avrebbe pagato il biglietto vincitore dei due milioni di euro. L’ha ribadito anche ieri il suo legale durate l’udienza preliminare, celebratasi davanti gup Carola Musio.

Il piastrellista era presente nell’ufficio del giudice mentre le due parti offese hanno preferito farsi rappresentare dal loro legale, l’avvocato Barbara Sorgato. Che durante l’udienza si è costituita parte civile. Una volta sentite le argomentazione delle parti, il gup Musio ha disposto il rinvio a giudizio nel processo del piastrellista di 41 anni che inizierà il 19 settembre davanti al giudice Sabrina Miceli. La vicenda viene ricostruita nel capo d’imputazione.

Secondo la versione dei due veronesi costituitisi parte civile, il 22 febbraio dello scorso anno i tre si sono recati nella tabaccheria Rudari di Garda in Corso Italia dove hanno acquistato sei biglietti da venti euro l’uno della lotteria Gratta e vinci. Hanno così iniziato a togliere la patina che copre i numeri nei vari ticket comprati, sfregandoci una monetina. È bastato qualche minuto, così per arrivare al biglietto numero 00193260043128 che portava alla combinazione richiesta per vincere i due milioni di euro. Si tratta di cifre che i tre amici difficilmente dimenticheranno.

Tra i tre scatta l’accordo che a custodire il biglietto vincente sia proprio lo straniero. Poi, però, iniziano i problemi. È a questo punto che le versione del brasiliano e dei suoi amici viaggiano su due corsie opposte. A parere dell’accusa, il quarantunenne si sarebbe «reso indisponibile a gestire congiuntamente la riscossione della vincita», riporta il capo d’imputazione. Il 24 febbraio dello scorso anno, si è recato nella banca di Peschiera del Garda ad incassare la vincita «non rispondendo alle richieste degli altri giocatori».

Lui ha incassato la somma però, solo un mese dopo, il 24 marzo grazie ad un bonifico di «Lotterie nazionali srl», gestore del gioco del Gratta e vinci. A dire il vero, ha avuto a disposizione il 1.600.000 solo per poco tempo: il 13 maggio del 2021, infatti, la somma è stata sequestrata dalle forze di polizia così come richiesto dai due veronesi. E i soldi a tutt’oggi sono ancora «sigillati». In compenso G.R.T. ora potrà consolarsi con l’altra vincita già incassata di un milione di euro. 

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Giampaolo Chavan

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