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I nodi

In centro storico aumentano i plateatici: torna il canone ma gli esercenti non rinunciano al «posto al sole»

Resta alta la richiesta di plateatici da parte degli esercenti veronesi
Resta alta la richiesta di plateatici da parte degli esercenti veronesi
Resta alta la richiesta di plateatici da parte degli esercenti veronesi
Resta alta la richiesta di plateatici da parte degli esercenti veronesi

Le rinunce sono state tre, le nuove richieste una decina. Numerosissime, invece, le domande di regolarizzazione delle concessioni straordinarie rilasciate a fronte dell’emergenza Covid. I plateatici, in centro città ma anche nei quartieri, si confermano di importanza strategica per gli esercenti veronesi che pur a fronte della reintroduzione del canone di occupazione del suolo pubblico, sospeso come da normativa nazionale durante i mesi più duri della pandemia, non rinunciano al «posto al sole».

Con la fine dello stato di emergenza, ma perdurando a livello governativo ancora apposite deroghe, tutti i plateatici provvisori e temporanei rilasciati per l’emergenza Covid 19 sono di fatto prorogati. E tali rimarranno almeno fino alla fine dell’estate. Si tratta di circa seicento plateatici, quattro - cinquecento dei quali istituiti o allargati con nulla osta temporanei concessi per Covid da maggio 2020. In Ztl, le concessioni ordinarie sono 180 mentre 116 quelle provvisorie con nulla osta emergenziale e dunque, ad esempio, anche su marciapiede, stalli motorini, all’altro lato della strada o distanti più di trenta metri dall’esercizio cui fanno riferimento. L’unica differenza tra il periodo Covid e ora riguarda il pagamento del canone.

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Da aprile, sull’occupazione del suolo pubblico è tornato il prezzo pieno pur con tariffe inalterate e senza aumenti rispetto al 2019. Un dettaglio, quello del costo, che sembra però non incidere. All’esatto opposto di ciò che sta succedendo in altre città turistiche. A Firenze, ad esempio, le richieste di plateatici nel post Covid sono scese del 60 per cento: dai mille e cinquecento dello scorso anno a 540. E ciò sembra essere frutto, da un lato della reintroduzione del pagamento, anche se il capoluogo toscano ha introdotto tariffe molto calmierate, dall’altro di una serie di norme più restrittive rispetto al periodo pandemico. I vincoli imposti dal Comune di Firenze sui luoghi e sugli spazi in cui è permesso apparecchiare tavole e allestire sedie sono infatti meno permissive rispetto quelle scaligere. Pur a prezzo pieno, a Verona le disdette hanno riguardato solo tre spazi esterni. E a riprova che anche a pagamento gli spazi esterni sono gettonatissimi, c’è il gran lavoro di queste settimane degli uffici del Commercio e della commissione plateatici che sono alle prese con l’esame delle richieste, arrivate a decine, per rendere permanenti gli spazi rilasciati a fronte del Covid.

Un’opzione che per molti rimane concreta anche se non potrà essere invece percorribile da quanti stanno ora mettendo sedie e tavoli in deroga, ad esempio, al Codice della strada o su aree in cui il regolamento ordinario lo vieta categoricamente. «Soprattutto in centro storico, gli spazi esterni rimangono vitali per attività come bar, locali e ristorazione anche dopo l’emergenza Covid. È vero che alcune città hanno attivato particolari scontistiche mentre qui si viaggia a tariffa piena ma non è quello il problema perché proprio quei tavolini permettono di rientrare dalla spesa», analizza Patrizio Violante, esercente della città antica e titolare di tre tra osterie e pizzerie in centro storico. «Il nodo, semmai, è come riempirli», continua. «Serve un’attrattiva per la città, eventi culturali e ricreativi di un certo spessore e respiro internazionale che portino persone non solo in piazza Bra, come è recentemente accaduto, ad esempio, per le quattordici serate di Zucchero in Arena». Plateatico, dunque, senza se e senza ma. Anche se, tra gli esercenti, c’è chi lamenta una carenza di informazioni ufficiali con relativa confusione. E anche se il proliferare di spazi a sedere in centro, con sedie e tavoli disseminati un po’ ovunque, finisce inevitabilmente per creare confusione come risulta evidente passeggiando per la città antica soprattutto nei giorni di maggior afflusso turistico. E come più volte rilevato dallo stesso Soprintendente Vincenzo Tinè che nei mesi scorsi aveva auspicato una riorganizzazione complessiva della stessa città antica anche sotto questo punto di vista. Sistemazione ancora rimandata a data da destinarsi, sicuramente non prima del prossimo autunno.

Ilaria Noro

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