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In lungadige Attiraglio

Il Soccorso alpino e speleologico veronese trova casa. La centrale operativa è all'ex Scuola Americana: «Soddisfatti? È dire poco»

Novembre 2021 MCI 50 anni del Cnsas-Cai Verona. La serata della svolta
Novembre 2021 MCI 50 anni del Cnsas-Cai Verona. La serata della svolta
Novembre 2021 MCI 50 anni del Cnsas-Cai Verona. La serata della svolta
Novembre 2021 MCI 50 anni del Cnsas-Cai Verona. La serata della svolta

La missione è compiuta. Lunga, complessa ma con il lieto fine. La stazione veronese del Corpo nazionale di Soccorso alpino e speleologico del Cai ha ora una centrale operativa. Volontari, tecnici e mezzi traslocheranno in alcuni locali e spazi nell’ex Scuola Americana, in lungadige Attiraglio, a ridosso dell’area di decollo dell’eliambulanza del Suem 118 Verona Emergenza. La soluzione arriva con un voto unanime della Giunta comunale del 3 giugno, presieduta dall’assessore alla Sicurezza e Protezione Civile, Marco Padovani, sulla scia delle verifiche effettuate dal collega al Patrimonio, Nicola Spagnol e d’intesa con il sindaco.

Per la squadra, che aveva festeggiato in novembre alla Gran Guardia i primi 50 anni di operatività, è la fine dell’incertezza e dei disagi. «Soddisfatti? È dire poco. Questa base non è solo per noi, attivi oggi. Appartiene a tutti quanti sono stati in missione lungo mezzo secolo», commenta Alberto Corà, a capo della stazione. Che, nei primi mesi dell’anno, ha già alle spalle una cinquantina di missioni. La svolta, ammettono tutti i protagonisti, avvenne proprio nella serata di festa. Il presidente nazionale del Soccorso Alpino, Maurizio Dellantonio, aveva caldeggiato una soluzione rapida e definitiva per i colleghi veronesi. Il sindaco Federico Sboarina, dalla manifestazione pubblica in piazza Dante, pochi giorni prima, aveva promesso: «Troveremo un modo, a costo di darvi Palazzo Barbieri o l’ufficio dell’assessore Padovani». Era, un impegno, sia pure dal tono ironico. Mantenuto.

«Perché era giusto così, per un gruppo che non si è mai tirato indietro, sulle montagne come per la città. E che ora potrà operare nelle condizioni migliori», ribadisce il titolare della Protezione Civile, di cui il Soccorso Alpino è parte integrante. La storia recente del Cnsas-Cai veronese era stata costellata di traslochi e disagi. Nel 2018 l’Enac (l’ente nazionale per l’aviazione) aveva decretato come nell’aeroporto di Boscomantico, per anni sede operativa della squadra, non potessero più essere ospitate attività non legate all’aeronautica. Volontari e mezzi trovarono ospitalità a Pescantina, all’interno del complesso scolastico gestito dall’oggi candidato sindaco Damiano Tommasi. «A lui un grazie sincero, per l’empatia con cui, senza conoscerci, ci ha accolti in questi anni. E grande merito va ora all’assessore Padovani, il quale ci è stato sempre al fianco in questa che per noi è stata, oggettivamente, una missione lunga e difficile», precisa Alberto Corà.

L’ex calciatore ricambia: «Sono loro, i soccorritori alpini, ad avere dato molto, in dialogo e formazione, ai nostri ragazzi. Mi era difficile capire perché fossero in quella situazione». La nuova base richiederà qualche intervento di adeguamento. Ma nessuno, da Marco Vignola, ex vice delegato dell’undicesima Zona Prealpi Venete a Roberto Morandi, il quale lo ha recentemente sostituito dopo un decennio alla guida della stazione, all’attuale capo Corà, sembra preoccupato. Insieme si sono battuti, in dialogo con l’amministrazione comunale, per ottenere ciò che pareva, fino a pochi mesi fa, un risultato impossibile. «La cosa veramente difficile», ricordano con ironia, «è stata, negli anni prima di Pescantina, non potere sistemare i materiali, ricoverare i mezzi e pulire le barelle, più di una volta, nei centri di lavaggio auto». Poi sono arrivate una serata con la Gran Gu««ardia piena di pubblico, vecchie e nuove «giubbe rosse» e la promessa del sindaco. L’ex Scuola Americana, strategica per posizione e presenza dell’elicottero, sarà la nuova, attesa, casa del Cnsas-Cai Verona. Non è Palazzo Barbieri e non c’è stato neppure bisogno di espropriare un ufficio.

Paolo Mozzo

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