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I risultati

I veronesi che conquistano un biglietto per Roma: il destra-centro fa il pieno

Sicuri di andare in Parlamento per FdI Maschio e Morgante, chances per Padovani e Gelmetti. Tosato e Fontana per la Lega, probabile Fadini. Centrosinistra ko
Veronesi nei seggi elettorali (foto Marchiori)
Veronesi nei seggi elettorali (foto Marchiori)
Veronesi nei seggi elettorali (foto Marchiori)
Veronesi nei seggi elettorali (foto Marchiori)

Il centrodestra, o se si vuole il "destra-centro" fa il pieno, Fratelli d'Italia primo partito, la Lega indietro, Forza Italia recupera e cresce. Punto di domanda sul Pd, sulla possibilità di eleggere qualcuno. Sono indicazioni delle prime ore di spoglio delle elezioni politiche di ieri. Verona e provincia avevano 16 parlamentari, nella legislatura precedente, ora sarebbero otto-nove.

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Un biglietto per Roma

Tutti e tre i collegi uninominali - in cui si è votato con il sistema maggioritario - della provincia di Verona, due alla Camera, quello di Verona e quello di Villafranca, e quello del Senato, che copre l'intera provincia, vanno al centrodestra, come del resto era prevedibile. Alla Camera città passa Lorenzo Fontana, deputato uscente della Lega, che era anche capolista della Lega nel collegio plurinominale di Verona, in cui si vota con il sistema proporzionale. Quindi opterebbe per l'elezione nell'uninominale e a questo punto entrerebbe almeno la seconda nel listino del plurinominale, cioè Lara Fadini, assessore a Cerea, del partito di Matteo Salvini.

 

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Nel collegio della Camera Villafranca passa Ciro Maschio, deputato uscente di Fratelli d'Italia, di cui è coordinatore provinciale. Il partito di Giorgia Meloni, che fa il pieno di voti, porta però diversi altri veronesi in Parlamento. Come per l'altro collegio della Camera, infatti, Maschio opterebbe per l'elezione nell'uninominale, lasciando quindi il posto di eletta nel proporzionale alla seconda del listino di Fratelli d'Italia, Maddalena Morgante, e con facilità anche al terzo, Marco Padovani, anche consigliere comunale. Andando al Senato, passa Paolo Tosato, senatore uscente, della Lega, che era il candidato della coalizione di centrodestra, e torna quindi a Palazzo Madama.

 

Ma quali sono altri veronesi che potrebbero andare o restare in Parlamento? In base ai dati (non ancora definitivi), c'è per il Senato Matteo Gelmetti, di Fratelli d'Italia, vicepresidente di Veronafiere, che è quarto nel collegio plurinominale del Senato, ma almeno due degli altri tre candidati che lo precedono opterebbero per essere eletti collegi, in cui essere eletti. Ce le fa anche Gianmarco Mazzi, amministratore di Arena di Verona Srl, candidato nel Padovano. Brilla, poi, il dato di Forza Italia, nel Veronese, sulla scia della candidatura di Flavio Tosi come capolista alla Camera nel plurinominale, che avrebbe centrato il miglior risultato del partito di Silvio Berlusconi nel Triveneto e tra i migliori in tutta Italia. Questo potrebbe portare dunque in Parlamento lo stesso Tosi, che dopo il 23,88 per cento ottenuto come ricandidato sindaco di Verona, con nove liste tra cui le sue civiche e la stessa Forza Italia, dopo il voto del primo turno delle comunali ha portato la quasi totalità delle sue liste nella stessa Forza Italia. Partito con il quale si era già accordato dalle regionali del 2020. Proponendo un accordo con l'ala del centrodestra che sosteneva il sindaco uscente Federico Sboarina, il quale però al ballottaggio, per FdI, Lega e civiche, non ha voluto l'apparentamento con Tosi.

 

Cosa accade nel centrosinistra

Il Pd, come peraltro in varie altre tornate elettorali, ha registrato un andamento difforme tra provincia e città, dove si è attestato - ripetiamo che il dato è relativo al primo spoglio - intorno al 20 per cento. Inferiore però comprendendo anche la provincia. Questo ha messo dei punti di domanda sulla rielezione di Alessia Rotta, deputata uscente del Pd, che però alle elezioni del 2018 era stata eletta in un collegio della Toscana.

Un dato interessante sulla città: nel momento in cui erano stati scrutinati 113 seggi su 265, la coalizione di centrosinistra che sostiene il sindaco Damiano Tommasi - quindi Pd, lista Tommasi, Traguardi, Azione, Europa, Europa Verde e Sinistra italiana, più il Movimento 5 Stelle che però non aveva una lista - aveva raggiunto quasi il 48, più quindi del centrodestra unito.

Una curiosità, per la nostra provincia: il Comune che ha registrato la più alta affluenza è Sorgà, con l'82,51 per cento, seguito da Roveredo di Guà, con il 76,41. Terzo Montecchia di Crosara, con il 76,18. Nel Veronese il primo Comune a chiudere lo spoglio è stato San Mauro di Saline, piccolo Comune della Lessinia, in cui il centrodestra ha preso il 76,2 e con FdI al 40,37 e Forza Italia al 19,27 superando così la Lega, al 15,29 per cento..

Enrico Giardini

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