<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La città e il lavoro

I locali di Verona non trovano più personale. «Ormai solo i cinesi hanno voglia di lavorare»

A sinistra Ravi Fernando, a destra in alto Filippo Caporso, a destra in basso Marco Savoia
A sinistra Ravi Fernando, a destra in alto Filippo Caporso, a destra in basso Marco Savoia
A sinistra Ravi Fernando, a destra in alto Filippo Caporso, a destra in basso Marco Savoia
A sinistra Ravi Fernando, a destra in alto Filippo Caporso, a destra in basso Marco Savoia

Se con la pandemia tavoli e sgabelli dei locali erano sgombri di clienti, ora il vuoto lo si registra dietro ai banconi, nelle cucine e in mezzo ai commensali.

 

Non si trovano lavoratori

È già boom di prenotazioni per Vinitaly e feste di Pasqua ma la carenza di personale continua a farsi sentire. Ancora oggi c'è chi avvisa la clientela che “il servizio al tavolo non si effettua”, a causa della carenza di personale, e in molti, in pieno centro storico, hanno affisse offerte di lavoro per camerieri, personale qualificato e apprendisti che faticano a trovare.
Il mondo sembra essersi rovesciato. Da un lato i giovani risultano disinteressati, inabili al sacrificio e con le spalle sufficientemente coperte per evitarsi di sfacchinare in lavori stagionali, dall'altro i datori aspirano alle assunzioni, mentre chi ambisce a lavorare e a mantenere il reddito di cittadinanza propende più volentieri per il lavoro in nero. Questo sta mettendo in difficoltà persino locali storici di piazza Erbe e dintorni, pronti a passare le redini, con tutta probabilità, all'ennesima gestione asiatica. «Sembra che siano rimasti solo i cinesi con la voglia di lavorare», commenta Marco Savoia, che ieri era da solo a servire gelati e semifreddi da dietro il bancone di via Roma. «L'anno scorso eravamo in due soltanto a servire al banco e in 4 in laboratorio, quando di solito la forza lavoro era di almeno 10 persone. Ora ho una persona in prova e sto ricevendo qualche mail di chi risponde agli annunci sui nostri social e sito. C'è un piccolo risveglio ma le candidature le conto comunque sulle dita di una mano. Si tratta principalmente di persone con 55, 40 o 35 anni. I ventenni sembrano vivere su un altro pianeta. Nel colloquio con un ragazzo, quando ho detto che si possono modulare le ore di lavoro, mi è stato chiesto se con 8 intendessi le ore settimanali».

 

Leggi anche
Lavoro sul Garda, turismo in preallarme: parte la ricerca degli stagionali

 

«Una Ferrari costretta ad andare ai 50»

La preoccupazione sale con il Vinitaly e la Pasqua alle porte. «Negli ultimi fine settimana il centro era stracolmo, persino senza eventi in programma», conclude Savoia. «È come se avessimo le potenzialità di una Ferrari, costretta ad andare a 50 all'ora perché priva delle gomme adeguate». Gli stipendi non sono poi tanto miseri, visto che, stando al contratto nazionale, per un impegno di 6 ore al giorno si possono guadagnare fino a 1.300 euro al mese e, servendo nei bar, si arriva tranquillamente a 2mila euro per le 40 ore settimanali. «La paga è migliore di quella di tanti impiegati, ma sono proprio i giovani a essere cambiati», commenta Eugenio Fortunato dell'Hostaria N°4. «Non hanno voglia di imparare, sono inaffidabili e ci è persino capitato di trovarne alcuni a sottrarre bottiglie o soldi dalle casse. Oppure li formiamo per due o tre mesi e poi se ne vanno. Per questo cerchiamo ora solo gente formata di una certa età. È soprattutto in cucina che sentiamo più carenza».
Alle gelateria Castello di fronte a Castelvecchio il cartello sulla vetrina annuncia la ricerca di un'apprendista. «Abbiamo riaperto da poco e qualche candidatura sta arrivando», dice il titolare, Filippo Capurso. «L'anno scorso il silenzio è stato totale, i giovani di oggi sono molto aiutati dai genitori e non vivono la stretta necessità di rimboccarsi le maniche, specie se viene loro chiesto di farlo durante il fine settimana, quando prevale la voglia di divertimento».
«Durante un colloquio, chiedendo a un ragazzo se poteva iniziare subito, mi è stato risposto che la domenica aveva una visita medica», riferisce Fernando Ravi, titolare del ristorante Trisapori di via Marconi. «Io sono un cuoco, ma sto servendo ai tavoli. Trovo solo qualche part time, ma ho bisogno di una persona fissa che abbia esperienza e parli anche un minimo di inglese visto che a breve inizieranno ad arrivare le comitive di stranieri che hanno già prenotato».

Chiara Bazzanella

Suggerimenti