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«VRBAN»

I 99 Posse al contrattacco:  
«Ma Verona non è più Italia?»

«È solo politica o c'è altro? È musica non un match contro il Napoli»
Una delle precedenti edizioni del festival sui bastioni
Una delle precedenti edizioni del festival sui bastioni
Una delle precedenti edizioni del festival sui bastioni
Una delle precedenti edizioni del festival sui bastioni

«Noi non sapevamo che, dalla data della nostra unica e lontana esibizione negli anni Novanta, Verona non fosse più in Italia». Inizia così il lungo comunicato rilasciato dai 99 Posse dopo che gli organizzatori di Vrban, l'Ecofestival che si terrà ai bastioni Santo Spirito dal 4 settembre, hanno deciso di rescindere il contratto stipulato con la band napoletana per il loro concerto in apertura dell'evento.
«Non sapevamo che, in quella città, le organizzazioni neofasciste potessero ottenere l'annullamento di un concerto regolarmente contrattualizzato, perché la band che avrebbe dovuto esibirsi è dichiaratamente antifascista. Noi, illusi, eravamo rimasti alla Costituzione che garantisce il diritto di espressione», proseguono gli artisti sottolineando: «Invece, basta minacciare il ricorso squadrista alla piazza perché gli organizzatori del Vrban  annullino unilateralmente il concerto. Mentre il sindaco leghista Flavio Tosi fa professione di liberalità fumosa, mediatica e cerchiobottista, l'opposizione in consiglio comunale sostanzialmente tace, e la pubblica sicurezza che solitamente affolla i nostri concerti si gira dall'altra parte». I 99 Posse ne hanno per tutti, ma chiedono: «È solo una questione politica o c'è dell'altro? Recentemente si sono esibiti a Verona senza problemi gruppi e artisti forse meno espliciti, ma sicuramente inquadrabili a sinistra, cosa rende la 99 Posse diversa da loro?». Il gruppo fa notare che sulla rete in questi giorni sono stati presi d'assalto da «utenti chiaramente riconducibili alla curva sud veronese con insulti a base di razzismo antimeridionale». E dicono: «È come se Verona si apprestasse a ospitare una delle sentitissime partite contro il Napoli e non invece un concerto».  La band conclude però annunciando di aver anche ricevuto «centinaia di messaggi di solidarietà da parte di tanti cittadini veronesi». A questa Verona, concludono, «vanno il nostro abbraccio e ringraziamento, con la promessa e l'auspicio di costruire insieme le condizioni perché la 99 Posse possa esibirsi al più presto nella loro città, nell'ambito di una più vasta iniziativa contro il fascismo».
Sull'annullamento del concerto, intervengono nuovamente i consiglieri del Pd che lo definiscono «una magra figura per la giunta Tosi e un'occasione persa per la città». Il capogruppo Michele Bertucco, con Damiano Fermo ed Elisa La Paglia, affermano: «Si tratta di una doppia sconfitta, una personale del sindaco, che ha dimostrato di non aver mai tagliato il cordone ombelicale che lo lega a gruppuscoli dell'estrema destra che in questa città continuano a gestire i soldi pubblici con gli occhiali dell'ideologia. E un'altra sconfitta, di gran lunga più grave, per la città, che non riesce a scrollarsi di dosso la sua cattiva fama».
Accusa il sindaco Tosi di ipocrisia anche il Kollettivo Autonomo Antifascista che definisce pilatesche e ridicole le affermazioni del primo cittadino e sottolinea: «È inaccettabile che Tosi, dopo aver sdoganato ogni tipo di fascista vecchio e nuovo presente in città, si lavi le mani di tutto quello che ciò ha provocato. Invece di dire simili sciocchezze si dimetta e si porti dietro il suo carrozzone di integralisti e intolleranti».  Condivide, invece, la linea «liberale» del sindaco il capogruppo della Lista Tosi Massimo Piubello (Progetto Nazionale) che difende anche Miglioranzi per il «ritiro della sponsorizzazione a chi incita alla violenza politica e all'uso di droghe». Infine Piubello definisce una «scelta responsabile» quella degli organizzatori. G.COZ.

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