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indagini dei carabinieri

Giallo a Porto San Pancrazio: «Violentata da tre uomini nelle ex Officine ferroviarie»

A chiamare il 112 l’autista del bus su cui stava salendo la ventenne, che ha raccontato di aver conosciuto uno straniero e di averlo seguito finendo in un incubo di soprusi
Una ventenne tossicodipendente ha denunciato di essere stata violentata da tre uomini
Una ventenne tossicodipendente ha denunciato di essere stata violentata da tre uomini
Una ventenne tossicodipendente ha denunciato di essere stata violentata da tre uomini
Una ventenne tossicodipendente ha denunciato di essere stata violentata da tre uomini

È arrivata alla fermata del bus numero 70, al capolinea di Porto San Pancrazio sconvolta. I vestiti stropicciati, le scarpe piene di fango, i capelli scarmigliati e gli occhi gonfi. I pochi utenti che erano lì, l’hanno notata subito quella ragazzina in condizioni pietose che stava ripiegata su se stessa. E anche l’autista dell’Atv che, nell’attesa di ripartire, le si è avvicinato cercando di capire cosa fosse accaduto.

Il racconto della ragazza

Erano le 13.20 di ieri. La giovane prima ha tentato di minimizzare, dicendo che non era successo niente. L’autista le ha dato una bottiglietta d’acqua. E lei dopo un poca di insistenza ha pronunciato: «Sono stata violentata da tre marocchini». L’autista, un uomo che ha a sua volta due figlie, è rimasto pietrificato.

La ragazzina, ha detto di avere vent’anni e da tempo abusa di stupefacenti. Ha sottolineato di avere un padre in comunità e la madre con problemi psichiatrici che lei aveva chiamato per chiedere aiuto, ma senza ottenerlo. La giovane ha raccontato di aver conosciuto uno straniero in un bar martedì e che insieme si erano scolati una bottiglia di vino. Poi l’avrebbe seguito in quegli edifici abbandonati del Porto, in via Porto San Michele, che di tanto in tanto vengono sgomberati nei blitz della polizia locale e dalle altre forze di polizia.

Il complesso abbandonato

Quell’enorme complesso che venne denominato «Adige Docks» che doveva diventare un centro sportivo nell’area degli ex magazzini delle Ferrovie che si estende fino a Porto San Pancrazio. I lavori di realizzazione dell’«Adige Docks» erano partiti nel 2019 e avrebbero dovuto concludersi nel 2021. Un’area immensa, ritrovo di sbandati come le casette delle ex Ferrovie. Un’area difficilmente controllabile oggi ancor più isolata vista la chiusura della strada e del sottopasso per i lavori della Tav.

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Ed è lì che la coppia è arrivata ormai ubriaca. Ed è lì che sarebbero spuntati altri tre soggetti che avrebbero a turno violentato la ragazzina. Tra alcol e droga, lei, soltanto verso le 13 sarebbe riuscita a rialzarsi e a salire sul bus. Dei suoi aguzzini più nessuna traccia. All’autista non è rimasto altro da fare che chiamare il 112, anche se la giovane non era dell’avviso.

Sul posto sono state mandate tre pattuglie ed è stata chiamata l’ambulanza. La giovane non voleva andare in ospedale per gli accertamenti, necessari per capire che cosa sia realmente accaduto, se davvero la giovane abbia subito violenza. La ragazza, purtroppo vive di espedienti e pur di procurarsi la droga, frequenta un mondo di emarginati, tossici e spacciatori.

Resta da capire quanto la sua versione corrisponda ai fatti e quanto alcol e droga possano aver compromesso la sua capacità di ricordare. Anche perchè in altri casi aveva detto di essere stata violentata, ma non aveva sporto denunce. Quando i carabinieri, ieri pomeriggio, hanno fatto irruzione nel capannone abbandonato non hanno trovato nessuno. Ma le indagini sono in corso e potrebbero esserci sviluppi a breve, anche se la ragazzina ha detto di non conoscere neanche il nome dello straniero che avrebbe seguito nell’edificio abbandonato.

Una storia di degrado, anche umano, che forse stavolta, giunta nel punto più basso, si può soltanto sperare, abbia una svolta con l’aiuto dei servizi sociali e di una comunità. Che il capolinea del bus sia diventato per lei anche il capolinea di una vita bruciata troppo in fretta. E che diventi una nuova ripartenza. Se lei vorrà essere davvero aiutata. Stavolta.

Alessandra Vaccari

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