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La relazione

Garante dei detenuti: «Il 2022? Anno difficile per Covid e suicidi. Tante questioni aperte»

La relazione di Don Carlo Vinco al consiglio comunale di Verona sulla situazione nel carcere di Montorio
Don Carlo Vinco, Garante dei diritti dei detenuti al carcere di Montorio
Don Carlo Vinco, Garante dei diritti dei detenuti al carcere di Montorio
Don Carlo Vinco, Garante dei diritti dei detenuti al carcere di Montorio
Don Carlo Vinco, Garante dei diritti dei detenuti al carcere di Montorio

Assomiglia a un inferno in terra il periodo vissuto al carcere di Montorio tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022. A descriverlo è stato stasera, 23 marzo, don Carlo Vinco,  Garante dei diritti delle persone private della libertà personale che ha fatto rapporto al Consiglio comunale di Verona.

 Difficoltà sanitarie, suicidi, disagio psichico. E, ancora, diminuzione della possibilità di attività lavorative all’interno del carcere e piccole e grandi precarietà nei servizi. Sono queste alcune delle principali criticità portate alla luce dal Garante nella sua relazione annuale.

«Il 2022 - ha spiegato don Vinco - si è aperto con una situazione molto critica in ambito sanitario. Negli ultimi giorni del 2021 si era sviluppato un focolaio di covid e nelle prime settimane del 2022 si sono raggiunti 180 contagiati. Fortunatamente con nessuna situazione grave, nessun ricovero ospedaliero, ma la diffusione del virus così veloce ha obbligato la Direzione a decidere la chiusura totale delle celle, con quello che tale decisione comporta in termini di fatica dei detenuti e di possibili tensioni fra detenuti ed agenti», racconta.

«La situazione è stata aggravata dall’assenza, sempre dovuta all’epidemia, di più di 100 agenti contemporaneamente, con problemi di sostituzione e di ridefinizione dei turni di servizio che hanno ulteriormente messo alla prova gli agenti e la complessità del loro lavoro».

Suicidi

«Altro elemento che ha segnato il 2022 è stata la grande risonanza che ha avuto anche a livello nazionale il suicidio di una giovane ragazza. Ex tossicodipendente, uscita da una comunità terapeutica dove stava scontando una pena alternativa, molto conosciuta e da vari anni seguita dalle diverse figure che si sono inserite nel suo percorso di pena e di recupero, con il suo gesto ha richiamato l’attenzione verso uno dei problemi più difficili delle nostre carceri: il suicidio e il tentativo di suicidio. Nel 2022 nelle carceri italiane ci sono stati più di 80 suicidi», prosegue il Garante.

«Ma i tentativi di suicidio, sventati dalla prontezza degli agenti o, spesso, dagli stessi compagni di detenzione sono stati centinaia. Purtroppo non è stato l’unico suicidio a Montorio. Un’altra giovane donna si era suicidata poco prima di Natale del 2021 e nell’ottobre del 2022 un detenuto anziano, che peraltro aveva vissuto già molti anni in cella, si è tolto la vita», aggiunge.

Attività lavorativa in carcere

«Poter far lavorare alcune decine di detenuti ogni giorno è un fatto di grande rilevanza, sia sul piano educativo, sia per le possibilità di aiuto economico, e sia come controllo di decine di detenuti che si vedevano occupati varie ore al giorno e tolti dall’isolamento e dalla solitudine della cella», ha spiegato Don Vinco.

Movimento e sport in carcere

«Mi dispiace sottolineare che alcune presenze di volontariato in ambito sportivo, che negli anni trascorsi sono state molto significative anche perché hanno saputo coinvolgere studenti nella conoscenza e nella relazione con i detenuti, non hanno ancora potuto riprendere le attività di un tempo», ha sottolineato concludendo che nel corso del 2022 oltre agli incontri istituzionali, la grande attività del Garante si è svolta con i colloqui individuali con i detenuti delle varie sezioni del carcere, per un totale di 412 incontri.

Questioni aperte

«Restano aperte varie questioni che ci auguriamo possano essere prese in considerazione in un prossimo futuro», ha chiosato don Vinco: «Come incrementare la possibilità di comunicazione e di relazione con i propri affetti; il potenziamento e l’utilizzo di impiego di nuove tecnologie; l’ampliamento e l’effettività della video-sorveglianza; l’organizzazione di azioni e di reti che aiutino il fine pena e il reinserimento nella società».

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