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UNA PARTITA SPECIALE/2

Gaetano Manfredi: «La tifoseria sana prevarrà. Verona? Grande civiltà. E Bagnoli fece l’impresa»

Gaetano Manfredi
Gaetano Manfredi
Gaetano Manfredi
Gaetano Manfredi

Punti di contatto. Colmano le distanze. E creano condivisione. Perché il calcio è un teatro politico. Di popolo e di colori. Dove il tifo si unisce alla fede. Gaetano Manfredi, classe 1964, è sindaco di Napoli dal 18 ottobre 2021. Politico, ingegnere e accademico italiano. Ha accettato pure lui, alla pari di Tommasi, di giocare in anticipo una partita speciale. Per alimentare ricordi ma allo stesso tempo, per lanciare messaggi. Il campo ha regalato momenti dolcissimi e cadute epiche. Dagli spalti, spesso, è piovuto odio reciproco. Ma c’è del bello. Da raccontare. Saltando oltre il muro ripido che divide Verona e Napoli.

 

Manfredi, la sua cartolina di Verona-Napoli?

«Una grande sfida tra due squadre che esprimono da diversi anni un ottimo calcio. Per gli azzurri, è la prima occasione per mettere in mostra i nuovi calciatori tanto attesi».

 

Il ricordo del Verona dello scudetto?

«Un gruppo compatto che fondeva talento e carattere. Quando quest'alchimia funziona, si è competitivi nello sport come in altri settori».

 

Un giocatore di quel Verona di paladini?

Ha solo l’imbarazzo della scelta: Elkjaer, Briegel, Galderisi o magari Garella che ha vinto lo scudetto sia a Verona che a Napoli «Ricordo molto bene quel Verona di Bagnoli. Una squadra coriacea, che combatteva su ogni pallone e fece l'impresa. Tra i tanti giocatori, mi impressionava la potenza di Elkjaer».

 

Non mancano i punti di contatto. E pure le storie belle da condividere.Come quella di Jorginho. Esploso a Verona e consacratosi a Napoli

«Un esempio di come l'applicazione in tutti i campi possa portare a grandi risultati nella vita».

 

Immagini una vita alternativa alla sua. Fosse lei un calciatore, chi vorrebbe essere?

«Johan Cruiff, grande innovatore del calcio totale».

 

Non è mai stato al Bentegodi o a Verona? C’è un ricordo?

«No, mai stato al Bentegodi. Conosco, però, molto bene Verona e sono stato affascinato dalla bellezza dell'Arena».

 

Se la sente di lanciare un messaggio distensivo per la gara di Ferragosto visto che tra le due tifoserie non c'è amore?

«Quando l'anno scorso un gruppo di tifosi veronesi appese quello striscione offensivo nei confronti dei napoletani, rimasi molto amareggiato ed intervenni pubblicamente. Per l'offesa ai miei concittadini e a coloro che soffrono davvero per le bombe di guerra. So, però, che Verona è una città di grande civiltà e sono certo che - anche grazie alla sensibilità della nuova amministrazione - la tifoseria sana prevarrà su chi inneggia a cori razzisti. Dobbiamo fare tutti un salto di qualità, mondo dello sport e della politica soprattutto per le nuove generazioni».

 

Tra l’altro, da parte sua, c’è stato pieno sostegno a Tommasi nel suo nuovo viaggio

«Da sindaco di Napoli faccio, innanzitutto, un grande in bocca al lupo al Napoli: giocatori, società e tifosi, per il nuovo campionato. A Damiano, dico con affetto, dopo averlo sostenuto in campagna elettorale: fare il nostro mestiere non è facile, ma hai tutte le qualità umane e professionali per essere un ottimo sindaco di Verona».

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