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Dopo il voto

Tre sindaci in aula, fair play e l'emozione all'inno: le immagini del primo consiglio

Consiglio comunale di Verona, insediamento del 18 luglio 2022 (foto Marchiori)

Ci sarà tempo. Cinque anni per rubarsi la palla, commettere anche qualche «fallo tattico» cercando di sorprendere l’avversario e segnare. Ma per un giorno, lunedì 18 luglio 2022, ore 18 in punto, nel primo Consiglio comunale presieduto da un sindaco - ex calciatore, c’è ancora tutto il lusso del «fair play».

Damiano Tommasi si presenta nel corridoio insieme con Federico Sboarina, chiacchierano. L’acqua dell’Adige (pure scarsa) ha lavato via le ceneri di una campagna elettorale incandescente. Aggiungendo Flavio Tosi, decano dell’aula Gozzi, fanno in tutto tre sindaci, presenti e passati, situazione del tutto inedita. Alla fine si faranno una foto insieme.

Da oggi però la palla non è più al centro, si gioca davvero e sarà scontro duro. Se non altro, resterà il ricordo dell’atmosfera «da spogliatoio» in un pomeriggio bollente di mezza estate. Come in una partita contano le azioni, quelle che restano fissate nei fotogrammi. Prima raffica di scatti: la sfilata dei veterani ex assessori. Daniele Polato: «Torno a casa, in realtà non me ne sono mai andato», dice alludendo al suo doppio impegno in Regione. E Marco Padovani: «Dieci anni in Circoscrizione, altrettanti di assessorato. Ed ora è la mia prima volta come consigliere», sorride.

Quanto al «Tosi tra le tose», come scherza qualcuno, è seduto infatti tra la moglie Patrizia e la sorella Barbara, non lo batte nessuno: il suo primo arruolamento in Consiglio risale al 1994. «Mai venuta meno», ammette, «la mia passione per il servizio alla città». C’è qualcosa di nuovo e lo si coglie anche nei particolari.

 

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Lo scranno di Barbara Bissoli è contrassegnato dalla scritta «vicesindaca». In alto, dal loggione, Vanessa, 24 anni, osserva la sorella, alla quale somiglia molto. Si schermisce. «Soddisfatta? Certo, lo sono». Quanto a lei, Veronica Atitsogbe, l’«anziana» (per voti e follie del vocabolario amministrativo, visti i 28 anni, ndr) una cosa è certa: regge bene le emozioni. «Buonasera a tutte e tutti, prego il segretario generale di procedere con l’appello», le prime parole. Doppio filo di perle, sorriso smagliante dietro la mascherina, mostra una sicurezza invidiabile. «È stato bravo Damiano a credere in me e convincermi a questa avventura. E pensare che ero molto lontana dalla politica...», ammette con gli occhi che brillano. Ora è una dei due vicepresidenti del Consiglio comunale. E ormai lo sanno anche i sassi: è la prima afro-veronese rappresentante dei cittadini. Ringrazia sobriamente, sorride, la voce le si incrina solo per una frazione di secondo. A cosa penserà in quell’istante? Telecamere e fotocamere dilagano.

Il gruppo di Traguardi abbonda con i «selfie». «Tre consiglieri qui, 12 nelle Circoscrizioni e un assessore. Una bella responsabilità», sorride Beatrice Verzè, con i suoi 26 anni la «piccola» del Consiglio. «Del resto ci sono una generazione ed una questione di genere da riportare all’interno delle istituzioni».

Sfilano alle votazioni di rito tanti «cadetti». «È un primo giorno di scuola. Ci avrei scommesso? No, ma mi sono buttato perché ci credo», ammicca Sergio Tonni, della Lista Tommasi. Già, il «sindaco-capitano» della squadra in campo. Giacca blu e camicia azzurra, indossa la fascia tricolore al momento dell’inno nazionale. Canta e resta nella stessa posa assorta tenuta decine di volte al centro del campo. L’audio si inceppa ma l’aula è brava a recuperare tempo e testo. Lui ringrazia sobriamente. Sa bene come questo sia solo il calcio d’inizio.

Federico Sboarina sorride: «Non vedo l’ora di partire». La campagna elettorale è stata dura. Destinazione? «Per la prima volta in camper, rotta verso il Nord Europa». Capo Nord? «Chissà...». Questa era «l’amichevole», meglio riposare e mutare orizzonte. La partita vera, per tutti, durerà cinque anni. Tutta da giocare, contando sul «fair play». .

Paolo Mozzo

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