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Il caso fondazione

La terna, le tensioni, i rinvii: la lunga notte dell'Arena. Passa Gasdia, ma è strappo

Dopo una maratona di 11 ore il Cdi designa il sovrintendente ma il Comune si esprime contro: «Per noi era Terracini». Ora il nome va a Roma per la nomina. Resta la frattura
Immagini dalla "maratona" in Fondazione
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Immagini dalla "maratona" in Fondazione
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Ancora quattro a tre. E la crepa rimane. È comunque Cecilia Gasdia, sovrintendente uscente, il nome che verrà proposto dal Consiglio di indirizzo della Fondazione Arena al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che dovrà nominarla. La Gasdia è passata con i quattro voti dei consiglieri in quota a ministero, Regione Veneto, Camera di Commercio e Cattolica Assicurazioni-Gruppo Generali.

 

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I consiglieri in quota al Comune, in testa il presidente e sindaco Damiano Tommasi, hanno invece votato un altro dei due nomi presentati, Lyndon Terracini, australiano. Zero voti ha preso Maurizio Roi, che pure era proposto dal Comune. È questo l'esito di una maratona di 11 ore, tanto è durata, pause comprese, la riunione del cdi che aveva appunto all'ordine del giorno l'indicazione del nome del sovrintendente. Non c'è stata, dunque, quella unanimità e condivisione auspicata sia dal sindaco che dagli altri consiglieri in rappresentanza dei soci.

Era stata presentata appunto una terna di nomi: Gasdia, sulla quale convergevano i quattro soci diversi dal Comune, che la scorsa settimana avevano bocciato la manifestazione d'interesse proposta dal sindaco e presidente Damiano Tommasi, in rappresentanza del Comune. Gli altri due, proposti dal Comune, Terracini e Roi. Tra le possibilità prese in considerazione, anche quella di nominare un direttore generale, in seguito, da affiancare alla Gasdia.

 

Ore 14

Nella sala Fagiuoli della sede della Fondazione Arena, in via Roma, giungono prima i consiglieri di indirizzo in rappresentanza del ministero della cultura, Serena Cubico, della Regione Veneto, Federico Pupo, Giuseppe Riello per la Camera di Commercio, di cui è presidente - presente anche nel precedente cdi - e Samuele Marconcini per Cattolica Assicurazioni-Gruppo Generali, di cui è amministratore delegato.

Poi Tommasi e agli altri due in quota al Comune e cioè Marilisa Allegrini, pure nel precedente cdi, e quindi Stefano Soso, l'ultimo entrato.

Ore 14.15

Inizia il Consiglio, con una comunicazione della sovrintendente uscente Cecilia Gasdia. Dopo qualche minuto la Gasdia esce e torna nel suo ufficio. Comincia la riunione vera e propria, che all'ordine del giorno ha proprio la scelta del nome del sovrintendente, che il Consiglio deve indicare al ministro della Cultura.

Il socio Comune ha presentato due candidature, quella dell'australiano Lyndon Terracini, 73 anni, già direttore artistico dell'Opera Australia, e di Maurizio Roi, 65 anni, ravennate di Bagnocavallo, già assessore, vicesindaco e sindaco di Lugo di Romagna, già sovrintendente alla Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova.

Sono loro due stessi, collegati in videoconferenza, a illustrare il loro progetto per la guida della Fondazione Arena.

Ore 15

Comincia Terracini, con il suo piano di sviluppo della Fondazione con ampio spazio alla tecnologia, nelle scenografie e anche per l'estetica dell'opera lirica in Arena, con una visione internazionale e di rinnovamento. Nella visione di Terracini anche l'implementazione dei musical, nell'anfiteatro romano, e di spettacoli che possano attrarre anche nuovo pubblico, e giovane.

All'esposizione seguono le domande dei consiglieri di indirizzo.

Ore 16

Dopo Terracini prende la parola Roi, che sviluppa la sua esposizione tenendo fermi i paletti su una Fondazione con solide fondamenta nella tradizione, ma anche con una particolare attenzione alla solidità dal punto di vista economico. Anche a Roi i consiglieri pongono numerose domande.

Ore 17

Rientra nella sala Fagiuoli, per la sua presentazione, Cecilia Gasdia, che è anche direttore artistico uscente della Fondazione, e che porta i risultati della sua gestione, all'inizio affiancata per tre anni anche dal direttore generale Gianfranco De Cesaris. La Gasdia, tra l'altro nell'anno del centenario della Fondazione lirica, porta i dati del risanamento dell'ente, che prima del suo arrivo aveva beneficiato dei fondi della legge Bray, con finanziamenti statali, e del piano di risanamento che ha previsto, tra l'altro, l'eliminazione del corpo di ballo e sei mesi senza stipendio, in tre anni, per i lavoratori.

La Gasdia parla della sua gestione, della sistemazione dei conti, di un ulteriore risanamento che ha portato, tra l'altro, nelle casse dell'Arena un finanziamento straordinario del ministero della cultura due milioni e mezzo, proprio in virtù di quanto ottenuto. Come nomi di prestigio come il maestro Riccardo Muti, i tenori tedesco Jonas Kaufmann e peruviano Juan Diego Florez. Quindi la tenuta nel periodo del Covid - con i ristori economici statali, anche - con i seimila spettatori resi possibili grazie a una deroga data dalla Regione e dal ministero rispetto ai 1.500 che inizialmente era previsti, al massimo. E poi l'accordo con l'orchestra del Teatro alla Scala che quest'anno verrà a suonare in Arena, in prima assoluta, per il centenario del festival veronese.

Va ricordato poi che la Fondazione Arena controlla Arena di Verona srl, la società che si occupa dei concerti extralirica e che è stata amministrata fino al 31 dicembre scorso da Gianmarco Mazzi, ora sottosegretario alla cultura e deputato di Fratelli d'Italia.

Ore 18

Tommasi esce un attimo dalla sala e in quel momento si ipotizza, anche, che la deliberazione del Consiglio slitti a oggi. Il sindaco-presidente ritorna dentro e a quel punto comincia la discussione, piuttosto animata, per arrivare a una decisione. Dopo mezz'ora, però, tramonta già la possibilità di posticipare il voto. Si va avanti con l'obiettivo di arrivare a votare entro la serata. Così vogliono i quattro soci diversi dal Comune.

Ore 19.30

Escono Riello, Marconcini, Cubico e Pupo, lasciando nella sala soltanto Tommasi, Soso e Allegrini. Rientra per un po' anche la Gasdia, che poi esce nuovamente. A quel punto rientrano anche i consiglieri in rappresentanza dei quattro soci tranne il Comune. Il clima si surriscalda. Non si arriva alla decisione.

Ore 20.30

Si decide per una pausa cena. Prima escono i quattro, poi Tommasi e gli altri suoi due, diretti a Palazzo Barbieri. «Cerchiamo di arrivare all'unanimità su un nome, con una soluzione condivisa», dice Tommasi uscendo, confermando l'auspicio lanciato in un'intervista a L'Arena. Ipotesi di un direttore generale, da affiancare? «Chi guida la Fondazione è il sovrintendente».

Ore 22.30

Si riparte. Altra discussione. Si vota alle 23.30 e passa Gasdia con quattro voti. Ma è scontro tra Comune e gli altri quattro soci..

Enrico Giardini

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