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CON LE RUSPE ACCANTO

Viaggio nei cantieri fantasma. I cittadini: «Il filobus? La città non ne ha bisogno»

Dall’Est cittadino a Borgo Milano, dove i lavori già hanno pesato. I residenti: «Basterebbero tanti bus elettrici, tutta questa devastazione è inutile»
Transenne attorno all’area dove era sorto il cantiere in via Dal Cero (Marchiori)
Transenne attorno all’area dove era sorto il cantiere in via Dal Cero (Marchiori)
I cantieri per il filobus (Marchiori)

«Se la filovia dovesse essere stoppata da Roma stapperemo una bottiglia di Magnum. La città non ne ha bisogno». L’Est veronese, e non solo, recepisce con una certa speranza la notizia dell’imprevisto slittamento del finanziamento statale all'opera, dettato dalla necessità di ulteriori chiarimenti tecnici. Persino chi reputa che il lavoro già avviato, con il posizionamento di pensiline e pali, a questo punto andrebbe portato a termine, non si strapperebbe comunque i capelli per l’eventuale stop a una trasformazione del sistema di trasporto pubblico partorita trent’anni fa e ritenuta inadeguata e vetusta. La maggior parte degli intervistati è convinta che sarebbe sufficiente implementare la flotta di mezzi ecologici e più snelli invece che stravolgere la città.

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I residenti della zona est della città

«Nessuno vuole la zona a traffico limitato per fare spazio ai nuovi mezzi», dichiara convinta Cristina Nogara, fiorista di via Pisano. «Qualche attività ha già chiuso i battenti proprio in vista di questo malvisto transito. È da vent'anni che osteggiamo quello che inizialmente doveva essere un tram e che rovinerebbe la città. Non si capisce perché siano stati iniziati i lavori, con tanto di taglio di piante, prima che i soldi fossero definitivamente stanziati. E anche se l'iter andasse avanti c’è il rischio concreto che il mezzo non venga poi utilizzato».

Serena vive in viale Spolverini e condivide in pieno. «I soldi andrebbero utilizzati piuttosto per ciclabili ben fatte e per sistemare strade e marciapiedi pieni di buche».

Secondo Davide Piantavigna, che vive e lavora nella zona, i primi passi già realizzati lasciano pensare al peggio. «In via Girolamo dalla Corte le auto non capiscono dove devono passare, con la pensilina piazzata in mezzo. Hanno chiuso la strada per un anno creando problemi e disagi, e con la pandemia si è tutto fermato. Sarebbero molto meglio bus elettrici invece di un’opera tanto invasiva».

Anche per la residente Rossella Lucchi l’immissione da via Plinio in via Girolamo è parecchio pericolosa. «Lasciare le cose a metà non è corretto, visto che sono stati installati semafori lampeggianti e realizzati i primi marciapiedi di servizio», commenta. «Bisogna però capire il rapporto tra i costi e i benefici. Personalmente credo che sarebbe molto più necessario realizzare il tunnel delle Torricelle per alleggerire dal traffico la zona del Teatro Romano».

Veronetta si interroga

Qualcuno, come Stefano Vicentini e la moglie che vivono a Veronetta, si chiede pure se l’ennesimo stop sia dovuto realmente a un problema tecnico o se ci sia di mezzo lo zampino politico. «Con il cambio di “colore” della città potrebbe esserci qualche intralcio volontario», ipotizzano. «Se i nuovi mezzi fossero tutti elettrici e non inquinanti forse l'opera avrebbe un senso, certo è che a Verona non vi sono grandi spazi, specie in tratti angusti come via San Paolo e il rischio per gli abitanti è evidente. Ci chiediamo poi che senso abbiano avuto scempi come quello del taglio degli alberi ai sottopassi di città di Nimes e che fretta ci fosse di accelerare in brutture e disagi per la città».

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Pure allo Stadio i dubbi hanno la meglio

Roberto Antolino vive in via Palladio, dove alcune delle pensiline posizionate, come quella verso la stazione, sono già danneggiate. «Ormai l’impianto è stato fatto e bisognerebbe proseguire», dice. «Se non fosse mai partito il progetto sarebbe stato meglio, ma a questo punto confidiamo almeno che possa alleggerire il traffico».

«Il progetto è vecchio di anni e inutile», dichiara invece Marcello Pantalena dell’edicola in piazzale Olimpia. «Basterebbero minibus a metano o elettrici in sostituzione di vecchi pachidermi. Sarebbe meglio fermarsi, e non pesare sulle spalle dei veronesi».

I "mini-cantieri" di Verona sud

La fetta dei 60 milioni di euro che spetta al Comune, nei 150 milioni complessivi, risulta eccessiva pure per Giorgio Bernini, residente di Verona Sud. Qui da mesi vi sono piccoli cantieri volanti, come quello in via Scuderlando, che riducono la carreggiata. «La filovia così concepita non è mai piaciuta», dichiara senza mezzi termini. «Ci riporta indietro nel tempo e per renderla davvero efficiente servono corsie preferenziali e parcheggi scambiatori. Questo significa occupare una corsia di due sensi di marcia e in posti come via Mameli sarebbe impensabile. Reputo più vantaggioso finanziare autobus elettrici o a gas anche perché quattro linee sarebbero comunque poche per risolvere i problemi di traffico della città. Inoltre, senza l’opera, il parco di Santa Teresa avrebbe più spazio per ampliarsi senza dover concedere terreno al transito della filovia».

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Chiara Bazzanella

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