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Vive a Negrar

È veronese il chirurgo di Fedez: «Fiero delle mie radici veronesi e del Maffei»

Falconi è primario all’ospedale San Raffaele a Milano
Fedez e Massimo Falconi il medico veronese che l'ha operato
Fedez e Massimo Falconi il medico veronese che l'ha operato
Fedez e Massimo Falconi il medico veronese che l'ha operato
Fedez e Massimo Falconi il medico veronese che l'ha operato

C’è la mano veronese nell’intervento salva vita a Fedez. È stato Massimo Falconi infatti ad asportare il tumore al pancreas del rapper che ha condiviso sui social prima la diagnosi e poi le ore post operatorie.

Falconi, direttore del Pancreas Center dell’ospedale San Raffaele di Milano e ordinario dell’università Vita-Salute San Raffaele, non solo ha origini scaligere ma tutt’oggi vive a Montecchio di Negrar. Diplomato al Maffei, si è laureato all’università di Verona diventando specialista in Chirurgia generale e successivamente in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, passando poi a professore associato dell’ateneo scaligero. Il suo percorso ha seguito parallelamente quello universitario come medico nella Clinica chirurgica diretta dal professor Adamo Dagradi, poi Chirurgia B, Endocrinochirurgia, e ancora Chirurgia B. È stato poi al Sacro Cuore di Negrar, quindi all'università politecnica delle Marche come direttore del reparto di Clinica chirurgia del pancreas prima di essere chiamato al San Raffaele, uno dei primari più giovani della struttura fondata da don Verzè.

L’ ospedale San Raffaele è un centro di eccellenza europeo nella diagnosi e cura dei tumori neuroendocrini, e nel 2019 ha ottenuto la certificazione dalla Società europea dei Tumori neuroendocrini (Enets) che si è aggiunta al riconoscimento di centro di riferimento Euracan ottenuto dalla Comunità europea nell’ambito delle Reti europee di Riferimento (Ern). «A Milano devo molto e mi è stata data una grandissima opportunità, ma io sono e rimango un veronese», sorride il professor Falconi, «abito a Montecchio di Negrar e le mie radici sono scaligere. Le difendo con orgoglio, come l’essere un maffeiano doc, con la fortuna di avere degli insegnanti che hanno fatto la storia del nostro liceo classico cittadino».

È stato il chirurgo veronese ad operare Fedez, un intervento durato circa sei ore in cui è stato asportato il tumore neuroendocrino e parte del pancreas. è stato di asportazione del tumore di Fedez. Questa tipologia di tumori sono rari e solo nel 20 per cento dei casi provocano dei sintomi che sono facili da cogliere, ma sono certamente meno aggressivi rispetto al cancro più conosciuto. «Il messaggio da dare è che si tratta di un tipo di tumore che, rispetto all'adenocarcinoma pancreatico, ha fortunatamente maggiori possibilità di cura», sottolinea Falconi, «per il dieci per cento dei casi si tratta di forme ereditarie con familiarità con altri casi».

Il tumore di Fedez è stato scoperto subito dai medici ed è stato operato quando ancora era nella sua fase iniziale, con la possibilità per l’equipe di Falconi di asportare completamente la massa tumorale. «Se il tumore viene scoperto agli inizi ed è localizzato, la chirurgia radicale, ovvero l’eliminazione di tutta la massa neoplastica, può portare a guarigione alte percentuali di pazienti».

Il cancro al pancreas comunque rimane una delle neoplasie più temute, e la statistiche lo confermano. «Entro il 2030 diventerà la seconda causa di morti tra le neoplasie, e spesso non si riesce ad intercettare: l’età conta molto con un’incidenza quasi triplicata a 80 anni rispetto a 64, ma i fattori sono vari», sottolinea il chirurgo scaligero, tra i più apprezzati esperti di pancreas non solo a livello nazionale.

«Perchè il pancreas? Sono cresciuto alla scuola di Verona e sono stato tanti anni nell’Azienda ospedaliera, la nostra città è sempre stata un’eccellenza in questo campo», con il policlinico di Borgo Roma e l’ospedale Pederzoli di Peschiera che insieme oggi eseguono il venti per cento del volume complessivo, a livello italiano, degli interventi per tumori al pancreas. «Io un cervello non in fuga?», chiude Falconi, «diciamo che mi sono sempre impegnato per spendere bene i miei talenti, e sono felice delle opportunità che mi vengono date».

Luca Mazzara

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