C’è un sottile fil rouge che lega le vite di Benno Neumair e Pietro Maso. Il primo, trentunenne bolzanino, è stato condannato nei giorni scorsi all’ergastolo per l’omicidio dei genitori, uccisi il 4 gennaio 2021 nella loro abitazione. Pietro Maso a diciannove anni ammazzò Antonio Maso e Mariarosa Tessari la notte fra il 17 e il 18 aprile 1991 nella loro casa di Montecchia di Crosara. Le loro storie sono unite, ora, anche da un altro punto in comune: entrambi hanno intrapreso un percorso spirituale cattolico sotto la guida di don Guido Todeschini.
Le visite di Don Todeschini a Benno Neumair
Da diverso tempo il fondatore e direttore di Telepace fa visita mensilmente a Neumair, rinchiuso nel carcere di Bolzano, per aiutarlo a riflettere su quanto accaduto e a trovare nella fede un sostegno per guardare al futuro. E sempre don Todeschini è stato citato in Corte d’Assise come teste dalla difesa nel processo contro il trentunenne, ma ha scelto di declinare l’invito, opponendo il segreto del confessionale.
«Aiutiamo chi si è macchiato le mani di sangue innocente», sono state le parole del direttore di Telepace, ieri nel corso di una trasmissione televisiva. «Il Signore ascolti le nostre preghiere per la sincera conversione di chi ha sbagliato». Un riferimento, come precisato da monsignor Todeschini al termine della diretta, al trentunenne di Bolzano, ma anche al presunto killer delle prostitute, fermato a Roma.
Una vicenda che ricorda quella di Pietro Maso
Un percorso, quello intrapreso da Neumair, che non può non richiamare alla memoria quello di Maso. Anche lui era stato affiancato, in passato, da don Todeschini. Il direttore di Telepace è stato presente a lungo nella sua vita. Lo andava trovare in carcere, ha fatto da intermediario con le sorelle di Maso per un riavvicinamento e per il perdono. All’uscita dalla prigione, aveva partecipato al suo matrimonio con Stefania, ora concluso.
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E poi, sempre don Todeschini, aveva consegnato a Papa Francesco una lettera di Maso, in cui lui chiedeva scusa per il suo gesto e «una preghiera per chi opera per la pace». Papa Francesco lo aveva richiamato. Nel 2016 don Todeschini gli aveva offerto un posto di lavoro nell’emittente televisiva, prima che Maso andasse incontro ad altri problemi giudiziari e di salute.
Due figure, quelle di Maso e di Neumair, che condividono anche un altro aspetto. Entrambi sarebbero affetti da un disturbo della personalità con tratti narcisistici. Una patologia caratterizzata da un forte egocentrismo, dalla difficoltà di provare empatia verso gli altri e dal bisogno di sentirsi ammirati. Maso, amante della bella vita a 19 anni, tra vestiti griffati e serate in discoteca, sempre elegante, con foulard e capelli in perfetto ordine durante le udienze del processo. Neumair, insegnante di matematica, con la passione per il culturismo, sfociata in una vera e propria ossessione nella ricerca della perfezione fisica.
Per i consulenti della difesa, il disturbo narcisistico della personalità del trentunenne avrebbe avuto origine nella sua infanzia e negli anni sarebbe peggiorato. Ora, dopo la condanna all’ergastolo e a un anno di isolamento diurno, la presenza di don Todeschini per Neumair sarà ancora più centrale.
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