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CHIESA

Un nuovo vescovo per Verona: la nomina a giorni

Domenico Pompili
Domenico Pompili
Domenico Pompili
Domenico Pompili

Arrivò a guidare la comunicazione dei vescovi italiani nel 2007, quando il cardinale Camillo Ruini lasciò la presidenza della Cei ad Angelo Bagnasco, e da allora si spese per sanare le ferite interne all’episcopato, fra la vecchia guardia e il nuovo che cercava di affermarsi. Domenico Pompili, 59 anni, romano, divenuto prete nella diocesi di Anagni-Alatri, in Lazio, a meno di ripensamenti dell’ultima ora sarà nominato nei prossimi giorni, probabilmente entro la settimana, vescovo di Verona.

 

L’Arena ha anticipato venerdì che Pompili era il favorito come successore del vescovo Giuseppe Zenti, che dopo 15 anni alla guida della diocesi si è dimesso il 7 marzo scorso, al compimento dei 75 anni. Dal 2015 vescovo di Rieti, Pompili è stato scelto da papa Francesco anche per la sua capacità di mediare fra sensibilità diverse. Un po’ come il cardinale Matteo Zuppi - anch’egli romano - a Bologna, insomma. Presuli definiti frettolosamente “bergogliani”, ma in realtà semplici pastori vicini alla gente e in grado di rapportarsi con la classe politica e istituzionale qualsiasi colore essa abbia, senza lanciare anatemi, ma sempre cercando il dialogo. «Eccellenza, provano a farci litigare, ma noi non litighiamo mai», disse l’ex sindaco di centrodestra di Rieti Antonio Cicchetti a Pompili nel 2019, durante un evento pubblico, confermando una amicizia che superava l’appartenenza politica. Papa Bergoglio è rimasto colpito dal magistero messo in campo a Rieti da Pompili. Soprattutto per come si è rapportato con le popolazioni terremotate e con gli ultimi, i poveri della sua diocesi. Il 4 ottobre del 2016 fu proprio Pompili a portare Francesco ad Amatrice. Lì cercò, disse Pompili, «il contatto diretto con le persone ferite piuttosto che con le macerie». Lì il pontefice rimase colpito dal rapporto fra i terremotati e il vescovo, un pastore che come Bergoglio a Buenos Aires si mette in ascolto del gregge, sempre in ultima fila ad accogliere piuttosto che in prima ad apparire.

 

Spostando Pompili da Rieti a Verona il Papa ha deciso dunque di compiere una mossa per lui inusuale. Nella sua visione delle cose un vescovo sposa la diocesi nella quale è mandato. Cambi in corso non sono dunque previsti, a meno che non vi siano condizioni particolari che lo richiedono. Così è evidentemente stato a Verona, con la necessità di spostare dal centro Italia un vescovo amato e stimato da tutti. Pompili non è dunque un presule di rottura rispetto alla tradizione. Più volte Pompili ha infatti invitato il Papa a Greccio, nel territorio della diocesi di Rieti, dove San Francesco rappresentò per la prima volta nella storia del cristianesimo la nascita di Gesù istituendo il primo Presepe. «Dappertutto fioriscono i villaggi di Babbo Natale», ha ricordato recentemente lo stesso Pompili. E ancora: «Noi vorremmo, attraverso il presepe di Greccio, portare avanti un’operazione in controtendenza che mostri l’originalità dell’intuizione di Francesco. Concentrare lo sguardo di tanti dentro quello che è il mistero centrale del cristianesimo e l’incarnazione che il Santo, sul nostro territorio, ha reso immortale. L’attenzione con cui teniamo a distinguere il presepe di Francesco da tante altre forme pseudo natalizie è essenziale».

 

Il Papa ripete sempre che il testo più importante che abbia scritto è la Laudato si’, l’enciclica sull’ambiente e la tutela integrale del creato e dell’uomo, frutto di una vera e propria conversione in merito avvenuta in lui negli anni che hanno preceduto l’elezione al soglio di Pietro. Pompili è stato fra i presuli più decisi nel mettere in campo azioni concrete in merito. Ha fondato insieme a Slow Food le comunità della Laudato Si’, luoghi che, a partire dal basso, modifichino comportamenti, abitudini, prassi. L’invito è a cercare di fare qualcosa di concreto e non, al contrario, fermarsi ad accumulare analisi e dati che non comportano mai cambiamenti reali.

 

Ama anche giocare a calcio, Pompili, e ha partecipato a Partite del Cuore, organizzate dalla Nazionale Cantanti. Bergoglio è arrivato alla Laudato si’ dopo anni in cui riteneva le tematiche ambientali non decisive e frutto di speculazioni politiche. Poi un incontro ad Aparecida, in Brasile, dedicato alle sofferenze dell’Amazzonia, l’hanno cambiato. In un certo senso è stato il medesimo percorso compiuto da Pompili in questi anni. Cresciuto nella Chiesa italiana guidata da Ruini e poi Bagnasco, Pompili, molto amato e apprezzato a Rieti, ha saputo sposare i passi in avanti senza chiudere o rinnegare il suo passato. Una visione dunque moderata, la sua, che non alza steccati e non acuisce divisioni, ma lavora per il bene comune insieme a istituzioni, politici e imprenditori di qualsiasi colore ed estrazione. Pompili ama stare con la gente.

Enrico Giardini

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