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Fermo da tre anni ma c'è un progetto

Degrado e vandali alle Piscine Lido: ecco com'è adesso

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Danni dei vandali alle piscine Lido
Danni dei vandali alle piscine Lido
Degrado e vandali alle piscine Lido

Il Lido, l’impianto natatorio realizzato negli anni ’30 nel vallo sotto le possenti fortificazioni austriache tra via Galliano e la circonvallazione Maroncelli, giace nel più totale abbandono. Dimenticato. Le quattro grandi vasche, compresa la piscina olimpionica, sono a pezzi, distrutte. Gli spazi verdi incolti e pieni di sterpaglie, la palazzina degli spogliatoi è un rudere.

 

E se la vista dell’esterno è desolante, peggio ancora è l’interno dell’edificio che una volta ospitava gli spogliatoi, i bagni e il bar. Qui regnano solo macerie e immondizie. Teatro di scorribande notturne, luogo di sfogo di vandali scatenati. I muri sono ricoperti di scritte, i sanitari dei servizi igienici sono distrutti. Vetri ovunque, i banconi dell’accettazione ribaltati, i separè delle cabine per cambiarsi smontati, divelti. Un macello.

 

L’ammontare dei danni è enorme dopo tre anni di abbandono, da quando, Cremonesi, l’ultimo gestore del Lido (2015-2017) lo prese in carico dopo tre bandi di assegnazione andati a vuoto e subentrando così al Css - che lo aveva amministrato dal 2004 al 2013 prima di gettare la spugna perché la «proposta del Comune era troppo onerosa». Cremonesi voleva trasformare il Lido in un grande parco divertimenti con scivoli, vasche idromassaggio, ristorante, funghi d’acqua. Progetto che non fece i conti con la Sovrintendenza (nonostante poi avesse posto il veto solo su altezze e colori degli scivoli) e con il cambio di guardia a Palazzo Barbieri con l’insediamento di Federico Sboarina. Tra problemi con i permessi e cavilli burocratici si bloccò tutto. E da tre anni l’impianto giace nel più totale abbandono.

 

Ma qualcosa si muove. Un’associazione temporanea di impresa, di cui fanno parte Contec ingegneria e Contec Aqs, (con Pronext, J+S, Idea, Dal Forno Geologo) si è aggiudicata la gara per riprogettare l’area. Le indicazioni del Comune sono chiare: meno specchi d’acqua e più verde. Dovrà essere un luogo di relax a misura di famiglia. Delle quattro vasche ne resteranno solo due. Questo anche per abbattere i costi di gestione. Finita la progettazione ci saranno i bandi per assegnare i lavori e quindi per la gestione. Questa la vera sfida da vincere: l’impianto lavora solo d’estate, i costi per mantenerlo sono elevati e il rischio d’impresa alto.

 

Degrado e vandali alle piscine Lido

 

UNA STORIA GLORIOSA. Nel 1932, quando il Lido venne inaugurato , fu definito in modo trionfale come la «piscina più grande d'Europa». E la propaganda fascista questa volta aveva ragione. L'impianto realizzato ai piedi delle mura magistrali, ricavato nel vallo tra i bastioni e quella che oggi si chiama via Galliano, era il risultato di un'opera di alta ingegneria: l'acqua, che arrivava tramite canali sotterranei dal Camuzzoni (che a sua volta veniva alimentato dall'Adige), riempiva un'immensa vasca lunga 220 metri e larga 50, tutta in cemento, a profondità decrescente fino ai 5 metri, estremità dove c'era il trampolino per i tuffi. Dal lato opposto, ricavata al suo interno, la vasca olimpionica per gli atleti. E c'era addirittura la possibilità di noleggiare una barchetta a remi.

Piscine di via Galliano in una foto d'epoca
Piscine di via Galliano in una foto d'epoca

Le piscine di via Galliano negli anni '30

Marzio Perbellini

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